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GD Senigallia condanna l’attacco alla redazione di Charlie Hebdo

"La libertà di espressione è alla base della nostra democrazia"

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Comì di Cucina
libertà di espressione

Articolo 21. “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione…“. La libertà di pensiero e di espressione è alla base della nostra democrazia ed è garantita dalla nostra costituzione nell’articolo 21 in tutte le sue forme, perché essa consente la più vasta pluralità di idee e di opinioni e assicura ad ogni singolo individuo di essere tutelato nell’espressione del proprio pensiero.

La critica, la satira, il consenso dovrebbero essere tutte forme per accrescere e migliorare ogni aspetto della vita di ogni giorno, non lasciando indietro nessuno. Proprio per questo noi Giovani Democratici condanniamo tutti gli atti di violenza che tentano di incatenare e eliminare ogni segno di libertà, lo spregevole attacco alla sede di Charlie Hebdo, che è avvenuto una settimana fa, non è altro che un gesto folle di persone sconsiderate che vogliono cancellare tutti gli sforzi storici dei nostri padri di garantirci un mondo libero e democratico, lontano da squallidi pregiudizi che etichettano le stesse persone degli attentati con altre che invece desiderano un mondo di Pace.

Abbiamo da sempre cercato di favorire l’unione tra popoli, anche se provenienti da culture diverse, ci siamo impegnati al fine di informare e far conoscere ai cittadini la volontà di tutti i popoli ad essere liberi, attraverso iniziative ed incontri con autori di libri come Shady Hamadi, che ci ha lasciato una testimonianza della vita in Siria, e Luca Alici, che ci ha parlato del valore della Democrazia. Proprio per questo ci facciamo promotori del pieno rispetto del diritto di libertà di pensiero e di espressione come previsto dalla nostra Costituzione.

Commenti
Ci sono 2 commenti
bonzino 2015-01-15 17:47:16
Carissimi GD, i sanguinosi fatti di Parigi hanno messo a nudo quanto sia pericoloso porre sullo stesso piano la difesa delle libertà e la lotta al terrorismo perché, per quanto se ne dica, non sono sovrapponibili. Troppo spesso nel nome dell’una si finisce per appiattire l’altra e viceversa creando i presupposti dalle immaginabili conseguenze. Anche il Santo Padre, Papa Francesco, ha affermato che la libertà d’espressione e la libertà di religione sono diritti fondamentali dichiarando però che non s’insulta la fede degli altri.
Una corretta e giusta presa di posizione che tutti dovranno tenere a mente, in particolare voi giovani impegnati politicamente. Occorre avere il coraggio di dire le cose come stanno e non commettere l’errore di difendere ad oltranza il solo diritto d’espressione se questo sfocia nella blasfemia, almeno agli occhi di chi pratica quel credo. Se, poi, come affermate “avete sempre cercato di favorire l’unione tra i popoli” allora occorre che facciate un profondo esame di coscienza e, una volta per tutte, vi spogliate di quell’ipocrita superiorità che troppo spesso vi caratterizza, ricordando a voi stessi e al mondo intero che solo con il rispetto reciproco è possibile far germogliare la pace e la fratellanza tra i popoli.
O. Manni
O. Manni 2015-01-15 22:22:45
Non siete Charlie. Né io né voi abbiamo la libertà di Charlie, o il suo coraggio. Noi viviamo in un paese in cui la libertà di espressione di Charlie non esiste, e se ce n'è anche un pochino, deve fare i conti con gente come "bonzino" o il suo Papa. E se la pensate diversamente, se credete che in Italia esista la libertà di espressione, andate a vedervi il "Freethought Report 2014", o qualche classifica di "Reporter sans frontiere", sulla libertà di stampa. Quello di Charlie, per cominciare, è un dramma che ha luogo in un paese laico.
Il vostro paese non lo è. Se foste Charlie, avreste fatto qualcosa in questa direzione. Dunque è bene specificare bene le parole con cui abbiamo a che fare, ed i concetti relativi, che qui da noi ci sono i dieci comandamenti di Benigni. Non i dieci comandamenti di George Carlin. La satira nasce in Grecia ben prima di Gesù Cristo o Maometto. Veniva usata da tutti con l'obiettivo di deridere un qualsivoglia potere, sia esso economico, politico o religioso. La satira funziona così anche oggi, che ci riempiamo la bocca con la "libertà di espressione" e dicendo che siamo tutti "Charlie", pur avendo una posizione da terzo o quarto mondo nelle classifiche della libertà di stampa. Le vignette satiriche, si differenziano dall'offesa o dal vilipendio che è fine a se stesso, e peraltro punibile a norma di legge, perché la satira è CRITICA. Magari anche volgare e di cattivo gusto, ma ha finalità ben precise che, ribadisco, puntano ad evidenziare le contraddizioni di un potere o di un potente, metterlo in ridicolo agli occhi di tutti, ed innescare il cambiamento. E' bene essere precisi, dirlo subito ed anche in modo plateale: fatta salva la libertà di culto individuale (che non viene certo compromessa dalla satira), non ci si può appellare al "diritto di NON ricevere critiche", e quindi chiedere di "censurare le opinioni degli altri". Lo scrivo meglio...Non esiste nessun diritto a sentirsi offeso da opinioni contrarie degli altri., e quindi non esiste nessun diritto a non sentirle. Il rispetto per la libertà di ciascuno al credo religioso, non implica per nessuno il dover rispettare ogni credo. Questo perché è vitale per qualsivoglia confronto critico. Qualsiasi limitazione alla satira come mezzo di opposizione e critica, deve essere conforme all'art. 29 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ovvero avere il fine di proteggere i diritti e le libertà degli altri. In sostanza, la miglior risposta ad un'opinione con cui siamo in disaccordo è la replica. Violenza e censura non sono ammissibili, ovviamente. Qualsiasi legge criminalizzi il confronto sulla pretesa di "blasfemia" o offesa al credo o ai supposti valori (ed abbiamo leggi di questo genere in Italia, chissà perché) è una forte limitazione alla libertà umana e va abolita. Capisco che l'infallibile (dogma) Papa Francesco voglia prendermi a pugni - "Ju suis Charlie", si ma... - se attraverso l'esercizio delle mie libertà, critico in modo anche pesante la sua o altre religioni. Ma il diritto di ogni individuo di poter dire che una cosa ridicola, secondo lui é ridicola, non può essere negato perché chi crede in quella cosa ridicola o sostiene quella cosa ridicola, potrebbe offendersi, fosse anche nei suoi sentimenti. Il problema non é di chi ti fa notare che quella cosa é ridicola, ma il tuo, che sostieni o credi in cose degne di essere considerate ridicole. Quindi prima di prendertela con lui, prenditela con te stesso. È un concetto semplice, quasi banale, e facilissimo da capire per chiunque, tranne che per chi si ritiene "infallibile", evidentemente. La marcia di Parigi "JeSuisCharlie", serve a far recepire anche ai più ostinati che nulla al mondo ha il privilegio di poter evitare le critiche. "JeSuisCharlie" serve a tutti quei poteri, politici, economici, sociali e religiosi, specialmente quelli più oppressivi sugli individui, che possono anche provare a censurare e perfino arrivare all'uso della violenza ed delle stragi per rendere le loro ridicole convinzioni vigliaccamente intoccabili, ma non potranno mai vincere contro qualcosa che non può essere sconfitto. La risata.
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