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Il fotografo senigalliese Lorenzo Cicconi Massi in mostra a Venezia

Prosegue la valorizzazione degli artisti cittadini

©LorenzoCicconi Massi - Le mie Marche

Negli ultimi giorni l’assessore alla cultura del Comune di Senigallia Stefano Schiavoni ed il direttore del Musinf, Carlo Emanuele Bugatti,  hanno incontrato alcuni direttori di Musei italiani e stranieri per le iniziative in corso di valorizzazione del patrimonio artistico senigalliese d’arte contemporanea.

Facendo il punto sulla situazione il prof. Schiavoni ha sottolineato che “Senigallia ha aderito alla richiesta della Regione  toscana e de Museo della scultura del ‘900 per l’esposizione, nella prossima mostra sulla scultura del Novecento  di due opere  in alluminio di Alfio Castelli, conservate dal Musinf” e ha segnalato il successo nazionale ed internazionale della fotografia senigalliese.

Del successo internazionale della mostra di  Mario Giacomelli al Museo di Seoul credo tutti sappiano e siano fieri,  mi fa piacere rilevare anche  che quasi ogni giorno” ha detto il prof. Bugatti, direttore del’Osservatorio della fotografia della Provincia di Ancona e del museo comunale d’arte moderna e della fotografia di Senigallia ” i riflettori della cultura fotografica  si accendono sempre più spesso su esponenti della fotografia senigalliese.

Ci sono state le mostre di Giorgio Pegoli e Lorenzo Cicconi Massi al Museo delle culture europee di Berlino, quella di Cicconi Massi a Spalato, quella di Riccardo Gambelli a Rimini, quella di Mario Giacomelli al Museo di Trastevere a Roma. Notevole poi è stato il richiamo degli Incontri estivi di fotografia a palazzo del Duca, promossi  da Katiuscia Biondi, con le presenze di Achille Bonito Oliva, Philippe Daverio, Franco Vaccari, Antonella Russo, Enzo Cucchi. Di seguito Katiuscia Biondi è stata ad Arles, Parigi ed in Svizzera dove ha portato le sue esperienze critiche e fotografiche.

In questo periodo Cicconi Massi è presente  con le sue immagini contemporaneamente alla Triennale di Milano e alla Fondazione Venezia“.

Dopo il grande successo della mostra di Elliott Erwitt, Venezia presenta al pubblico, in occasione del Natale 2012, un itinerario espositivo che propone tre differenti esperienze. Al primo piano della Case dei Tre Orci a Venezia “La seduzione delle forme, nuove fotografie dalla collezione della Fondazione di Venezia”. Ricerca e passione sono le ragioni che hanno dato vita alla collezione di fotografie della Fondazione di Venezia, attraverso un percorso di crescita che, negli anni, si è arricchito di spunti ed interessi sempre più avvincenti, contemplando la storia, la sperimentazione e l’arte contemporanea come gli elementi strutturali di una raccolta votata a divenire un punto di riferimento per la fotografia italiana. Il punto di partenza è stato l’acquisizione dell’archivio fotografico e librario di Italo Zannier, primo passo verso un approccio antologico alla disciplina, lì dove l’interesse per gli archivi si traduce nell’amore per la storia e la cultura del nostro Paese, abbracciando un arco temporale che parte dalla nascita della fotografia e giunge ai nostri giorni.

Tra le nuove acquisizioni spiccano nomi come Olivo Barbieri, con le gigantografie scattate su Piazza San Marco, Giorgia Fiorio e i suoi paesaggi assoluti e immacolati, le sperimentazioni contemporanee di Paolo Ventura sul tema della memoria, e alcuni preziosi vintage della fotografia italiana più classica come Nino Migliori, Mimmo Jodice, Simona Ghizzoni, Lorenzo Cicconi Massi, Gianni Berengo Gardin e lo stesso Italo Zannier. Acquisizioni che integrano ed arricchiscono la collezione veneziana , fino a scandire le fasi evolutive del suo racconto, al passo con i tempi e le attuali esigenze culturali. Immagini attuali che si confrontano con quelle passate, visioni che alternano stili espressivi, punti di vista e percezioni, tanto da dare la sensazione di un’ “antologia di immagini”, che attraversa epoche e contesti differenti.

Collezionare fotografia è collezionare il mondo“, così Susan Sontag esprime il suo pensiero sulla fotografia, introducendo il tema della collezione come strumento di studio e conoscenza della realtà, unitario e sequenziale ritratto del mondo intero. Seguendo l’itinerario della mostra al pianterreno troviamo: “Flash, mostra sociale del Circolo La Gondola”. Il celebre circolo fotografico, come ogni anno, presenta le opere dei propri soci, l’argomento prescelto quest’anno è il Flash, leit motiv di una ricerca visiva collettiva che si interroga sul tema della velocità, sul significato dell’attimo fuggente, del momento unico e irripetibile.

Le immagini che i soci della Gondola Andrea Avezzù, Enrico “Gigi” Bacci, Antonio Baldi, Aldo Brandolisio, Fabrizio Brugnaro, Lorenzo Bullo, Paola Casanova, Carlo Chiapponi, Mirella Doni, Stefania Galluccio, Mirella La Rosa, Matteo Miotto, Aldo Navoni, Giorgio Nicolini, Stefano Pandiani, Alessandro Rizzardini, David Salvadori, Giorgio Semenzato, Massimo Stefanutti, Fabrizio Uliana, Giovanni Vio, Emilio Zangiacomi Pompanin, presentano in questa mostra, ripercorrono la tecnica in tutte le sue possibilità espressive, sullo sfondo della città di Venezia che rappresenta, nel suo interesse storico e culturale, il punto di riferimento per la riflessione sociale portata avanti dal Circolo.

Con questa mostra, La Gondola porta avanti, ancora oggi, come in passato un percorso di studio e riflessione sulla fotografia come strumento di scrittura narrativa ed emotiva, riflettendo sul tema della luce in quanto elemento imprescindibile all’interno del processo di produzione delle immagini. La luce artificiale, e nello specifico il flash, è pensato, nel corso di questa ricerca, come il filo rosso espressivo che interroga la tecnica in funzione del significato, sempre variabile a seconda del punto di vista del fotografo.

Il flash si fa, dunque, elemento sintattico all’interno di linguaggi differenti: ora pronto ad agire come lampo bianco, inaspettato bagliore descrittivo e minuzioso; ora ritmico e sequenziale, capace di cogliere i gesti di un movimento; ora isolato e circoscritto, punto luminoso di paesaggi serali, metafisici e irreali. Una mostra eterogenea, capace di mettere in evidenza la molteplici possibilità creative della macchina fotografica e di un accessorio considerato sinora marginale come il flash. Ultima, ma non meno importante, al secondo piano del Palazzo, “Emersioni, (some) new photography in Venice”, è la collettiva a cura di Xframe (studio fotografico attivo proprio sull’isola della Giudecca), che vede la presenza di numerosi fotografi: Manuel Capurso, Manuel Costantini, Laura Fiorio, Gianmaria Gava, Diambra Mariani, Nicola Mazzuia, Daniele Sambo, Federico Sutera, Luca Tommasi, Patrick Tombola.

La collettiva è affiancata da una sequenza di progetti editoriali connessi alla fotografia contemporanea, selezionati con il contributo curatoriale di Saul Marcadent. Include autoproduzioni, libri d’artista, pubblicazioni più o meno complesse nella forma e nel contenuto. Nelle sale della Casa dei Tre Oci diversi progetti, divisi per autore, offrono al pubblico un percorso visivo composto da una serie di opere in cui emerge con tutta evidenza la varietà di stili e linguaggi differenti. E’ l’energia delle idee. E’ la restituzione della creatività dei giovani, del loro impegno sul territorio. I racconti fotografici spaziano dalla fotografia di paesaggio a quella artistica, dal reportage alla fotografia di architettura e narrano storie legate alla città, alla vita contemporanea, a tematiche sociali, antropologiche o concettuali, dando così un assaggio della giovane produzione fotografica contemporanea.

“Emersioni” è la riscoperta del processo fotografico stesso, al quale contribuiscono non solo elementi tecnici ma anche culturali, sociali ed emotivi, tutti confluenti verso una sintesi soggettiva della realtà. Con l’esposizione Tre Oci Tre Mostre prende corpo una delle ipotesi sulle quali si discusse all’avvio delle attività culturali nella Casa dei Tre Oci: discutere, produrre e fruire cultura attraverso il linguaggio della fotografia, non solo con importanti esposizioni rivolte ad un pubblico vasto ma anche con un’attenzione particolare alle realtà locali “storiche” come il Circolo La Gondola o emergenti come lo studio Xframe, prendendo atto dello stretto e profondo rapporto che Venezia ha con la fotografia. La valorizzazione di questo legame fra la città, che ha in sé tante memorie del passato, e gli  strumenti nuovi della comunicazione per immagini è la sfida che si apre alla Casa dei Tre Orci. La Fotografia, ormai oggetto primario anche nel patrimonio culturale della Fondazione di Venezia, ma per molti aspetti minoritario nel percorso della fruizione culturale in Venezia, può trovare una casa accogliente e scientificamente adeguata. Lo spazio espositivo della Casa dei Tre Orci, di proprietà di Polymnia, società strumentale della Fondazione di Venezia, è un progetto di Civita Tre Venezie e Fondazione Forma, in collaborazione con Veneto Banca.

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