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Sballo folle, “ma non volevo ucciderla”: il GIP non convalida l’arresto di Florio

Svolta l'udienza del ventenne di Ripe, ora libero, accusato di tentato omicidio della fidanzata minorenne

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Vigor-Vismara 2008 - 18.12.2013
toghe, giudici, udienza, tribunale, processo

E’ tornato in libertà Giuseppe Florio, il ragazzo di venti anni di Ripe che i Carabinieri di Senigallia avevano arrestato con l’accusa di tentato omicidio della sua fidanzata di sedici anni, che in stato di alterazione psicofisica, secondo una prima ricostruzione, avrebbe tentato di strangolare.

I contorni della vicenda ora, dopo l’udienza svolta sabato 14 dicembre presso il Tribunale di Ancona davanti al Giudice per le Indagini Preliminari, stanno assumendo un aspetto diverso, secondo la versione fornita da Florio, che è valsa al giovane la non convalida dell’arresto: decisione che lo ha dunque immediatamente scarcerato, pur mantenendo in piedi le accuse su cui continueranno le indagini.

Il momento del supposto strangolamento, rilevato dai Carabinieri prima di giungere all’arresto, è infatti stato ripercorso da Florio, che ha affermato di aver praticato alla minorenne una pressione del seno carotideo, tecnica che porta alla perdita di sensi, ma non alla morte.

Il ventenne, che pratica arti marziali, ha dichiarato di aver cercato, con quell’azione, di calmare la ragazzina, in preda a deliri dopo l’assunzione sconsiderata di un mix di farmaci e alcol: uno “sballo”, cercato proprio insieme a Florio, che stava degenerando in richieste folli come quella di essere uccisa.

Dapprima la minore, a Senigallia, avrebbe chiesto al suo fidanzato di essere trafitta con un cacciavite, ma Florio, secondo quanto dichiarato, si sarebbe rifiutato, affermando che piuttosto si sarebbe ucciso lui; poi la sera di pazzia è proseguita a Torrette di Fano, dove la ragazza ha prima espresso la volontà di fuggire a Roma, poi nuovamente quella di essere uccisa. A quel punto, da quanto emerge dalla testimonianza di Florio, la pressione, lo svenimento e il ricovero in ospedale, che sarebbe stato voluto proprio dal ventenne.

La testimonianza di Florio, assistito dall’Avvocato Domenico Liso, ha dunque indotto il Giudice a rivedere la decisione dell’arresto e a rimettere in libertà il ragazzo, su cui, come dicevamo, ancora gravano le accuse oltre alla possibilità dell’impugnamento dell’atto da parte del Pubblico Ministero.

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