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Maxiprocesso Eternit: “Amianto è ferita aperta anche per Senigallia”

Mangialardi commenta la sentenza sulla prescrizione del reato di disastro ambientale

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Manifesti e striscioni per il processo Eternit

In genere sono restio a commentare le sentenze, tanto più quanto queste assumono un valore simbolico tale da suscitare clamori o accendere passioni che rischiano di essere facilmente strumentalizzate per banale calcolo o interesse politico. Ma questa volta è diverso, e dico chiaramente che l’ingiusta e inspiegabile sentenza con cui la Cassazione ha concluso il maxiprocesso Eternit, getta sale anche sulle ferite ancora aperte della nostra città“.

Così il sindaco di Senigallia Maurizio Mangialardi, commenta la sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato, dichiarando il reato prescritto, il giudizio di condanna per il magnate svizzero Stephan Schmidheiny.

Per decenni – continua Mangialardi – Senigallia ha convissuto con questo nemico che sembrava identificarsi con il progresso industriale attraverso i grandi stabilimenti della Sacelit e dell’Italcementi, mentre, al contrario, mieteva subdolamente morte e dolore, sia nella fase della produzione che nel successivo utilizzo dei manufatti. Ecco perché oggi, forse più di chiunque altro, i senigalliesi sentono sulla propria pelle il dramma di tanti cittadini di Casale Monferrato, la sofferenza delle famiglie che hanno perso i loro cari, la rabbia e la frustrazione per l’ingiustizia subita“.

Ma non bisogna arrendersi – conclude il sindaco – ed è necessario proseguire nella ricerca della verità e della giustizia, quella giustizia che chi ha pagato con la vita le colpe altrui si merita. Nel frattempo, però, auspico che il caso di Casale Monferrato non si esaurisca in una girandola di emozioni fini a se stesse, ma rappresenti una spinta concreta per il governo e il parlamento a varare normative più chiare e stringenti in tema di bonifica, dove c’è ancora tanto da fare. Parlo per Senigallia, ma credo che valga anche altrove: nonostante la rimozione dell’amianto da scuole ed edifici pubblici operata dal Comune e da altri enti, sono ancora troppi i fabbricati privati che contengono amianto e su cui le istituzioni non hanno alcun potere. Il mio appello, affinché tragedie non si sommino ad altre tragedie, è che siano quanto prima dati agli enti locali strumenti adeguati per intervenire, anche in maniera coercitiva. Sarebbe il modo migliore per fare giustizia e onorare la memoria dei defunti“.

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