Un frastuono assordande apre Il Silenzio di Pippo Delbono sul palco del Teatro La Fenice di Senigallia, per la seconda volta dopo Urlo della stagione passata.
Ed è dal boato del terremoto che distrusse Gibellina nel 1968 che parte una riflessione sul “silenzio”, “non tanto per raccontare un fatto storico, ma per soffermarsi su quell’attimo – eterno – che racchiude il silenzio della morte e il silenzio della vita”.
Tanti silenzi, da quello colpevole degli uomini sui campi di concentramento, al silenzio dell’attesa, al silenzio della morte.Un uomo in bilico, che giorno dopo giorno si avvicina un pò di più alla morte con la consapevolezza che in un attimo tutta la sua vita puà essere travolta.
Sul palcoscneico si alternanto gli attori della Compagnia di Pippo Delbono formando diversi tableaux vivans, scanditi dalla musica suonata dal vivo da un trio di musicisti e dalle canzoni di Mina e Fossati su tutti.Come il silenzio de “l’ultima cena”, in cui si incontra tutto il potere borghese e ed ecclesiastico o la rappresentazione circense rumorosa e farsesca della vita vissuta nel silenzio della ragione fatto di majorettes, bande, e processioni.
Lo spettacolo Il Silenzio è stato pensato e ideato per le “Orestiadi” di Gibellina nel luglio 2000.A Gibellina è stato allestito sul Cretto di Alberto Burri, un enorme fazzoletto di cemento che copre i resti dell’antico paese. Dice Delbono nel prologo: “… Mi riporta al silenzio dei sordi, alle troppe parole che ci assordano, al silenzio di Bobò. Al silenzio di una grande pietra e di un dolce lenzuolo che ti avvolge, ti copre, ti protegge. All’amore, al desiderio, alla passione, alla carne, alla fragilità”.
Prossimo appuntamento con la stagione teatrale del Teatro La Fenice di Senigallia martedì 11 aprile con Il Misantropo in esclusiva regionale.

Maria Pettinari