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Senigallia, ‘sì’ dall’Uaar ai matrimoni laici in riva al mare

L'Unione Atei e Agnostici Razionalisti: "Senigallia sia lungimirante"

Comì di Cucina
matrimoni in riva al mare

Relativamente al dibattito sulla possibilità che anche il Comune di Senigallia possa concedere, ai cittadini che ne fanno richiesta, l’opportunità di celebrare il rito civile del matrimonio in riva al mare, noi del Circolo UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti) della provincia di Ancona non possiamo che dirci entusiasti e molto favorevoli a un confronto aperto su questo tema.

E’ noto, a seguito di una recente ricerca dell’ISTAT (2012), che in molte regioni italiane, soprattutto del centro e del nord del Paese, i matrimoni celebrati con rito civile abbiano ormai eguagliato di numero, se non addirittura superato, quelli celebrati con rito religioso. Nella nostra regione, per esempio, a fronte di un calo generale dei matrimoni (-6,9%), si è comunque registrato un aumento di quelli celebrati con rito civile (+14%) nel periodo 2000/2011.

A parte l’ennesima dimostrazione di come la secolarizzazione, seppur in maniera meno decisa che in altri Paesi occidentali, si stia affermando anche nel nostro Paese, occorre a questo punto che i Comuni italiani prendano atto del cambiamento in corso della società e dirigano le loro attenzioni verso quella crescente richiesta dei cittadini di voler celebrare, dove e come meglio lo desiderano, la cerimonia del loro matrimonio.

Il drastico calo dei riti confessionali, però, non significa automaticamente una rinuncia a qualsiasi tipo di ritualità legata alla conservazione della dimensione sociale delle tappe fondamentali della vita di un individuo, come per esempio le celebrazioni di una nascita con il “benvenuto al mondo” al proprio figlio, della vita di coppia, della morte o del “passaggio alla maturità” da parte di un adolescente.

Per questo motivo l’UAAR, come da decenni fanno le associazioni umaniste di molti Paesi occidentali ed europei, propone a coloro che lo desiderano l’organizzazione di cerimonie laico-umaniste, dove gli interessati svolgono una parte attiva nell’elaborazione, rendendo quindi ogni evento unico e indimenticabile.
Ogni cerimonia laico-umanista, infatti, rappresenta un’opportunità svincolata da qualsiasi standardizzazione rituale, e sostanzialmente irripetibile, per contrassegnare con gesti, parole, musica e ricordi i momenti più importanti della vita di un individuo.
Sebbene ne siano già state organizzate e celebrate anche in sale istituzionali (Firenze), è vero che, nel caso del matrimonio, queste cerimonie laico-umaniste in Italia non hanno ancora valore legale. Ma è proprio per questa ragione che attraverso le cerimonie organizzate dall’UAAR diventa possibile celebrare qualsiasi “partnership”, anche quelle che vengono riconosciute dal Comune di Senigallia attraverso il “Registro per le Unioni Civili”, istituito la scorsa primavera.

Le difficoltà di organizzazione di un rito matrimoniale civile e laico, in riva al mare come in una qualsivoglia altra location pubblica o privata, sarebbero quindi minime se si considera che grazie ad una semplice delibera di Giunta potrebbero essere gli stessi richiedenti, magari in accordo con gli operatori degli stabilimenti balneari nel caso di matrimoni in spiaggia, a occuparsi di un allestimento degno di un matrimonio.

In questi ultimi anni, anche altri piccoli e grandi Comuni, balneari e non, si sono adoperati per andare incontro ai desideri, alle volontà e alle richieste dei loro cittadini. La speranza è che la nostra città, Senigallia, possa al più presto dimostrare di essere altrettanto lungimirante, trovando delle corrette modalità per accogliere e riconoscere queste istanze.

Commenti
Ci sono 2 commenti
Sandro 2013-10-30 19:12:08
Ma se mi sposo in spiaggia posso farlo io in costume e la mia futura signora in topless? Il bagnino poi me lo regala un ombrellone e due lettini? Vanno bene le infradito in spiaggia? Al posto degli anelli possiamo scambiarci due conchigliette? Chi mi garantisce che durante la funzione non mi si avvicina un "vu cumprà" per vendermi qualche cosa visto che la spiaggia di Senigallia è sempre infestata da questi signori?
Dave Stirling 2013-10-31 12:35:26
Io si, mi sposerei in spiaggia, ma con rito religioso Pastafariano, quindi vestito da Pirata, con la mia futura moglie agghindata da donzella (quei vestiti tutti nastri, lacci e frappe con la gonna ampia), e davanti a una botte di birra. Una cosa che ci ricorderebbe le Origini, di quando i Pirati erano esploratori che navigavano i sette mari per portare gioia e caramelle ai bambini (che fossero cattivi e sanguinari è disinformazione diffusa dai teologi cristiani del Medioevo).

PS: il rito è CIVILE, non ci sarebbe alcun canone "religioso cristiano" da rispettare, quindi, conchigliette e infradito ok, e se qualche sposa novella volesse presentarsi in topless ben venga.... solo che ormai non va più di moda.
Il regalo del bagnino possiamo scordarcelo... perchè non è che se ti sposi in chiesa il prete ti regala il calice d'argento placcato oro...
E il vucumpra', se gli va, c'è un boccale di birra anche per lui! Più siamo più festa si fa! ARRR!!!!
C'è niente da ridere...
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