Francesca Berardi ha ricevuto il Premio Agape
Importante riconoscimento per l'artista e operatrice culturale senigalliese

Il 24 maggio 2025, nello splendido scenario del Palazzetto dei Nobili di L’Aquila, si è svolto il III Convegno Internazionale “Il valore della poesia nella contemporaneità: tra letteratura, arti, psicoanalisi e società”, intitolato alla memoria del prof. Mario Pazzaglia, celebre autore dell’Antologia della Letteratura Italiana. L’evento, di respiro nazionale e internazionale, organizzato e moderato dallo scrittore e psicoterapeuta Antonio Lera, ha rappresentato un importante momento di riflessione sul ruolo della poesia e dell’arte nella società contemporanea, riunendo studiosi, critici, giornalisti, artisti e poeti in un dialogo aperto e multidisciplinare.
Nell’ambito del convegno è stato conferito a Francesca Berardi, artista e operatrice culturale di Senigallia, il prestigioso Premio Agape – Caffè Letterari d’Italia e d’Europa per il Teatro, riconoscimento riservato a figure che si distinguono per profondità di pensiero e impegno sociale in vari settori.
La motivazione ufficiale recita: “per la sua opera comunicativa intrisa di valori culturali, etici ed estetici”, sottolineando l’impegno di Francesca Berardi nel coniugare ricerca artistica, attivazione comunitaria e valore poetico nella pratica scenica contemporanea.
Docente di scuola secondaria e dottoranda in Studi Teatrali presso l’Università di Alcalá de Henares in Spagna, Francesca Berardi è attrice e regista del Collettivo Collegamenti, autrice teatrale della collana Parole Camminate e direttrice di tre festival multidisciplinari nella Regione Marche: Collegamenti Festival a Senigallia, Radici Festival a Sirolo e Insuasa Festival a Castelleone di Suasa. Il suo lavoro artistico e pedagogico è mirato alla creazione di percorsi e comunità educanti attraverso il teatro.
Nel suo discorso di ringraziamento, ha voluto condividere un pensiero ispirato alle parole di Octavio Paz: “Diceva il premio Nobel Octavio Paz che la poesia, nelle società moderne, è stata relegata ai margini, e l’esilio della poesia è anche l’esilio del meglio del genere umano. Occorre riportare la poesia, e dunque il teatro, al centro della nostra società, come potente motore di democrazia, di pace e di miglioramento individuale e collettivo.”


























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