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PCI Marche: “Dal caso Senigallia una lezione per il futuro”

"Per quanto riguarda la difesa del territorio vogliamo approfondire la situazione inerente alla gestione dei nostri fiumi"

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PCI - Comunicato stampa

Il PCI, a Senigallia, rileva come nella campagna elettorale di rinnovo del Consiglio Regionale Marche, stiano emergendo elementi di critica strutturale sia al centrodestra che al centrosinistra, confermando la coerenza della nostra scelta nel candidare la lista del PCI in antitesi a questo bipolarismo e seguendo le linee guida emerse dal Congresso del Partito tenutosi a Forlì a marzo 2025.

Le ragioni fondamentali che ci pongono in alternativa al bipolarismo sono numerose, ma sicuramente il punto cardine è che entrambi gli schieramenti, con sfumature impercettibili circa le intenzioni di voto, nella sostanza hanno poi espresso parere favorevole nei confronti del riarmo. È evidente che in un momento di crisi economica, impegnare le risorse finanziarie dello Stato italiano nell’acquisto di decine di miliardi di euro di armi configuri una scelta scellerata che va a calpestare il già compromesso “Stato Sociale” e le relative politiche a difesa di LAVORO, SANITÀ, SCUOLA E DIFESA DEL TERRITORIO.

Proprio per quanto riguarda la difesa del territorio vogliamo approfondire la situazione inerente alla gestione dei nostri fiumi, a partire dalle contraddizioni politiche emerse a seguito delle due alluvioni che hanno colpito il bacino idrografico dei fiumi Misa – Nevola nel maggio 2014 e nel settembre 2022.

Abbiamo letto con attenzione il comunicato uscito lo scorso 11 luglio da parte del “Coordinamento dei Comitati alluvioni 2014 – 2022” di Senigallia, a cui va il nostro plauso per aver affrontato con coerenza in tutti questi anni le vicende e le conseguenze delle due catastrofiche alluvioni, a partire dalla costituzione come parte civile di centinaia di persone colpite nei due processi penali legati alle alluvioni, nella partecipazione al Contratto di Fiume, e per aver organizzato diversi incontri pubblici e dibattiti.

Nel rispetto dei morti, e nel rispetto di chi si è ritrovato la casa o l’attività inagibile con ingenti danni, l’attenzione posta dal Coordinamento sul tema del PAI (Piano di Assetto Idrogeologico) ci trova vicini alla loro istanza, in quanto ricordiamo che l’unico consigliere comunale di Senigallia che votò contro l’attuazione della deperimetrazione del PAI, che ha la funzione di individuare le aree a rischio esondazione, fu il nostro candidato alle prossime elezioni regionali Maurizio Belligoni, come dichiarato alla stampa il 30/11/2014 da Maurizio Mangialardi, ex Sindaco di Senigallia, oggi candidato con il PD nella coalizione che sostiene Matteo Ricci alla presidenza della Regione Marche.

Articolo post alluvione del 2014

Maurizio Belligoni, consigliere comunale comunista, fu l’unico a votare contro l’approvazione del PAI, perché come sostenuto da più forze politiche “il punto è che la sicurezza è un valore sotto ordinato rispetto al diritto di edificare”, come dire: prima viene il diritto di costruire, poi forse quello di vivere in sicurezza.

L’azione politica dei comunisti, da sempre in lotta contro le varie forme di speculazione edilizia presenti nel territorio marchigiano, individua dunque nel “caso Senigallia” un esempio drammaticamente emblematico, perché è vero che il PAI da solo non allontana il pericolo alluvioni, ma è uno strumento fondamentale per individuare le aree a rischio e per calibrare conseguentemente le autorizzazioni edilizie e soprattutto i Piani di Emergenza. A nostro avviso, inoltre, la riduzione delle aree classificate come R4 (massimo rischio) dovrebbe effettuarsi solo ed esclusivamente a conclusione dell’attuazione dell’assetto di progetto globale dell’asta fluviale interessata, come ad esempio nella creazione delle vasche di espansione a monte di Senigallia. Va ricordato che i progetti della creazione di vasche di espansione nel bacino idrografico dei fiumi Misa – Nevola sono stati sviluppati a partire dagli anni ‘80 del secolo scorso, ma l’inaugurazione della prima è avvenuta soltanto nel 2024 nella zona Brugnetto. Considerando che a monte della zona Brugnetto, nei territori di Ostra, Trecastelli, Barbara si sono registrate gravi inondazioni nell’alluvione del 2022, con anche perdite di vite umane, oltre a danni ingenti, la creazione di un assetto di progetto globale risulta prioritario.

In merito poi ai Piani di Emergenza, i due schieramenti di centrosinistra e di centrodestra hanno dimostrato, nel tempo, di essere attraversati da contraddizioni eclatanti: l’ex sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi, nel 2017 emanava l’ordinanza n°50, con essa ammettendo che la mancata pulizia e l’ostruzione dell’alveo dei fiumi determinava la pericolosità degli stessi, che ha avuto come concausa l’evento alluvione che ha portato morte e distruzione anche di infrastrutture pubbliche. L’ufficio preposto della Regione Marche successivamente all’uscita di questa Ordinanza invitava e diffidava a ritirare la stessa per illegittimità.

Diffida della Regione relativa all'ordinanza emessa dall'allora sindaco Mangialardi

Successivamente a questo, nell’ottobre 2017 veniva redatto dal Comune di Senigallia il “piano urgente di emergenza per la salvaguardia della incolumità della popolazione ricadente nelle aree a rischio idrogeologico molto elevato”, che si pone in aperta contraddizione all’ordinanza 50, soprattutto nel passaggio in cui, richiamando il rischio esondazione, si definiscono le arginature come fortemente strutturate quando, al contrario, nell’alluvione del 2014 le rotture arginali sono state certificate in più di 20 punti; lo stesso documento è inoltre irrispettoso quando, in un altro passaggio, definisce quella medesima esondazione del Misa senza conseguenze, non avendo causato la “perdita di vite umane”, mentre sappiamo che quell’alluvione causò tre vittime.

Rischio di esondazione del fiume Misa

La mancanza di rispetto verso le vittime risuona anche nelle tristemente famose dichiarazioni del Capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale Marche Carlo Ciccioli, il quale, nei giorni seguenti all’altra tragica alluvione di Senigallia (quella del 2022, con 13 persone decedute) in modo indecoroso parlò di quei morti come di “vittime nel posto sbagliato al momento sbagliato”.

Andrebbe fatto osservare al Consigliere Ciccioli che con ogni probabilità quelle vittime ci sono state non tanto per fatalità, quanto perché la struttura della Protezione Civile Regionale ha avuto gravi lacune, considerando che esistevano tempi tecnici operativi di salvaguardia dell’incolumità pubblica: tale struttura, sotto la regia del Presidente Francesco Acquaroli, in quell’occasione ha palesato gravi inadempienze almeno di natura politica, in quanto è provato che la sera di quel tragico 15 settembre 2022, vi furono le prime avvisaglie di criticità idrogeologica in zona Conce di Arcevia intorno alle ore 19:00, mentre si ebbero alcune vittime intorno alle ore 21:00 in zona Pianello di Ostra: c’erano circa due ore di tempo per avvisare la cittadinanza del pericolo incombente.

Rileviamo, inoltre, che il tema delle delocalizzazioni nei confronti dei cittadini che vivono in zone ad alto rischio, non si risolve da solo con il recente stanziamento dei 900mila euro da parte della Regione (proprio a cavallo delle elezioni), a più di 11 anni dall’alluvione del 2014, perché non dà risposte concrete circa un piano preciso e soprattutto operativo, né per quanto riguarda gli espropri in vista delle nuove opere di mitigazione del rischio idrogeologico dell’asse fluviale, né per le percentuali di delocalizzazione, che non possono coprire il disagio economico ed emotivo di abbandonare la propria abitazione e la propria attività economica. Facciamo nostra la frustrazione delle persone che si ritrovano in questa situazione di estremo disagio dagli eventi del 2014.

Per superare certe inadempienze, per eliminare le contraddizioni insite negli schieramenti che si dicono essere contrapposti, mentre a distanza di più un decennio dal 2014 non registriamo nei fatti una netta ed incisiva mitigazione del rischio idrogeologico del bacino idrografico fiumi Misa – Nevola, il PCI Marche a Senigallia, come detto in precedenza, è aperto ad un dibattito pubblico con Comitati e Partiti per discutere sugli interventi da attuare in tutto il territorio marchigiano, partendo da obbiettivi per noi irrinunciabili:

– Attuazione rapida ed efficace di assetti di progetto di natura idrogeologica, con la partecipazione attiva della popolazione, secondo quanto previsto dalla CONVENZIONE DI AARHUS.

– Una giusta ed attenta delocalizzazione – espropri degli immobili e terreni presenti nelle aree a rischio esondazione.

– Riorganizzazione della Protezione Civile Regionale.

Da questo terzo punto, in particolare, deriva la conseguenza che la stessa Protezione Civile marchigiana è costretta a diramare annualmente decine di allerte meteo, vista la situazione di potenziale pericolosità rappresentata dalle precipitazioni anche solo di media intensità, in assenza degli elementi progettuali sopra analizzati.

L’invito dunque a diventare parte della cittadinanza attiva lo rivolgiamo a tutti coloro che non si arrendono a narrazioni semplicistiche e calate dall’alto, per costruire un fronte di lotta coeso, ritenendo che le parole di Chico Mendes “l’ambientalismo senza lotta di classe è semplice giardinaggio” siano quanto mai attuali e valide.

 

da: PCI Marche

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