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“Non dimentichiamo chi sono le donne di Senigallia”

Michela Gambelli e le associazioni del territorio rivendicano la vocazione senigalliese alle politiche di genere

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Iniziativa per la giornata contro la violenza sulle donne

Non dimentichiamo chi sono le donne di Senigallia” così la già Presidente del Consiglio delle Donne Michela Gambelli che non ci sta e non rimane a guardare davanti alla brutta pubblicità che si è fatta in questi giorni la città in quanto a politiche di genere. Senigallia e le donne sono tornate alla ribalta delle cronache nazionali ma non dimentichiamo che anche in passato hanno occupato pagine di stampa ma per motivi opposti.

“La nostra è la città che ha scritto la storia delle buone pratiche in questo settore e che si è sempre distinta a livello nazionale, qui è nato il Consiglio delle donne e qui operano gratuitamente decine di associazioni che sostengono le donne – dice la Gambelli- Quanto sta accadendo in città calpesta la memoria di tante donne, l’amministrazione ha deciso di strumentalizzare con la propria politica una ricorrenza così importante. Mi stupisco perché all’interno dell’attuale giunta ci sono amministratori eletti in liste civiche che si definiscono moderate a partire dal Sindaco Olivetti.”

Il 25 novembre è una data istituita dall’ONU il 17/12/1999 attraverso la Risoluzione 54/134 per sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della violenza contro le donne. Questa data fu scelta per ricordare le tre sorelle Patria, Maria Teresa e Minerva Mirabal, soprannominate “mariposas” che nella Repubblica Dominicana si opposero alla dittatura e per questo furono sequestrate, torturate e uccise dai suoi sicari il 25 novembre 1960.

A fare eco alla Gambelli alcune associazioni culturali senigalliesi che hanno pensato ad un gesto simbolico: chi vorrà potrà mettere una sedia rossa all’interno della propria sala conferenze. Lo hanno già fatto le associazioni Senanova e Augusto Bellanca. “In un momento storico così complesso e fragile, è fondamentale mandare un segnale chiaro. Senanova ha deciso di farlo senza esitazioni, ribadendo il proprio impegno accanto alle donne, nella tutela dei loro diritti e della loro dignità. È un gesto che non vuole essere solo simbolico, ma un atto concreto di responsabilità e consapevolezza” afferma Marco Pettinari, Presidente di Senanova.

Così anche Pasquale Bencivenga, Presidente della Bellanca “La nostra associazione è in prima linea nel rispetto del genere e nel mettere in campo iniziative culturali che promuovano buone pratiche in tal senso.” Senigallia è tra le pochissime città italiane ad aver avuto il Consiglio delle Donne, un organismo specifico ed operativo per promuovere la presenza, la cultura e l’attività delle donne nelle istituzioni e nella società, sostenendo le pari opportunità nel mondo del lavoro e promuovendo interventi contro tutte le forme di esclusione e di violenza verso le donne. La raccolta firme per la legge a tutela degli orfani delle vittime di femminicidio è partita proprio da qua, così come tantissime altre iniziative che hanno distinto la città a livello nazionale. “Sono stata invitata in molte città italiane a testimoniare le buone pratiche della nostra città affinché venissero prese da esempio, mi sembra impossibile assistere ad una così grave deriva culturale” conclude la Gambelli.

 

Associazione Senanova
Associazione Augusto Bellanca

Commenti
Ci sono 2 commenti
centr100
centr100 2025-11-24 16:17:27
Ancora non si capisce in cosa Le Donne siano state attaccate o irrise in questi giorni.
Quello che si capisce molto bene invece, é che non avete seguito nessuna delle iniziative che si sono svolte, e che come al solito, correte dietro ad inconsistenti bandierine (oggi la sedia rossa) che servono solo a voi e alle vostre strumentalizzazioni politiche, per cantarvela e suonarvela da soli, e molto poco alle donne.
Non sapete neanche di che parlate, e giudicare comunque.
Ridicoli, tutti.
barbara51 2025-11-25 02:43:06
Sembra che la loro specialità sia quella di frignare, oltre a proporre "gesti simbolici" che costano niente e producono meno ancora, ma permettono loro di raccontare a se stesse che "almeno stiamo facendo qualcosa". Penose, semplicemente penose.
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