Palazzo Gherardi di Senigallia, “perché non dedicarlo alla fotografia?”
La proposta di Silvana Amati sul futuro dell'edificio ancora inutilizzato
In questo periodo di preparazione dei programmi per la Senigallia del futuro ho avuto l’incarico e quindi l’opportunità di occuparmi per il Pd di alcuni temi e credo ora opportuno rendere nota una proposta che credo importante e che riguarda palazzo Gherardi, visto che spesso ci si interroga sulla sua utilizzazione.
Sul fronte della cultura è indubbio che il riconoscimento ottenuto dalla legge regionale di “Senigallia Città della fotografia” vada utilizzato al massimo, concretizzando in tutta la sua valenza il dato di essere il principale hub regionale del settore.
E’certo che questo risultato si deve alla storica presenza a Senigallia dei protagonisti della scuola del Misa, da Cavalli a Giacomelli, Ferroni, Branzi, Camisa,Malfagia, Gambelli.
Nel nome di Mario Giacomelli, Senigallia è nota nel mondo.
L’importante lavoro valorizzazione delle opere donate dall’autore e custodite nel Musinf resta una priorità che ha già prodotto nel tempo risultati internazionali importanti.
Le collezioni del Musinf dei maestri della fotografia e dell’arte contemporanea sono di assoluto valore, tanto più che tutte le opere sono state ottenute dal direttore Carlo Emanuele Bugatti per successive donazioni e vanno finalmente messe in condizione di essere fruibili da un pubblico vasto, completandone la catalogazione con l’utilizzo di un sistema che consenta dialogo e utilizzo telematico.
Giacomelli e i maestri della scuola del Misa, Araguler, Matiz, Treccani, Tamburi, Dova, Mastroianni, Fazzini, la grande collezione di poesia visiva con le opere della Bentivoglio e di Miccini, il fondo di mail art, solo per citare alcune presenze di valore indiscusso devono poter uscire dai depositi di conservazione per essere di fruizione e servizio anche al turismo, prima impresa della città e non solo.
Per questo oltre alla realizzazione del trasferimento da tempo previsto degli uffici e laboratori multifunzionali del Musinf negli spazi del palazzo del Duca e di Visionaria ed alla puntuale messa a norma degli attuali locali di conservazione delle opere,è ormai indispensabile dotare Senigallia di uno spazio museale multimediale degno di questo nome, comparabile ai grandi musei di arte contemporanea presenti in Italia dal Pecci di Prato al Mart di Rovereto.
A questo scopo si identifica l’utilizzo di Palazzo Gherardi, adeguatamente restaurato per la nuova funzione.
Questa operazione ovviamente prevederà un impegno economico di rilievo a cui potrà far fronte il bilancio comunale ma anche la Regione , ragionando pure su finanziamenti europei.
Si realizzerà così il vero completamento di un anello culturale al centro della città che potrà usufruire della nuova realizzazione degli spazi espositivi della vecchia pescheria al Foro Annonario, del palazzetto Baviera, del palazzo del Duca, della Rocca Roveresca e della rinnovata sede attuale del Musinf, così come prevista nella ristrutturazione progettata dalla Fondazione città di Senigallia.
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