All’inizio era una pellicola degli anni ’50 ispirata al romanzo di Henry James “Washington Square”. Poi Antonio Ruccello e Lello Guida la trasformarono in “L’Ereditiera” e la trasferirono sul golfo di Napoli, ed il regista e attore Antonio Cirillo, ne ha fatto “uno dei lavori più freschi e divertenti della stagione”.
Lo spettacolo, presentato al Teatro La Fenice di Senigallia ieri pomeriggio, è stato premiato con l’Ubu, l’Oscar del teatro per la miglior regia. Un’esilarante e geniale interpretazione di una disgraziata storia d’amore di fine ottocento, che è soprattutto ironica dissacrazione di tutti ma proprio tutti i “generi”.
Sul palcoscenico si mescolano senza sosta e senza tempo, Hollywood e Via col Vento, la sceneggiata napoletana e Beautiful, Nino d’Angelo ed il Nabucco.Tante storie d’amore e disamore che portano con se altre storie, che portano ad altre storie.Sensazionali colpi di scena, macchiette tipiche del teatro partenopeo, e soprattutto una magistrale ed irresistibile interpretazione di zia Lavinia dello stesso Arturo Cirillo. Una zia tutt’altro che bigotta, che cerca di far sposare la nipote, Caterina, una bravissima Monica Piseddu, con don Felice, Giovanni Ludeno, bellimbusto in cerca di dote. Il padre di Caterina, Don Benedetto, Rosario Giglio, si oppone, e tiranneggia la figlia. Alla morte del padre Caterina si “emancipa”, da tutto e da tutti. Ascolta Rita Pavoni, balla il twist e convive con il cugino Ciccillo, Michelangelo Dalisi, ma soprattutto non apre la porta al passato, ma guarda avanti dritto dentro una televisione accesa.
Completano il cast una “strana cameriera” Antonella Romano ed un classico pulcinella Salvatore Caruso.
La programmazione del Teatro La Fenice di Senigallia prosegue con Metamorfosis de La Fura dels Baus sabato 11 e domenica 12 febbraio 2006.

Maria Pettinari