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“L’insostenibile pesantezza del digitale” chiude a Senigallia il Breach Festival #01

Digitale e sostenibilità spesso visti come concetti gemelli. Eppure l'impronta ecologica delle tecnologie è evidente e problematica

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Breach Festival #01

Smaterializzare il maggior numero possibile di aspetti della nostra vita ha rappresentato, per molto tempo, una soluzione praticabile per allentare il peso del nostro impatto sul pianeta e i suoi ecosistemi.

Alla luce di questa speranza, digitalità e sostenibilità sono stati pensati a lungo come concetti gemelli e inseparabili. Basti, per fare un esempio, la fortuna che ha avuto, nell’immaginario collettivo, l’immagine dell’ebook che, sostituendo i bit alla carta come supporto del libro, evitava inutili abbattimenti di preziosi alberi.

La realtà però è meno chiaramente definita di quanto non siano certe trovate di marketing. Perché se è vero che le tecnologie digitali sono uno tra i tanti strumenti utili per fare fronte alla crisi climatica globale, è altrettanto vero che le infrastrutture che le rendono possibili rappresentano anch’esse una parte del problema.

Questo è il tema di Insostenibile digitale, il talk che chiude l’ultima giornata di Breach, il festival di cultura digitale organizzato dal collettivo dello Spazio Autogestito Arvultùra di Senigallia che quest’anno è dedicato alla relazione tra la dimensione materiale e immateriale della rete.

Sabato 21 maggio alle ore 21.00,Alessio Giacometti, dottorando in scienze sociali all’Università di Padova accompagnerà il pubblico in un viaggio alla scoperta della materialità del cloud, tra algoritmi che grondano petrolio, supercomputer al servizio dell’industria fossile, discariche di rifiuti elettronici e iperconsumismo del commercio online. Un vero e proprio tour alla scoperta del lato insostenibile della rivoluzione informatica, senza tralasciare di presentare quelle soluzioni che, oggi, affrontano il problema con l’ambizione di risolverlo modificando in modo radicale gli assetti politici e sociali del mondo in cui viviamo.

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