“Questa stagione è intenzionalmente strutturata come fosse una bibliografia: ci sono i classici, ci sono i commenti ai classici, c’è il moderno e ciò che dal classico è nato, per poi però prendere un’altra strada. Le stagioni sono le nostre biblioteche sonore. Beethoven è Leopardi. Stravinskij potrebbe essere Apollinaire. La biblioteca, come il concerto, è un luogo ove si esercita il diritto collettivo di accedere all’arte e alla cultura. Programmare oggi significa dare all’ascoltatore l’opportunità di conoscere i fondamenti storici e linguistici di un’arte che gli appartiene da sempre, ma che non sa essere nel suo bagaglio di uomo occidentale.” ……continua
dall’Ufficio Stampa Teatro della Fortuna