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Processo bis per la tragedia della Lanterna Azzurra: Fedez e Sfera Ebbasta in udienza

Due artisti in Tribunale ad Ancona. Fedez: "A Corinaldo scenario peggiore". Sfera: "Assistito ad altri episodi con spray urticante"

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Fedez e Sfera Ebbasta

Si è tenuta venerdì 24 marzo in Tribunale ad Ancona una nuova udienza del processo bis per la tragedia della Lanterna Azzurra di Corinaldo, in cui, la notte tra il 7 e il 8 dicembre 2018, cinque adolescenti e una mamma di 39 anni persero la vita in una drammatica calca.

Il fuggi fuggi fu causato dall’erogazione nel locale, gremito da giovanissimi che attendevano l’esibizione del trapper Sfera Ebbasta, di spray al peperoncino da parte di una banda, i cui componenti sono già stati condannati a pene detentive.

Nel secondo processo ora in corso, nove persone sono imputate per presunte responsabilità legate alla sicurezza dentro e fuori il locale, alle carenze strutturali e al rilascio della concessione per il pubblico spettacolo.

Venerdì 24 marzo in aula hanno testimoniato i cantanti Fedez e Sfera Ebbasta e il manager di quest’ultimo, Pablo Miguel Lombroni Capalbo (noto anche come Shablo), giunti a bordo di van con i vetri oscurati in un Palazzo di Giustizia di Ancona presidiato dalle forze dell’ordine.

Fedez, che alla Lanterna Azzurra di Corinaldo si esibì in due affollati dj-set tra il 2015 e il 2016, parlando della tragedia di dicembre 2018 ha definito la situazione uno “scenario peggiore”, con il sovrapporsi di tre elementi: cachet alto per l’artista, biglietti venduti a prezzi popolari e locale con bassa capienza.

Shablo, manager di Sfera Ebbasta ha ricostruito la dinamica di quelle concitate ore nella notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018, ha ricordato che l’artista di non è mai arrivato alla Lanterna Azzurra, con il suo veicolo che è stato fermato a poca distanza da Corinaldo, e con l’entourage che è stato avvisato delle criticità che si stavano sviluppando dentro e fuori dal locale e il cantante che è stato poi portato in albergo.

Sfera Ebbasta ha anche raccontato che in altre occasioni, ha assistito ad episodi di utilizzo di spray urticante all’interno di locali dove si è esibito. Mai però, a suo dire, c’erano stati feriti: il racconto del cantante si è concentrato su un suo concerto che fu interrotto, il pubblico fu fatto defluire ordinatamente dalle uscite di sicurezza e poi si riprese una volta tornata la calma. Sfera ha affermato che da allora pretese sempre maggiore sicurezza nei locali in cui veniva chiamato.

Anche a Corinaldo, diciamo noi, le cose sarebbero dovute andare così.

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