Rischio idraulico del fiume Misa, l’ingegner Rognoli replica a Fratelli d’Italia
"Per dialogare positivamente occorre anche essere onesti intellettualmente e disponibili alle critiche"

Occorre innanzi tutto fare una breve premessa prima di parlare delle questioni tecniche collegate al rischio idraulico.
In data 13 luglio 2023 ho rassegnato le dimissioni da Amministratore Unico della GESTIPORT spa della cui lettera, agli atti del Comune e a voi non nota, ne riporto una parte:
“– Ritenuto che l’Assessore al Porto di fatto non esiste, e che comunque non si occupa del Porto, sono mesi che attendo di avere un incontro con Lei, Sindaco, per illustrarle la situazione; e ritenuto che sono mesi che non ricevo riscontro neanche da Lei, anche se ad ogni incontro casuale mi ripete la frase “io e te dobbiamo parlare”.
– Ritenuto che tutto il lavoro per la trasformazione di Gestiport da SPA a Società Speciale è stato fatto dal sottoscritto, che ha dovuto rassicurare alcuni soci, restii a firmare la cessione delle quote, circa il fatto che Gestiport sarebbe proseguita come società comunale e che si sarebbe occupata poi solamente del porto senza alcuna altra interferenza come del resto, al tempo da Lei assicurato. Invece ora nell’oggetto sociale vengono individuate ed inserite altre attività…”
Detto ciò le mie critiche sull’operato della Regione e del Comune sono iniziate in data antecedente alle dimissioni, quando venuto a conoscenza delle iniziative Regionali che, tramite il Consorzio di Bonifica, avrebbero devastato la città ho cercato di fare quel poco che potevo, ossia scrivere qualche articolo in modo da sensibilizzare i cittadini di Senigallia e poi anche la struttura commissariale. Quindi strumentalizzare i miei interventi tecnici pubblici con le dimissioni volontarie è una Vostra forzatura inaccettabile.
Al riguardo riporto per Vs. conoscenza alcune iniziative a suo tempo da me intraprese:
- Ho presentato in data 6/01/2021 alla Provincia di Ancona, assieme ad altri colleghi e come prevede il DPR n. 152/2006, le osservazioni al procedimento di verifica di assoggettabilità a VIA per il prolungamento dell’ex molo di levante, considerazioni che, in parte, sono state riprese dal responsabile della procedura che hanno assoggettato alla verifica di VIA. La Regione e il Consorzio di Bonifica invece che attivarsi in questa direzione hanno preferito chiedere la sospensiva del provvedimento provinciale al TAR Marche che l’ha negata e successivamente dirottareparte del finanziamento POR-FESR 2014-2020 (oltre 500.000 euro) assegnato al Comune di Senigallia a Falconara M.ma!! (mi pare, al proposito di non aver sentito alcuna protesta).
- Contemporaneamente ho inviato al Presidente Acquaroli una relazione sul progetto che destinava la darsena N.Bixio a sfioratore (ovviamente non ricevendo riscontro alcuno).
- Ho incaricato, a Gennaio del 2022, quando ero ancora Amministratore di Gestiport, la POLITECNICA DELLE MARCHE ad effettuare uno studio sull’impatto che il prolungamento del molo di levante del Misa avrebbe avuto sull’ingresso del nuovo porto, poiché il timore era che questo progetto potesse avere un impatto negativo sulla navigazione. Il risultato, pubblicato sulla stampa locale, ha confermato che quella ipotesi avrebbe aumentato la possibilità di riduzione del fondale di ingresso.
Gli interventi all’interno del demanio marittimo secondo i proponenti, Consorzio di Bonifica e Genio civile di Ancona, avrebbero mitigato il RISCHIO IDRAULICO DELLA CITTA’ DI SENIGALLIA, questo modo di ragionare è totalmente al di fuori di ogni logica di ingegneria idraulica. Infatti il rischio idraulico si riduce a monte e non a valle come è avvenuto in altre città. Quindi ritengo che le mie considerazioni sono sempre state finalizzate, forse con un po’ di presunzione direte voi, a migliorare gli interventi ipotizzati per il bene della città.
Non mi pare che Fratelli d’Italia, al pari di tutta la Giunta senigalliese, abbia detto qualcosa riguardo a questi interventi portati avanti dal Consorzio di Bonifica, per conto della Regione.
Lo sostengo e lo ribadisco, senza entrare nel dettaglio, che i lavori di ‘’somma urgenza’’ effettuati lungo l’alveo del Misa e del Nevola (esclusa l’asportazione della vegetazione anche se un taglio selettivo avrebbe favorito la riduzione della velocità) sono completamente inutili al fine della mitigazione del rischio idraulico che invece è aumentato di molto nel centro della città.
Se i lavori di ‘’somma urgenza’’ effettuati fossero stati utili ai fini di una mitigazione la nuova perimetrazione R4 del PAI ne avrebbe tenuto conto, cosa che non è avvenuta. Infatti la classificazione in R4 è stata definita per tutte le zone oggetto della esondazione e anche oltre poiché basata su un modello digitale del terreno e una portata massima con tempi di ritorno di 200/anni. Perimetrazione che sarà possibile rivedere e restringere solamente dopo che saranno fatti i veri interventi strutturali, ossia le vasche di laminazione delle piene contenute nel Piano del Commissario e, prima ancora, nell’Assetto di Progetto del 2016 elaborato dalla ex Autorità di Bacino Regionale, in modo che a Senigallia giunga una portata massima di 300 mc/s anziché 951mc/s, come stimato dalla Fondazione CIMA insieme agli esperti dell’UNIVPM. A questo proposito vi invito a leggere il comunicato del Sindaco di ieri fatto dopo aver incontrato i vertici dell’Autorità Distrettuale dell’Appennino Centrale in cui si capisce che il perimetro verrà adeguato sulla base della realizzazione delle opere di mitigazione (casse d’espansione). E allora se si fosse subito iniziato a progettare e realizzare tali opere, quantomeno quelle già individuate dall’Assetto di Progetto del 2016, probabilmente la fascia R4 sarebbe stata meno estesa! Perché tutti sapevano che il primo stralcio di Bettolelle non sarebbe stato sufficiente a ridurre il rischio.
Per quanto concerne i procedimenti penali in corso presso il Tribunale dell’Aquila posso solamente affermare che l’esondazione del 2022 nel centro cittadino è stata causata, senza alcun dubbio, dal nuovo ponte 2 Giugno (vedi perizia del C.T.U. della Procura Prof. De Miranda). Al momento gli unici inquisiti sono funzionari regionali e dipendenti o del Consorzio di Bonifica o della B.M.E engineering (società del Consorzio di Bonifica) non so esattamente.
Per concludere, se è vero che negli ultimi 40 anni il problema della mitigazione non è stato affrontato sia nei tempi che nei modi dovuti, èaltrettanto vero che dal 2020 al 2022 si è proseguito nel non progettare interventi concreti e tanto meno effettuare gli interventi opportuni fino alla alluvione del 15 settembre.
Solamente da tale data, sia per i “poteri speciali” del Commissario che per le ingenti somme messe a disposizione si è potuto provvedere a ristori, effettuare studi e rilievi per individuare le opere maggiormente capaci di mitigare il rischio ed interventi.
Questi ultimi non necessariamente utili ai fini della mitigazione del rischio idraulico (vedi demolizione e progetto del ponte Garibaldi), mentre non si è messo subito mano al rifacimento del ponte 2 Giugno e all’accelerazione della realizzazione delle vasche di laminazione. Vi faccio notare che tra i 10.000 firmatari contro il progetto del nuovo ponte vi sono molti cittadini che hanno votato Fratelli d’Italia.
Infine, certamente ci sono molto punti di vista in comune tuttavia per dialogare positivamente occorre anche essere onesti intellettualmente e disponibili alle critiche che, nel mio caso, hanno l’obiettivo di fare il meglio per il bene della città.
da: ing. Mauro Rognoli

























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