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Le ‘brutte parole’ utilizzate da chi si occupa di verde pubblico

GSA Senigallia: "I termini che amministratori e tecnici non dovrebbero mai usare, anche se molto di moda"

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OFR Senigallia - Onoranze Funebri Riunite - Casa funeraria - Beretti, Cordella, Pasquinelli
Alberi da potare al Parco della Pace

Ci sono parole che, chi si occupa di alberi e di verde pubblico in generale, non dovrebbe mai usare, anche se attualmente sono molto di moda specie tra amministratori pubblici e qualche tecnico.

La più iconica è senza dubbio piantumare (e piantumazione). Il termine, che piace tanto a politici e tecnici degli enti pubblici, deriva da piantume, un termine che indica gli avanzi del vivaio a fine stagione, che si cerca spesso di svendere; quindi prodotti di bassa qualità, scarti. Da non dimenticare poi che quasi tutte le parole che terminano con il suffisso “ume” assumono un significato negativo e a volte spregiativo (ad esempio marciume, sudiciume, viscidume, barlume e così via).

I termini corretti non mancano di certo: si può usare piantare, mettere a dimora, collocare ecc….

Altro termine che spesso si associa al precedente è essenza. Questo è un vocabolo dai significati diversi e sempre molto distanti fra loro, a seconda dei campi in cui lo si usa: dalla filosofia, alla chimica, alla moda. E’ usato anche nel campo della industria forestale, ma è sconsigliabile usarlo nel linguaggio corrente riferito al giardinaggio ed alla gestione del verde pubblico.

Anche perché, specie in questo caso, le alternative non mancano di certo: ad iniziare dagli stessi termini di alberi o piante o arbusti; o se si vuole essere più tecnici si possono usare parole come specie, varietà, cultivar.

Un termine che si sta diffondendo negli ultimi tempi è manutenzione, riferito ad alberi isolati o inseriti in viali, parchi e giardini.

Manutenzione è una azione generalmente riferita a oggetti, strutture o macchine. Ad esempio si fa manutenzione a un motore, a un elettrodomestico, a un impianto elettrico, a una linea ferrata.

Per quanto riguarda gli esseri viventi, piante comprese, non si fa manutenzione ma si curano, si gestiscono, si controllano e, in casi particolari con riferimento a persone ed animali, si assistono.

Altro caso è la confusione fra alberi e arbusti, denominazioni spesso usate secondo convenienza, attribuendo alla parola arbusto un connotato negativo. Forse è utile ricordare che sono due termini che stanno ad indicare tipologie vegetali molto diverse. In estrema sintesi: per arbusto si intende una pianta legnosa con più fusti aventi origine da un ceppo comune, fin dal basso. Albero è una pianta legnosa dotata di un fusto centrale, o tronco, con ramificazioni che partono dall’apice dello stesso, e sempre ad una certa altezza dal suolo.

Una postilla finale: di recente un esponente politico locale ha scritto, a proposito del rifacimento di un prato, di “ripiantumazione dell’erba”. Si ricorda, sommessamente, che l’erba non si ripiantuma e normalmente neanche si pianta, ma generalmente si semina.

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