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Da 18 anni cercano di riscuotere l’eredità “bloccata” in America

Si rivolge all'Unione Naz. Consumatori una famiglia di Corinaldo alle prese con il sistema bancario USA

Corrado Canafoglia

Quando lo Zio Sam riserva brutte sorprese. Ovvero la storia di una famiglia di Corinaldo che da 18 anni non riesce a riscuotere l’eredità di una parente in America perché ogni volta trova nuovi ostacoli. A raccontare questa vicenda sono gli stessi eredi corinaldesi che si sono rivolti all’avv. Corrado Canafoglia, referente locale dell’Unione Nazionale Consumatori, per cercare di risolvere una spiacevole situazione generate da varie falle nel sistema bancario e giuridico degli Stati Uniti d’America.

La vicenda ha inizio negli anni ’60 quando una famiglia originaria di Corinaldo emigra negli States per cercare lavoro e fortuna. Si trasferisce a Bristol (Connecticut) fino al 1980 quando muore il marito e la donna torna nel paese natio. Nel 1995 poi muore anche lei lasciando in eredità un libretto di deposito bancario acceso presso la Bristol Savings Bank: al 12 gennaio 1983 aveva un saldo creditore di ben 69.858 dollari, ma attualizzata dopo 30 anni, la cifra potrebbe triplicare. Dal ’95 in poi gli eredi stanno incontrando ostacoli d’ogni sorta.
Nel 1994 la Webster Bank aveva acquistato la Bristol Savings Bank: durante il “passaggio” dal sistema cartaceo a quello informatico alcuni documenti sul rapporto bancario sono andati perduti, ufficialmente (viene risposto agli eredi recatisi in America) “sono fuori posto, irrintracciabili“. Si rivolgono pertanto ad un avvocato, il dott. Jhonson di Bristol, il quale si rende disponibile a recuperare l’importo dietro compenso del 25% del totale riportato nel libretto. Firmata la procura, gli eredi lasciano nelle mani dell’avvocato l’originale del libretto con cui si dovevano svolgere le pratiche. Ma col passare dei mesi, né l’avvocato né la banca forniscono alcuna comunicazione in merito alle ricerche delle “evidenze cartacee del rapporto bancario“, trovate le quali si potrebbe passare alla riscossione del credito.

Interpellata tramite un legale italiano, alla Polizia di Stato americana viene chiesto di ricercare l’avvocato Jhonson: dopo lunghe indagini la polizia stessa comunica che l’avvocato in questione non aveva risposto perché reduce da una lunga malattia e che, a breve, avrebbe contattato l’erede corinaldese per comunicargli l’operato. Ma fino ad oggi nessun’altra comunicazione è giunta dagli States. Nel frattempo dall’Italia, gli eredi si sono rivolti nel dicembre 2012 ad un terzo legale per cercare di recuperare il libretto originale, ancora in possesso dell’Avv. Jhonson, a cui è stata revocata la procura. L’unico legale disponibile è il presidente dell’ordine degli avvocati della cittadina limitrofa, che assumerebbe l’incarico solo dietro un lauto compenso: 1.000 dollari all’ora, più un fondo spese di ben diecimila dollari.

Una situazione folle – fa notare il responsabile della sezione locale dell’Unione Nazionale Consumatori, avv. Corrado Canafoglia – non solo non si riesce a recuperare il credito vantato nei confronti della banca perché gli eredi non sono in possesso dell’originale del libretto, ma anche gli organi istituzionali intervenuti a far luce nella vicenda non hanno creato che disagi“.
Infatti la Bristol Savings Bank, ora acquisita dalla Webster Bank, non ha consegnato agli eredi i soldi nonostante presentassero il libretto originale e non sa dove sono finiti i documenti (le evidenze cartacee); la Federal Reserve (la banca centrale americana) è intervenuta in maniera molto superficiale nella questione pur avendo compiti di controllo e sollecito; la polizia non sta indagando sul famoso avvocato Jhonson; l’avvocato non sta dando notizie di sé né del suo operato; e gli ordini degli avvocati, che dovrebbero tutelare gli utenti nei confronti di comportamenti poco chiari, pretendono di farlo solo dietro ricche parcelle.

Insomma una situazione in cui non si vorrebbe trovare nessuno che però vede coinvolta una famiglia che sta spendendo più soldi tra avvocati e trasferimenti di quanti potrebbe recuperarne. Aggiornata la cifra e aggiunti gli interessi maturati, il credito vantato dagli eredi corinaldesi dovrebbe aggirarsi tra i 180.000 e i 250.000 dollari.

Ora il primo passo che faremo – annuncia Canafoglia – è quello di contattare la Camera di Commercio americana, l’Ambasciata e il Consolato americano in Italia, poi ci rivolgeremo alle associazioni di consumatori corrispondenti degli Stati Uniti, con cui già collaboriamo, per far chiarezza su una vicenda che mina dalle fondamenta la credibilità del sistema bancario (e non solo) americano“.

Commenti
Solo un commento
giovanni 2013-05-18 10:57:02
secondo me l avvocato americano si e preso i soldi aiutato da qualche funzionario della banca americana e tanti saluti a tutti .....
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