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“Fondazione Città di Senigallia deve reperire 6 milioni di euro: perchè furono spesi?”

Dopo la sentenza pro Autostrade, interviene l'Amministrazione: "Sia fatta ampia luce sui fatti e individuata responsabilità"

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Ci è stata comunicata ufficialmente da parte del Commissario della Fondazione Città di Senigallia, l’ordinanza della Corte di Cassazione n. 10643 del 2023, che ha definitivamente concluso il contenzioso giudiziario promosso dalla Fondazione nei confronti della società Autostrade per l’Italia spa.

Nel primo grado il Tribunale aveva ritenuto fondate le pretese della Fondazione, e così aveva condannato la Società Autostrade per l’Italia a versare a favore della Fondazione la somma di € 18.988.893,84 oltre I.V.A. e spese legali.

Il provvedimento del Tribunale, come previsto dal Codice di Procedura Civile, era provvisoriamente esecutivo.
Così la Fondazione ha preteso subito dalla Società Autostrade per l’Italia spa tutta la somma provvisoriamente stabilita dal Tribunale, pur avendo quest’ultima promosso appello.

Ovvio che proprio l’avverbio “provvisoriamente” avrebbe dovuto mettere in guardia gli amministratori della Fondazione e farli essere particolarmente cauti nel gestire una così cospicua somma, perché come è noto, la legge prevede che qualora nei successivi gradi di giudizio, il provvedimento fosse stato modificato o annullato, l’Ente avrebbe dovuto restituire in tutto o in parte quanto incassato, come poi accaduto.

In realtà già nel secondo grado, la Corte di Appello di Ancona il 5 ottobre del 2017 con ordinanza nr. 2822, ribaltava quanto stabilito nel primo ed accoglieva la tesi di Autostrade per l’Italia spa, ritenendo che il valore delle aree espropriate fosse notevolmente più basso.

Stabilì pertanto che la Fondazione, rendesse a Società Autostrade per l’Italia spa l’eccedenza di quanto ricevuto, vale a dire una somma di circa 14 milioni di euro.

La Fondazione Città di Senigallia, pur essendo anche questo provvedimento provvisoriamente esecutivo, non versò nulla alla controparte, ed ha proposto il ricorso in Cassazione, che si è appunto concluso con l’attuale sentenza.

Come si legge nella relazione dell’Avv. Canafoglia, Commissario Straordinario, la Fondazione al termine della causa deve oggi restituire ad Autostrade per l’Italia una somma superiore ai 14 milioni e mezzo.

Il provvedimento non avrebbe posto alcun problema se i soldi incassati dopo il primo grado (ricordiamo € 18.988.893,84 oltre I.V.A. e spese legali) fossero ancora nella disponibilità dell’Ente, come cautela avrebbe dovuto suggerire.

Il gravissimo problema è che, come attestato nella relazione dal Commissario medesimo, in cassa della Fondazione oggi ci sono rimasti solo € 8.515.189,59.

La vecchia Amministrazione della Fondazione Città di Senigallia, infatti, presieduta dal Dott. Michelangelo Guzzonato, fino all’avvento della nostra Amministrazione, invece che conservare i soldi riconosciuti con il provvedimento di primo grado, ha (come si legge nella nota del Commissario) speso gran parte del denaro incassato per la ristrutturazione delle due palazzine (inaugurate con grande enfasi sulla stampa locale, nel novembre 2016), per l’acquisto del Musinf, ed infine per ripianare le perdite di esercizio che in quegli anni la Fondazione registrava.

Oggi quindi, la Fondazione Città di Senigallia deve reperire quasi 6 milioni di euro (da aggiungere ai residui € 8.515.189,59 che ha contabilizzato in cassa) per poter far fronte alla restituzione dei soldi in favore di Autostrade per l’Italia spa stabilita dalla Suprema Corte di Cassazione.

E’ evidente che, questa condotta non proprio cauta, espone la Fondazione al serio rischio di non poter garantire la continuità gestionale dell’Ente, che, come si legge nella nota di accompagnamento, oggi si articola nell’attività di Residenza Protetta, dove sono ospitati 42 anziani; nell’assistenza degli oltre 15 malati psichiatrici e degli 8 anziani alluvionati, ancora oggi ricoverati presso la Fondazione; nell’attività di sostegno in favore di oltre 130 famiglie in difficoltà economiche e nell’attività di educazione musicale rivolta ad oltre 400 ragazzi senigalliesi, senza tener conto dei tanti lavoratori occupati oggi nella struttura.

Quanto oggi emerge in modo inconfutabile, era stato già patentato e previsto in modo puntuale da tutto il Consiglio di Amministrazione della Fondazione, nominato durante il nostro mandato, come una delle tante anomalie riscontrate che aveva indotto il Consiglio a dimettersi.

Ricordiamo che di fronte alla relazione del CdA della Fondazione, in cui venivano elencate le criticità, tra cui quella che ci occupa, e di fronte alle dimissioni dei consiglieri della Fondazione la maggioranza del Consiglio Comunale di Senigallia, a fine 2021, aveva rimesso alla Regione la scelta di nominare un Commissario Straordinario, che tentasse di trovare una possibile uscita da questa gravosa situazione, creata da chi ci ha preceduto.

Questa scelta è stata avversata in tutti i modi dalle attuali minoranze consiliari con una massiccia campagna stampa e financo con un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.

I Consiglieri di minoranza in questi ultimi mesi, infatti, hanno innescato una polemica infinita sul Commissariamento, negando qualsiasi situazione di crisi, che invece oggi viene prepotentemente alla luce.

Avrebbero fatto meglio a seguire quanto fatto da coloro che loro stessi hanno nominato nell’ultimo Consiglio di Amministrazione della Fondazione, i quali senza alcuna appartenenza ideologica o di fazione, hanno condiviso con i consiglieri scelti da noi, di segnalare tutte le serie problematiche in cui la Fondazione era stata lasciata.

Ora è il tempo di pretendere dai vecchi Amministratori della Fondazione e dagli ex Amministratori Comunali (soprattutto da coloro che svolgono ruolo di minoranza nel Consiglio Regionale e Comunale, che strumentalmente polemizzavano contro il commissariamento della struttura), delle risposte alle seguenti doverose domande.

– Perché i Consigli di Amministrazione della Fondazione presieduti dal Dott. Guzzonato hanno deciso di spendere gran parte dell’importo riconosciuto in via provvisionale a favore della Fondazione dal Giudice di Primo Grado, non scegliendo la via più cauta di mettere da parte quanto incassato, così da non trovarsi in una situazione così nefasta oggi?

– I revisori dei conti della Fondazione, succedutisi dal 2013 al 2020 hanno per caso segnalato che gran parte delle somme provvisoriamente versate da Società Autostrade per l’Italia spa erano state spese dalla Fondazione ed in caso positivo, hanno segnalato agli amministratori che questo loro comportamento era pericoloso ed avrebbe potuto, come poi si è rivelato, creare seri problemi per l’esistenza della Fondazione?

– Era stato condiviso con il precedente CdA della Fondazione ed era stata resa edotta la precedente Amministrazione Comunale “dell’accordo di massima – seppur non formalizzato per scritto – intercorso tra Autostrade per l’Italia Spa ed il Dr. Guzzonato che presiedeva allora la Fondazione, che prevedeva un esborso per l’Ente di 14 milioni, come si legge dalla nota del Commissario Straordinario, che Autostrade ha opposto allo stesso durante il tentativo di definire la questione prima della sentenza, rifiutando qualsiasi transazione?

– L’ex Sindaco di Senigallia e l’ex Presidente del Consiglio Comunale di Senigallia hanno mai richiesto chiarimenti su questo tipo di gestione al Consiglio di Amministrazione della Fondazione?

Il Commissario, nella sua relazione, chiede aiuto alla politica odierna per cercare di tentare di trovare una soluzione a questa gravissima situazione in cui le precedenti amministrazioni hanno condotto la Fondazione.

Noi fin da ora possiamo garantire che ci adopereremo per tentare di dare il nostro contributo, nel rispetto della legge e delle nostre competenze, pur consci delle enormi difficoltà che incontreremo durante questo percorso, per la salvezza della Fondazione.

D’altro canto chiediamo e pretendiamo che sia fatta ampia luce sui fatti ed individuata la responsabilità di quanto accaduto.
Non possiamo rassegnarci alla perdita di un così ingente capitale destinato alle categorie più deboli.

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