Segnaletica confusa e parcheggi selvaggi. Le due “croci” della viabilità cittadina. Pedoni e ciclisti si lamentano di doppie o triple file di auto in sosta, magari con le doppie frecce, causa di intralci e gimcane pericolose. Gli automobilisti sono spaesati imboccando vie prive di segnali, specie quelli orizzontali. Prendiamo la macchina e proviamo a percorrere, in una mattinata tipo che non sia quella caotica del giovedì, le principali vie di Senigallia.Superiamo il fatidico nodo della curva della Penna e ci immettiamo in via Leopardi. Le macchine in seconda fila davanti ai negozi di sinistra rallentano enormemente il transito, soprattutto quando la corsia adibita alla svolta a sinistra direzione Portone è perennemente occupata. Per non parlare del rischio dei ciclisti che devono repentinamente gettarsi nella corsia di destra tra auto che sfrecciano.Continuiamo in via Leopardi. Davanti al negozio di autoaccessori motorini, biciclette, sedie e quant’altro occupano illecitamente il parchegio a spina di pesce. Vogliamo parcheggiare nel nuovo parcheggio della pesa pubblica? Bene, ma qual è la giusta direzione? Un parchegggio ampio di solito ha una direzione referenziale d’entrata e una d’uscita. Così non è, e restiamo imbottigliati un quarto d’ora sperando che l’ auto che abbiamo di fronte ci faccia passare oppure inseriamo noi la retromarcia, sperando sempre che quello dietro di noi arretri pure lui, altrimenti i minuti volano.Non parcheggiamo e proseguiamo oltre, prendendo la direzione ponte Zavatti. Chi ha la precedenza? Chi viene dallo stradone Misa o noi? Mica si può tirare i dadi, non in macchina almeno: “Passa il più veloce” forse è la nuova norma stradale senigalliese. Il peggio deve ancora arrivare. Una curva che dire a gomito è un eufemismo ci attende sulla sinistra. “La curva del nuovo ponte – racconta Silvana Fabri – mi terrorizza. A parte le prime volte in cui ho fatto questa curva agghiacciante e a cui ora mi sono abituata, il dramma è immettersi in via Giordano Bruno. Da quando un autista deve svoltare la testa a destra in quel modo, rischiando di perdere controllo dell’auto?”.Ma cambiamo zona e torniamo a casa passando per la zona Porto. Via Carducci di mattina è un caos di vetture “appoggiate”, come si suol dire ai vigili quando sono nei paraggi con penna e blocchetto delle multe in mano, per entrare in un negozio. Mettiamoci il cuore in pace e non strombazziamo, ma quando dopo la porta Lambertina, all’incrocio tra via Mamiani e via Costa, troviamo un agglomerato informe di auto in sosta allora ci arrabbiamo. Non è così strano che gli abitanti della zona si lamentino di clacson e smog in flusso continuo. Se la pescheria è aperta l’ira funesta di ogni automobilista che lì deve passare sale alle stelle.Per non parlare della “barzelletta”, come l’ha definita un residente, del parcheggio dì via Mamiani. E’ a spina di pesce, ma, ora che la via è a senso unico, dalla parte opposta della carreggiata. Oppure c’è la comica del parcheggio “fai da te” proprio davanti al Commissariato di polizia, al Portone. Largo Boito tra bar, edicola e tabaccheria è la sede prediletta del parcheggio anarchico, che non scherza pure in via Rossini.Passiamo ai limiti di velocità: in via Verdi 50 chilometri all’ora in uno spazio strettissimo tra auto parcheggiate da entrambi i lati, dove il passo d’uomo è più che obbligatorio, ma semplicemente necessario se non si vuol essere protagonisti di una carambola degna di un giocatore di biliardo, con i veicoli in sosta al posto dei birilli. In viale dei Pini limiti dei 30 e autovelox in una carreggiata doppia. Semplici contraddizioni o errori madornali?
di Chiara Michelon