L’ombra della malavita organizzata dietro la morte di Claudio Salini?
La famiglia dell'imprenditore, la cui azienda sta lavorando sul tratto Senigallia-Ancona Nord, non esclude sabotaggio dell'auto
L’ombra della malavita organizzata dietro la morte di Claudio Salini, vittima di un incidente stradale nella notte di domenica 30 agosto?
E’ un’ipotesi che non viene scartata dalla Procura di Roma, che, in seguito ad un’istanza presentata dalla famiglia dell’imprenditore, ha disposto accertamenti sul fatale impatto contro un albero avvenuto in via Cristoforo Colombo.
La famiglia dell’imprenditore – la cui azienda si sta occupando dei lavori alla Terza Corsia dell’autostrada nel tratto Senigallia-Ancona Nord – ha infatti sollevato l’ipotesi che la Porsche su cui viaggiava l’uomo fosse stata sabotata: Salini avrebbe infatti dovuto testimoniare a breve in un processo contro tre casertani considerati vicini alla camorra.
I tre campani – dopo essere stati esclusi da due subappalti per altrettante opere a Bergamo ed Arezzo – erano stati arrestati per tentata estorsione dopo una denuncia dello stesso Salini, presentata dopo aver subito una richiesta di risarcimento di un milione e 800.000 euro: dalle indagini svolte sull’episodio, era emersa pure l’intenzione dei tre di sequestrare l’imprenditore romano.
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