Picchiata, violentata, condannata e espulsa
La vicenda della "lucciola" albanese
Violentata, seviziata, derubata, poi arrestata perchè clandestina. E infine condannata: cinque mesi e dieci giorni. Poi la rimessione in libertà ma con l’obbligo di lasciare l’Italia entro cinque giorni. E’ la storia di A.J., 30 anni, la lucciola albanese stuprata da due marocchini sabato sera a Marzocca. La legge a volte sa essere implacabile. Fatto sta che nella spiaggia di velluto l’intervento congiunto di Comune e forze dell’ ordine hanno portato ad un rafforzamento dei controlli e ad un’azione più incisiva nella lotta alla prostituzione. Senigallia ha anche rafforzato i legami con l’associazione Free Woman, la Onlus che ha avviato sul territorio il progetto “Opportunity 2005” a sostegno delle donne vittime dello sfruttamento della prostituzione.
Il fenomeno della prostituzione di strada, secondo i dati elaborati proprio da Free Woman, a Senigallia si concentra a nord, al Cesano lungo la strada della Buciata, e a sud, lungo la statale tra il Ciarnin e Marzocca. In base all’ultimo rilevamento fatto dalla Onlus, da giugno a novembre scorso il numero di prostitute in strada sulla spiaggia di velluto è rimasto costante sulle 25-27 presenze giornaliere, a fronte delle 52-54 presenze registrate giornalmente nei Comuni di Senigallia, Montemarciano e Falconara. Negli ultimi anni a Senigallia si è però ridotto il numero delle “lucciole” italiane (ora quasi assenti) contro un aumento delle donne africane, provenienti soprattutto da Nigeria, ma anche di prostitute dell’Est Europa (Albania, Moldavia, Romania, Bulgaria, paesi Ex Unione Sovietica) e dell’America Latina (Venezuela, Colombia e Brasile) e transessuali di nazionalità italiana o dell’America Latina. La maggior parte di loro poi non risiede sul territorio ma sono “pendolari” che arrivano ogni sera da Rimini.
“La regolamentazione del fenomeno e l’episodio di cui è rimasta vittima la prostituta albanese rientra nell’ambito dell’ordine pubblico ed è in quest’ambito che come Comune stiamo intervenendo – spiega l’assessore ai Servizi alla persona Fabrizio Volpini – Al di là della solidarietà umana che sentiamo per questa donna e per tutte le altre donne vittime della prostituzione, il problema deve essere affrontato in un altro ambito: quello del contrasto e della lotta che stiamo portando avanti in collaborazione con le forze dell’ordine.Sul piano sociale ho incontrato l’associazione Free Woman che da tempo sta portando avanti una progettualità che oltre al monitoraggio sul territorio ha attivi anche centro di accoglienza e di ascolto ad Ancona”. Intanto i carabinieri proseguono le indagini per risalire ai due marocchìni violenti che hanno dato il via a questa storia.
di G.Man.
da Il Messaggero

























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