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La memoria ritrovata: l’edicola di via Feltrini e tanto altro

Gli studenti del liceo "Perticari" raccontano le tappe salienti della loro partecipazione alle Giornate FAI di Primavera

Edicola votiva situata in via Feltrini

Il 22 e il 23 marzo si sono svolte a Senigallia le Giornate del FAI di primavera. Tra le tante iniziative, le classi 3AL e 3CL del Liceo Classico Perticari hanno concentrato la loro attenzione sulle edicole votive, ricostruendo la loro storia, a volte dimenticata, e rammentando avvenimenti e personaggi importanti legati alla nostra città.

Le edicole sacre sono dei pilastrini in muratura che troviamo all’incontro di due strade; esse, oltre ad avere una funzione votiva, cioè di devozione religiosa, spesso ricordano un evento eccezionale avvenuto in quel luogo. Il percorso è iniziato con l’edicola di via Montegrappa, realizzata nel maggio 1940 dagli abitanti del rione. Dedicata alla Madonna e caratterizzata da colori sgargianti, sorge nel luogo in cui si trovava la chiesa della Pace, che fu costruita per volere di papa Pio IX e fu gravemente danneggiata dal violento terremoto del 1930. L’edificio, ritenuto non recuperabile, venne abbattuto e riedificato qualche anno dopo in via Raffaello Sanzio, dove si trova ancora oggi.

La passeggiata è continuata attraversando il centro storico per poi arrivare nella zona sud di Senigallia. Ci siamo quindi soffermati davanti all’edicola in gesso con la Madonna della Rinascita sita in via Feltrini: trovare informazioni su di essa è stato estremamente complicato, ma siamo riusciti a ricostruire la sua vicenda, del tutto dimenticata, grazie ad un’attenta analisi iconografica. La Madonna della Rinascita rappresenta la Madonna con Gesù Bambino in braccio: entrambe le figure sono di profilo e in basso vi è l’iscrizione “SIGNORE BENEDICI / QUESTE CASE RISORTE”, mentre in alto a sinistra “MADONNA / DELLA / RINASCITA”.

Tale modello, estremamente raro, è riconducibile a un bassorilievo in bronzo realizzato nel 1952 dall’artista Domenico Mastroianni (1876-1962). L’opera, che presenta la stessa iconografia e le medesime iscrizioni della nostra edicola, venne creata ad hoc in occasione dell’arrivo dei profughi giuliani-dalmati nella città di Udine. Fu collocata vicino a uno dei quattro villaggi che ospitavano le case popolari assegnate ai profughi provenienti dall’Istria. Allo stesso modo, il nostro manufatto è stato realizzato negli anni ‘50 probabilmente per ricordare un evento simile: infatti anche a Senigallia arrivarono alcune famiglie costrette all’esodo, perciò possiamo ipotizzare che le case popolari di via Feltrini, segnalate dalla nostra edicola, possano essere proprio quelle abitazioni assegnate ai giuliani giunti in città.

Soddisfatti di aver compreso il significato di un’immagine enigmatica e di aver ricostruito un evento di cui si era persa la memoria, la nostra passeggiata è poi proseguita lungo via Mercantini nel luogo del cippo commemorativo che ricorda le tre vittime senigalliesi causate dal bombardamento del 24 maggio 1915 da parte della marina militare austro-ungarica. Oltrepassato questo, ci siamo fermati all’incrocio con viale dei Pini dove si trova l’edicola dedicata alla Madonna della Pace realizzata nel 1947, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. A distanza di pochi metri due manufatti ricordano i due eventi bellici principali del secolo XX.

Da qui ci siamo diretti verso la chiesa del Portone, chiamata così perché in origine era situata nei pressi del fiume Misa (all’incrocio tra via Capanna e la strada provinciale Arceviese), dove era situato un grande lastrone di legno, chiamato “Portone” o “Sportone”, che veniva alzato o tolto durante le piene del Misa per far defluire l’ondata verso il Canalone della Penna. Nel corso della storia la chiesa fu demolita e ricostruita più volte, fino a cambiare totalmente zona e a occupare la posizione attuale, a sud della città, in seguito all’espansione urbana avvenuta dopo il terremoto del ‘30. Di questa fase si occupò don Giovanni Pierpaoli, uno dei parroci più importanti in tutta la storia della chiesa del Portone; attivo dal 1915 al 1959, lo ricordiamo oltre che per la devozione verso il suo ruolo, anche per l’impegno nella sua parrocchia. Il nostro percorso si è concluso nel centro storico: nel Foro Annonario abbiamo analizzato la scritta “evviva pio IX”, dipinta sotto il porticato destro della piazza, che ricorda l’affetto e l’entusiasmo della città per il suo papa.

L’esperienza del FAI è stata dunque significativa, poiché non solo ci ha permesso di lavorare in gruppo, collaborando gli uni con gli altri, ma anche di scoprire delle preziose informazioni sulla nostra città e sulla nostra storia.

 

Classi 3AL e 3CL del Liceo Classico Perticari

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