Tra scenografie luminose, eventi musicali e animazioni, nel Natale 2025 di Senigallia emerge un’assenza che non può passare inosservata e che non può essere taciuta: quella della solidarietà.

Nel ricco calendario di iniziative mancano momenti dedicati a chi vive il periodo natalizio non come una festa, ma come un tempo di maggiore solitudine e fragilità: anziani, persone sole, cittadini in difficoltà economica o sociale sembrano restare ai margini del racconto della magia del Natale. L’orgogliosa narrazione dell’amministrazione comunale si concentra quasi esclusivamente sull’esperienza visiva, sull’intrattenimento e sulla capacità di attrarre flussi turistici e contenuti per i social network.

Un’impostazione legittima, ma che indubbiamente trascura la dimensione sociale più autentica. Nel suo comunicato di presentazione del Natale 2025, il sindaco Olivetti ha parlato di una “comunità più coesa e forte”, di coinvolgimento delle associazioni e di attenzione ai giovani.

Pensiamo che la coesione non nasca solo dalle luci o dalle fotografie condivise online: la coesione sociale prende forma soprattutto nella capacità di non lasciare indietro nessuno.

In una città che invecchia, dove aumentano le solitudini, le fragilità sociali e il disagio giovanile, non c’è traccia nel programma di un segnale chiaro di inclusione e di attenzione per queste realtà della nostra comunità. Non si tratta di contrapposizione allo spettacolo né di sminuire l’impegno organizzativo messo in campo. La domanda è piuttosto un’altra: che tipo di società vuole costruire questa amministrazione? Una società che consuma solamente o che abita insieme e condivide? Forse sarebbe bastato un gesto, anche simbolico da parte del Sindaco, per ricordare che il Natale a Senigallia, oltre al prodotto turistico e commerciale, avrebbe potuto essere un atto comunitario di attenzione verso l’altro.