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Mangialardi: “Le mie proposte per la sanità”

"Per cambiare rotta servono scelte chiare"

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Tendenziamo - Installazione infissi, porte, tende, persiane, avvolgibili - Senigallia
Maurizio Mangialardi

La sanità marchigiana viene da anni di trasformazioni difficili. Il decreto Balduzzi ha imposto una riorganizzazione nazionale, chiudendo o riconvertendo ospedali anche sul nostro territorio. Parallelamente sono stati programmati investimenti importanti: il nuovo ospedale di Amandola, il nuovo INRCA di Osimo, il nuovo Salesi di Ancona, il nuovo ospedale di Campiglione di Fermo.

Il centrosinistra ha gestito questa fase complessa, ma non sempre nel modo giusto. Non siamo riusciti a spiegare e accompagnare cittadini e operatori sanitari nel percorso di cambiamento. È mancata una comunicazione e una condivisione chiara, ed è da lì che sono nate le tensioni più forti.

La destra nel 2020 ha vinto le elezioni speculando su questi temi e promettendo di riaprire ospedali, azzerare le liste d’attesa, assumere subito medici e infermieri. Nulla di questo è accaduto. Anzi, dopo cinque anni la situazione è peggiorata: liste d’attesa interminabili, pronto soccorso al collasso, carenza di medici di base e pediatri, sempre più marchigiani costretti a curarsi fuori regione. La gestione del PNRR è stata un disastro: le Case di Comunità non sono state pianificate in modo adeguato, ignorando la rete delle Case della Salute. Emblematico il caso di Corinaldo, nella provincia di Ancona: 3,8 milioni di euro persi, un presidio fondamentale mai realizzato, una ferita aperta per l’entroterra che più di tutti avrebbe avuto bisogno di un presidio sanitario di prossimità.

Alle inefficienze già evidenti si aggiungono quelle sottolineate da analisti come Pesaresi, che parla di una “vera occasione mancata di riequilibrio territoriale”. Il PNRR doveva servire a distribuire meglio le strutture sanitarie nei vari distretti, ma questo obiettivo non è stato perseguito. Le differenze tra territori restano elevatissime e ingiustificate. Circa la metà degli interventi presenta incongruenze sostanziali – ospedali di comunità confusi con RSA, dimensionamenti fuori norma, sovrapposizioni con altri servizi – che rischiano di compromettere la realizzazione delle opere. Anche la distribuzione dei posti letto è iniqua: formalmente ogni distretto avrà un Ospedale di Comunità, ma nella realtà i numeri restano sbilanciati e gli squilibri territoriali persistono. A questo si aggiungono scelte arbitrarie e poco trasparenti, come la creazione di categorie non previste dalla normativa – ad esempio gli “ospedali di comunità di area disagiata” – decisioni prive di basi tecniche e guidate più dal consenso politico che da criteri sanitari.

Anche sul socio-sanitario la giunta Acquaroli ha lasciato vuoti enormi: salute mentale (le Marche di Acquaroli hanno il triste primato di Regione che mette meno risorse su questo capitolo), disabilità, anziani non autosufficienti. Le strutture sono state lasciate sole, senza strumenti e senza risorse. Secondo la Fondazione GIMBE, nelle Marche oltre 150.000 persone rinunciano a curarsi per motivi economici. La spesa sanitaria privata cresce e le disuguaglianze si allargano.

Per cambiare rotta servono scelte chiare:

– Vogliamo riportare la spesa sanitaria pubblica al 7% del PIL

– Costruire le Case e gli Ospedali di Comunità che la Giunta Acquaroli non è riuscita a realizzare e rafforzare la medicina territoriale

– Affrontare la carenza di personale con piani di assunzione e formazione

– Aumentare i fondi per la salute mentale, la disabilità e per i servizi per i non autosufficienti. Proponiamo inoltre un grande patto regionale per il SSN che coinvolga cittadini e operatori per rimettere al centro il diritto alla salute.

– Un capitolo a parte riguarda le RSA. Dopo anni di immobilismo e dopo aver respinto tutte le proposte presentate dalle opposizioni, la giunta regionale ha approvato un aumento solo simbolico delle tariffe. Le difficoltà degli ultimi anni – dal Covid al caro energia, dagli adeguamenti normativi all’inflazione – avrebbero invece richiesto un sostegno straordinario, come avvenuto in molte altre Regioni. Acquaroli ha scaricato i costi sugli anziani e sulle famiglie. Noi proponiamo di riallineare le Marche agli standard nazionali in termini di contributo regionale. Inoltre, vogliamo eliminare la distinzione in termini di costi tra le Residenze protette demenze (in cui gli ospiti possono arrivare a pagare fino a 2860 euro al mese) e quelle per non autosufficienti. Infine, mi impegno affinché siano ripristinati finanziamenti adeguati al Fondo di solidarietà regionale (L.R. 25/2016) coinvolgendo i Comuni.

 

da: Maurizio Mangialardi

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