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Senigallia: un piano comunale per l’Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale

Ceresoni: "Città competitiva secondo il prioritario parametro della vivibilità e della sostenibilità ambientale"

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Simone Ceresoni

Leggere i nuovi bisogni della comunità e progettare il governo del territorio in linea con le mutate e rinnovate esigenze dei cittadini del nostro comune. Rendere Senigallia città competitiva secondo il prioritario parametro della vivibilità e della sostenibilità ambientale.

Il governo del territorio a servizio delle politiche sociali di integrazione e di solidarietà verso le fasce sociali più deboli e maggiormente esposte agli effetti della crisi economica. Affrontare gli aspetti sociali della povertà e dell’esclusione sociale partendo anche dal problema dell’accesso alla prima casa in proprietà o in locazione in relazione al reddito disponibile. Potenziare l’ edilizia sociale all’interno delle politiche del welfare.
Sono queste alcune delle linee di indirizzo su cui si sta muovendo l’azione amministrativa dell’Ente in questo mandato, cercando di trovare anche nel governo del territorio risposte avanzate ai bisogni sociali.

Infatti, proprio in questo senso, la Giunta ha elaborato un Piano comunale per l’Edilizia Residenziale Pubblica e Sociale, che avrà il compito di programmare la realizzazione di oltre 350 unità residenziali tra edilizia pubblica (ex – case popolari per intendersi) ed edilizia sociale, da realizzare nei prossimi anni.

Il Piano trova forma e si concretizza in tre diversi atti, che verranno sottoposti all’attenzione del Consiglio Comunale nella seconda parte di questo mandato amministrativo.

La Variante che promuove “azioni per la riqualificazione dell’offerta turistica – alberghiera e per la sostenibilità ambientale attraverso la riduzione e il riclassamento dei carichi urbanistici”, la cui analisi da parte della commissione consiliare competente è alle battute finali, comporterà, una volta giunta alla conclusione del suo iter, la possibilità di realizzare circa un centinaio di alloggi di edilizia pubblica e sociale. Infatti oltre alla previsione di percentuali di edilizia residenziale sociale confermate nel comparto edilizio di via Cellini (che in questo atto proposto dalla Giunta viene ridotto nella complessiva quantità edificatoria di un terzo e all’interno del quale viene preservata dalla edificazione la parte a sud più pregiata ove si trova l’ultima collina in ambito urbano ancora intatta da un punto di vista del paesaggio agrario), importanti proposte sono contenute per la realizzazione di unità immobiliari di edilizia residenziale pubblica nella zona di Via Montello (area già edificabile di proprietà comunale), che verrà ceduta a titolo oneroso all’Erap (l’ex Istituto Autonomo Case Popolari) e nella zona di via Cimarosa, dove l’indice edificatorio dedicato al progetto della nuova Caserma dei Carabinieri viene ridotto della metà e convertito ad un progetto entro il quale sono ricomprese anche quote di Edilizia Residenziale Sociale oltre che a una quota di Edilizia Privata, necessaria in questo caso a fondare la sostenibilità economica dell’intera operazione di conversione. Da ultimo viene individuata un’area già antropizzata lungo via Mattei, i cui volumi già edificati, in accordo con la proprietà, vengono convertiti totalmente ad un progetto di Edilizia Residenziale Sociale, con possibilità di avviare un nuovo progetto di autocostruzione simile a quello ben riuscito di Cesano.

Dopo questa Variante, che si prevede possa arrivare in Consiglio Comunale per la fine di questo mese, il secondo atto, coerente con tali linee programmatiche, sarà il primo Programma Operativo di Riqualificazione Urbana nella Regione Marche (PORU ex -legge regionale 22/2011), il cui innovativo iter di approvazione sarà portato all’attenzione del Consiglio Comunale nelle prossime settimane. Le finalità del PORU, in linea con le previsioni della normativa regionale, sono: risparmio nell’uso del territorio, riqualificare e rigenerare parti di città già antropizzata e in forte degrado, l’obbligatorietà per i soggetti che intervengono nelle trasformazioni urbane di cedere alle casse della comunità locale e quindi del bilancio comunale quote consistenti del plus – valore derivante dalle trasformazioni urbane. Le risorse in tal modo reperite saranno finalizzate alla realizzazione della “Città Pubblica”, entro la quale sarà ricompresa la realizzazione di quote importanti di Edilizia Residenziale Sociale: circa 150 unità edilizie.

Subito dopo, nei prossimi mesi, partirà l’analisi della Variante al Piano Regolatore, che interesserà la zona ricompresa tra il fiume Misa, l’asse autostradale e via Capanna, con la quale si darà attuazione al Protocollo d’intesa siglato lo scorso anno tra il Comune di Senigallia, la Provincia di Ancona e l’ERAP, che prevede la cessione a titolo oneroso in proprietà ad ERAP di un’area comunale, con la conseguente realizzazione da parte dello stesso ente regionale di un nuovo lotto di Edilizia Residenziale Pubblica (case popolari), per numero complessivo di oltre 110 appartamenti.

Da un sommario conteggio, destinato a cambiare in modo negativo e repentino per gli effetti della crisi, sono oltre mille i nuclei familiari – e quindi circa tremila le persone (tra adulti e minori) – inseriti nelle graduatorie comunali dell’edilizia residenziale pubblica e interessati dagli interventi dei contributi affitto.

Le politiche della casa messe in campo dal Comune di Senigallia a fronte dei cambiamenti della domanda abitativa e volte prevenire il disagio sociale, debbono essere supportate fortemente, al fine di renderle efficaci, non più solo verso le cosidette fasce sociali deboli già classificate normativamente, ma anche verso quella cosiddetta “fascia grigia” appartenente al ceto medio: “troppo ricco” per essere ricompreso nelle categorie legislative riferite alle cosiddette case popolari e “troppo povero” per avere l’accesso al credito bancario per acquistare la prima casa. Il Piano comunale di cui si sta discutendo guarda anche a tale componente della popolazione che è titolare di un reddito e, tuttavia, non è in grado di sostenere gli affitti del libero mercato.

Per rispondere alle nuove esigenze si rende necessaria una sinergia tra pubblico e privato volta a estendere l’affitto sociale e ad affiancare all’offerta di abitazioni altre misure, come il sostegno finanziario all’affitto o programmi mirati di quartiere. Si tratta di integrare misure abitative e misure sociali, lavorando sull’intreccio tra la povertà abitativa e le altre forme di povertà e disagio.

Dopo un periodo di inattività in questo settore da parte del Comune di Senigallia, in linea con quanto accaduto in tutto il Paese, il primo decennio degli anni 2000 ha visto l’ente comunale fortemente impegnato nel programmare interventi di politiche per la casa, alcuni dei quali oggi sono diventati realtà. Il caso di “Autocostruzione di Cesano”, le case di edilizia residenziale sociale di via Cimarosa, le case di edilizia residenziale pubblica di via Piave, la rigenerazione urbana del quartiere di Villa d’Aosta in via Raffaello Sanzio, le cooperative che stanno operando nella frazione di Marzocca, sono solo alcuni degli esempi visibili a chi attentamente osserva il procedere delle cose. Problemi non sono mancati e altri progetti programmati sono ancora al palo per difficoltà economiche o anche di progettazione tecnica, ma l’intuizione di ieri è diventata, almeno in parte, la realtà di oggi.

Subito dopo questi atti, credo che sia giunto il momento di chiedere alla Giunta Regionale di aprire un tavolo di confronto di area vasta, che possa fare un ragionamento serio sugli immobili residenziali invenduti e oggi ricadenti nella disponibilità di imprese edili più o meno in crisi o di istituti bancari. Utilizzare questi appartamenti già costruiti e liberi per finalità sociali credo che sia socialmente utile e vantaggioso. Ma lo deve essere anche da un punto di vista etico: la base da cui partire sarà la necessità di riconoscere come “condicio sine qua non” il “minus – valore”: cioè la necessità di pagare questi immobili solo per il costo di costruzione e non anche per il “plus – valore”, onde evitare che finiti i tempi del libero mercato aggressivo, che nelle sue distorsioni ha anche comportato casi eclatanti di speculazione edilizia, sia oggi il pubblico a promuovere la socializzazione delle perdite economiche derivanti dalla crisi e il profitto sia ancora una volta solo a vantaggio del privato.

da Simone Ceresoni – Assessore all’Urbanistica del Comune di Senigallia

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