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A Senigallia l’incontro con la sorella e la madre di Attilio Romanò

Al giovane ucciso dalla camorra nel 2005 è stato intitolato il presidio locale di Libera

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L'ingresso di Palazzo del Duca

Il presidio di Senigallia di Libera, “associazioni, nomi e numeri contro le mafie“, continua la sua attività di formazione e sensibilizzazione. Venerdì 3 giugno, presso la sala del trono a Palazzo del Duca, in piazza del Duca a Senigallia, alle ore 21 si svolgerà infatti un incontro con Maria e Rita, sorella e mamma di Attilio Romanò, vittima innocente delle mafie, a cui è intitolato il presidio di Libera a Senigallia.

Verrà presentato il libro di Valeria Verolino “L’Albero della Buona Idea”, con le illustrazioni grafiche di Violante Varriale, dedicato ad Attilio Romanò, vittima innocente di camorra, ucciso il 24 gennaio 2005.

Scrive Valeria Verolino nella introduzione del libro: “Attilio aveva l’abitudine, ogni anno, l’8 marzo, di portare un rametto di mimosa a tutte noi sue colleghe…. da quando è stato ucciso, la mamma, la signora Rita, ogni 8 marzo ripete il suo gesto, portando nel nostro ufficio una ventata di giallo. Mimose morbide e profumate che evocano le sue risate, i suoi sguardi sornioni. Per un giorno Attilio torna tra noi. Nel suo ricordo abbiamo piantato un albero di mimose proprio nel giardino sotto il nostro ufficio, davanti all’ingresso principale. Si chiama l’albero della Buona Idea perché Attilio aveva sempre una buona idea e gli piaceva rispondere ogni volta che poteva con questa frase….Buona idea!!!!“.

Locandina dell'incontro a Senigallia promosso da LiberaL’autrice racconta come queste pagine siano nate quasi per caso. “Ogni giorno, col sole, la pioggia o il vento, passo sotto il suo albero e immaginando, forse sperando, che mi senta, lo saluto e gli parlo. Dai nostri dialoghi nasce l’idea di mettere su carta i miei e i suoi probabili ed improbabili pensieri. Il racconto pian piano ha così preso forma intrecciando la storia di Attilio a quella delle altre vittime innocenti di criminalità, Alberto, Silvia, Paolino e purtroppo tanti altri che negli anni sono stati vittime di spietate uccisioni. Uomini e donne i cui familiari, attraverso l’incontro con LIBERA, Associazione Nomi e Numeri contro le mafie, con cui io da tempo collaboro, si sono stretti e fatti forza l’un l’altro accomunati dal dolore e dalla voglia di non far dimenticare, per non rendere vane le morti dei loro cari“.
Il risultato è un racconto semplice, ispirato alla forza dell’amicizia, della famiglia e dell’amore in cui si continua a credere che la morte non sia la fine di tutto e che, soprattutto, certe morti non devono essere dimenticate ma lasciare un segno per educare e crescere degli uomini e delle donne migliori, perché un altro mondo è possibile sempre e comunque.

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