Enzo Paci e Rodolfo Mondolfo: notizie biografiche
Biblioteca Comunale di Senigallia 13 e 20/11/04
Enzo Paci
(Monterado, 1911 – Milano, 1976)
Ha insegnato nelle Università di Pavia e Statale di Milano, ove è stato allievo di Antonio Banfi. Del pensiero di Banfi seppe sviluppare, in forme autonome ed originali, l’interesse per la fenomenologia di Husserl, che interpretò come la filosofia più importante del nostro tempo. Studioso impegnato anche in ambito letterario, architettonico e musicale, sottolineò la tensione dialettica tra vita e ragione, tra esistente e valore. Nacque da qui l’incontro con il movimento esistenzialistico del dopoguerra, del quale rifiutò gli esiti nichilistici in favore della libertà di scelta. Il suo approccio ai problemi filosofici si aprì agli orizzonti europei e mondiali, con una singolare apertura al neopositivismo statunitense. Fece emergere i temi della crisi contemporanea e del soggetto concreto nel tempo, facendosi sostenitore di un fecondo incontro tra fenomenologia, scienza moderna e marxismo.
Rodolfo Mondolfo
(Senigallia, 1877 – Buenos Aires, 1976)
Ha insegnato nelle Università di Padova, Torino e Bologna. Nel 1938, per fuggire le leggi antisemite del governo fascista, dovette emigrare in Argentina. Vi si stabili poi, definitivamente, insegnando nelle Università di Cordoba e di Tucuman. Il contributo di Mondolfo alla storiografia italiana del Novecento è stato originale e significativo. I suoi studi dedicati al pensiero filosofico moderno si soffermano sul problema della conoscenza, ma anche sui temi della morale e del diritto. Il suo pensiero costituisce una costante esaltazione dei valori della libertà, della tolleranza e della democrazia. Ne è prova di indubbia rilevanza, come ha sottolineato Norberto Bobbio, la sua interpretazione del marxismo in chiave umanistica e volontaristica, in dissidio con le "letture" materialistico – positivistiche. Per quanto concerne (analisi del mondo e della filosofia antica, che costituisce un altro suo positivo filone di studi, le ricerche sono volte a sottolineare la presenza di problemi solitamente ritenuti come moderni, quali le nozioni di infinito e di soggettività, di colpa e di peccato.

























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