Da molti atteso, da altri "snobbato", ritorna anche quest’anno il Natale. Tanti lo vivono con gioia e nella fede, altri nella spensieratezza e nel consumismo; alcuni nella solitudine, nella malattia, nell’indigenza e con un po’ di malinconia e di tristezza.Eppure per tutti, riconosciuto o ignorato, il Natale è un dono: è il dono di una presenza di amore.
Il Bambino nato a Betlemme è segno dell’amore di Dio che si abbassa fino all’uomo, diventa uno di noi, per condividere la nostra condizione umana e per renderci capaci di elevarci fino a lui. E’ segno di un amore che non si disinteressa dell’uomo, non abbandona l’uomo a se stesso e alla sua fragilità.Lo stesso Bambino, che fu chiamato Gesù, è l’Emmanuele, il Dio-con-noi: sì, con noi, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, nella vita e nella morte.Da questo Bambino è nata la civiltà dell’amore. Si è schierato dalla parte dei più poveri e dei più deboli; ha difeso la dignità dei bambini, della donna e di ogni essere umano; ha rifiutato decisamente la legge dell’odio e della violenza: ha insegnato ad amare e lo ha fatto non solo con le parole, ma con la testimonianza della sua vita fino al sacrificio supremo di sé.
Il Bambino di Betlemme è la speranza dell’umanità.
Non ci sono altri salvatori al di fuori di lui.
Comprendiamo allora come sia insensato voler sostituire la storia vera di questo Bambino con la favola di Cappuccetto Rosso oppure pensare che si debba rimuovere il presepe perché potrebbe offendere qualcuno.
Anche oggi il Bambino cerca un posto dove possa nascere.
Certamente non gli basta il presepe. La culla che preferisce è il cuore dell’uomo. A chi gli apre il cuore assicura la Pace, che nel linguaggio biblico significa gioia, riconciliazione, salvezza: è il regalo di Dio!
Auguro a tutti un cuore aperto ad accogliere tale dono e allo stesso tempo un cuore disponibile a farsi dono per gli altri, in particolare per chi è bisognoso di pane, di casa, di salute, di coraggio, di senso.
Buon Natale!

Giuseppe Orlandoni
Vescovo di Senigallia