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Festa della donna con un nuovo dizionario biografico di genere

Presentazione a Senigallia l'8 marzo alle 11.30

Il dominio del patriarcato e del maschilismo nella società globale si vede da non poche cose.

In Italia non deve stupire che proprio oggi, 8 marzo 2025, siano state organizzate manifestazioni di carattere politico perché è uno dei tanti modi per occultare la Giornata internazionale della donna. Ogni giorno c’è una festività, una ricorrenza, proposta da qualche organismo che sarà sicuramente utile, ma rischia di far dimenticare il nostro passato. E le donne hanno il loro. Anche se è difficile trovare una celebrazione dalle origini più complesse della Giornata internazionale della donna. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento le donne rischiavano non poco per rivendicare nel mondo i loro diritti (vietati e non riconosciuti, quindi occultati) a partire da quello di voto: nel primo decennio del XX secolo si tennero diverse riunioni di militanti socialiste che affrontarono questo tema e il Partito socialista statunitense riservò l’ultima domenica di febbraio 1909 per un “Woman’s Day”; nel 1910 tremila donne statunitensi affollarono la Carnegie Hall di New York per una manifestazione indetta dalle militanti socialiste ma aperta a tutte le donne. Forti di queste affermazioni, le socialiste statunitensi invitarono la seconda Conferenza internazionale delle donne socialiste, svoltasi alla Casa del popolo di Copenaghen (26-27 agosto 1910), ad istituire una comune giornata dedicata alla rivendicazione dei diritti delle donne. La Giornata internazionale della donna è dunque nata a Copenaghen nel 1910. Nacque però senza una data comune da proporre, poiché negli Stati Uniti la ricorrenza continuò ad essere celebrata l’ultima domenica di febbraio, mentre i Paesi europei (tra i primi, Germania, Austria, Svizzera e Danimarca) optarono per il mese di marzo. Dunque una festa in qualche modo mobile, solennizzata l’8 marzo 1914 per la prima volta in Germania. L’8 marzo 1917 le donne di San Pietroburgo (il 23 febbraio secondo il calendario giuliano allora vigente in Russia) protestarono chiedendo pane e pace: il fatto che le truppe inviate a reprimere quel dissenso lo facessero senza la spietata repressione degli anni precedenti indusse a nuove iniziative di contestazione del decrepito regime zarista cosicché in quell’8 marzo venne fissato l’inizio della Rivoluzione russa di febbraio. Nei primi anni Venti in Italia regnava ancora l’incertezza sulla ricorrenza che venne celebrata in aprile nel 1921 e in marzo nel 1922. Ma per avere un Otto Marzo come Giornata internazionale della donna si sarebbe dovuto attendere il 1946, in una penisola ormai liberata dal fascismo e dalla guerra: scelsero questa data in via definitiva le donne dell’Udi che proposero contestualmente il simbolo della mimosa. Questa è la storia: di tutte le altre notizie che trovate nell’etere è lecito perlomeno dubitare. Anche in questo Otto Marzo vengono proposti eventi diversi. A noi sembra importante ricordare come una regione che ha faticato tantissimo a diventare tale sia una delle tre (insieme a Lombardia e Sicilia) ad aver biografato se stessa al femminile, ad aver cioè ricostruito il ruolo e l’impegno delle donne appartenenti alle più diverse categorie sociali, economiche, politiche, civili e culturali che, con coraggio e determinazione, hanno cercato di migliorare comunità e cittadinanza (non è peraltro mancata qualcuna che ha remato in senso opposto). Le marchigiane sono state in prima fila nei frangenti più rilevanti della contemporaneità, appellandosi a valori e a principi di progresso e di civiltà, non già di bombe e di riarmo, come si fa in questo tempo in cui i soliti stupidi – descritti mirabilmente in “Allegro ma non troppo” da Carlo Cipolla – agitano spettri nucleari e apocalittici. “Il dubbio genera saggezza”, diceva Cartesio (il filosofo francese René Descartes nato nel 1596, uno dei fondatori della matematica e della filosofia moderne), ma un utile consiglio per incamminarsi sulla via di questa virtù può essere costituito dalla lettura, dal dialogo, dal confronto, da quel contraddittorio che spesso viene vietato o non previsto nelle iniziative pubbliche (una contraddizione in termini in una democrazia).

Appuntamento allora per sabato 8 marzo 2025, alle 11.30, nella Sala Conferenze della Biblioteca “Antonelliana” per la presentazione del “Dizionario biografico delle donne marchigiane 1815-2025”, curato da Lidia Pupilli e Marco Severini (Il lavoro editoriale, 2025, pp. 410, sesta edizione), evento promosso dall’Associazione di Storia Contemporanea insieme al Circolo Gramsci e all’ANPI locali, in collaborazione con la Biblioteca civica: intervengono Fulvia Principi, Mabel Morri, i curatori e tante altre. Ci sembra importante questo appuntamento perché è un invito alla lettura, in un Paese in cui il 60,3% della popolazione italiana non legge neanche un libro all’anno.

dagli

Organizzatori

Redazione Senigallia Notizie
Pubblicato Venerdì 7 marzo, 2025 
alle ore 10:51
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