Acqualagna senza pietà, la Vigor è crisi nera
Vigor 1 Acqualagna 2
Un po’ come succedeva per i detersivi con la storica "prova-finestra", la "prova Acqualagna" documenta la pochezza di una Vigor che, dopo un rinfrancante ma illusorio inizio di campionato, esibisce in modo lampante i suoi limiti. D’accordo sul fatto che con Bugari, D’Aloisio, Pittaluga e compagnia l’Acqualagna non sia più quella degli spareggi. Il guaio è che non lo è più neanche la Vigor. Urge provvedere, in che modo non sappiamo (a meno che non ci metta le mani …San Marconi, come tra i tifosi qualcuno continua a vociferare).
Di certo non ci sembra, come invece asseriva il presidente Mandolini a finematch, che il problema sia solo temperamentale: le défaillances sono anche di organico, e in più d’un reparto. Giuliani potrà farci poco se il materiale resterà quello che ha.
I rossoblù subiscono lo 0 a 1 al 45′ con una sberla di Hervat, servito da Bugari sugli sviluppi d’un corner. Al 70′, su imbeccata di Guerra, Camillettì interrompe l’imbattibilità di Prioletta e fa 1 a 1 (inguardabile il parapiglia che si sviluppa subito dopo, con Traiani e D’Aloisio spediti entrambi negli spogliatoi). Poi (73′), una imperdonabile leggerezza di Goldoni regala a Bernabucci la palla del 2 a 1 ma, in qualche modo, ristabilisce una sostanziale giustizia perché se una squadra meritava di vincere era, oggettivamente, quella di Mengucci, che oltre ai gol ha al suo attivo, sullo 0 a l, un paio di "legni" prima con una palomba di Simoncelli, poi con una terrbile botta dell ex Bugari. E a Senigallia, che lo si voglia o no, soffiano già venti di crisi. Ma a questo ormai da queste parti hanno fatto il callo.
di Raoul Mancinelli
dal Corriere Adriatico

























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