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La casa a Senigallia, tra Romano e Petetta

Arvultùra: "Diritto alla casa non è merce da campagna elettorale"

La casa è un diritto

In primavera si voterà per le elezioni comunali e la campagna elettorale è di fatto già iniziata.

Le recenti assemblee che, come Arvultura – insieme al Sunia Cgil della provincia di Ancona – abbiamo organizzato il 29 novembre e il 20 dicembre con i residenti delle case popolari di Via Capanna e di Via Perugino – proseguimento di una campagna politica avviata quasi due anni fa – hanno costretto la politica locale a uscire allo scoperto.

Nei giorni scorsi Dario Romano – consigliere comunale del Pd e possibile candidato sindaco per la maggioranza – con una dichiarazione alquanto surreale ha scoperto che la questione delle case popolari “è un problema politico” e, chiamando in causa l’attuale amministrazione, ha denunciato l’assenza di “una visione dell’abitare”, poiché “la casa continua a essere trattata come un bene da assegnare e amministrare”.

Un clamoroso autogol, che ha offerto su un piatto d’argento a chi governa l’occasione di fargli notare come il Pd sia stato alla guida di Senigallia e della Regione per anni senza affrontare la questione.

A farlo è stata l’assessora Petetta, che dal canto suo ha espresso in modo esemplare la logica alla base della cultura della destra: la casa non è un diritto, ma un premio da assegnare, come nelle monarchie, ai sudditi che si sono comportati bene. Una logica cetuale, censitaria e clientelare fondata sul privilegio del denaro e non sull’uguaglianza di diritto.

La Petetta fa finta di ignorare non solo che il feudalesimo è stato abolito nel 1789, ma che esistono famiglie monoreddito, con lavori precari o stagionali, o impiegate in nero, che quindi faticano a sostenere affitti e spese abitative. Spese che – come hanno denunciato i partecipanti alle due assemblee – raggiungono cifre assurde, come i 5.500 euro l’anno a famiglia per il riscaldamento di un alloggio popolare.

La verità è che dai padroni del mattone targati PD ed Erap a quelli attuali targati FdI e Benni nulla è cambiato, se non chi si appropria e privatizza pezzi sempre più ampi di città, a scapito di tutti noi senigalliesi. Anzi, la situazione è peggiorata visto che Benni può contare su di un avvocato che è anche il Sindaco.

Da parte nostra non faremo sconti a nessuno. Proseguiremo con determinazione sulla strada intrapresa. Non è accettabile che a Senigallia le politiche abitative siano abbandonate al mercato e ai palazzinari. Che chi ha ottenuto l’assegnazione di una casa popolare viva nelle condizioni denunciate dai residenti di Via Capanna e Via Perugino, punta di un iceberg che chiama in causa l’Erap e la Regione. Che chi governa la città non affronti il problema alla radice, intervenendo sulla grave questione degli affitti brevi, privilegiando l’edilizia popolare ed evitando le lungaggini burocratiche nelle assegnazioni. Il resto sono chiacchiere e schermaglie che lasciamo volentieri al solito teatrino della presunta politica.

PS:
Se i 44 alloggi pronti al Cesano di cui parla l’assessore Petetta, sono quelli in Via Strada Settima, diciamo che mentire non è cosa buona e giusta. Quelle palazzine non possono essere assegnate perché i lavori sono fermi da circa un anno, senza che ERAP abbia dato una spiegazione.

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