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“Perugia-Assisi da record, la gente vuole pace e disarmo”

Oltre 500 persone partecipanti da Senigallia, numeri senza precedenti "anche se praticamente nessun giornale ne ha parlato in prima"

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Marcia della Pace 2025
Mai si era vista una partecipazione così numerosa da parte di Senigallia e della vallata del Misa alla Marcia per la Pace e la fratellanza dei popoli da Perugia ad Assisi.
 

Con quasi 500 persone presenti in Assisi, possiamo dire che si è trattato dell’adesione più numerosa di sempre che Senigallia abbia registrato in un appuntamento nazionale di qualsiasi genere!  E mai si era avuta così tanta partecipazione alla marcia, oltre 200.000 persone. 
 
Dopo le mobilitazioni dei giorni scorsi, domenica abbiamo avuto la chiara conferma che il desiderio di Pace e la contrarietà alla guerra e al riarmo stanno crescendo, diventando sempre più un sentimento collettivo, desiderio di popolo e non più di una minoranza. 
 
Certo, questo desiderio nasce da un’indignazione condivisa, da uno sdegno profondo, da un coinvolgimento emotivo autentico. Molti italiani e molte italiane hanno espresso solidarietà al popolo di Gaza, alle tante vittime innocenti: bambini, donne e uomini travolti da un assedio, da una strage, da una violenza così capillare, costante e iniqua che, giustamente, le Nazioni Unite hanno definito genocidio.
 
Fin dai giorni seguenti alla strage del 7 ottobre 2023, quando le brigate di Hamas, insieme ad altri gruppi armati palestinesi, uccisero barbaramente oltre 1200 israeliani e ne rapì 250, è apparso chiaro che la reazione di Israele andava ben oltre la ricerca dei responsabili. Ben presto la rappresaglia si è trasformata in una vendetta contro l’intero popolo palestinese di Gaza, colpito in quanto tale: bombardamenti su ospedali, scuole, università, abitazioni; blocco dei rifornimenti di cibo, acqua, medicinali e carburante, fino agli spari sulla folla in fila per cercare da mangiare, fino all’uccisione di oltre un migliaio di appartenenti al personale medico, sanitario e umanitario, fino al cecchinaggio di oltre 250 giornalisti.
 
Questo uso folle delle armi, questa totale mancanza di umanità, questa logica del “nemico-amico”, questo considerare i palestinesi come esseri meno degni degli animali hanno suscitato non solo solidarietà con le vittime, ma anche un diffuso sentimento di opposizione alla violenza.
E il contrario della violenza non è l’indifferenza, né il voltarsi dall’altra parte, né il semplice arrendersi. Il contrario della violenza è la lotta nonviolenta: l’azione che si oppone al male con mezzi disarmati. È questo, nel profondo, l’insegnamento di Gandhi e di Aldo Capitini, colui che organizzò la prima Marcia per la Pace e la fratellanza dei popoli da Perugia ad Assisi.
Un insegnamento che bene entra in sintonia con lo spirito e la lettera della nostra Costituzione, che all’art. 11 recita «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali». 
 
Sessantaquattro anni dopo quella prima marcia, siamo tornati a dire che Aldo Capitini aveva ragione, aveva capito il permanere del rischio della guerra, aggravato dall’incombere dell’armamento nucleare.
 
Oggi è sopraggiunta una tregua tardiva: auspichiamo che duri il più a lungo possibile e che si faccia di tutto per soccorrere con somma urgenza la popolazione, in modo che non resti abbandonata tra le macerie. Ma la pace, il riconoscimento della dignità e dei diritti del popolo palestinese sono lontani da venire, non presenti in questo accordo che ha escluso del tutto nella sua stesura l’Autorità Nazionale Palestinese. 
 
Per questo dobbiamo ancora sostenerli e dire loro che non sono soli. I 200.000 della Perugia Assisi lo dimostrano anche se nessun giornale ha messo ieri in prima pagina la notizia. Fanno notizia invece coloro che si ergono a paladini della pace dopo che sono stati complici o conniventi con il genocidio del popolo palestinese.
 
Purtroppo la pace vera è sempre più lontana dai numerosi scenari di guerra aperti nel mondo, Ucraina compresa. Ma come non voler capire dopo oltre tre anni e mezzo che la rinuncia alla diplomazia e il sostegno al riarmo hanno solo portato morte e vastissima distruzione?
 
Ma noi insistiamo perché la Pace è azione. La Pace è reazione. La Pace è creazione. La Pace è prendere parte, scegliere da che parte stare. È non soccombere. È esserci, con il corpo e con le mani disarmate. È esserci per costruire ponti. In una parola: sumud, cioè perseveranza, resistenza!
 
 
 
Scuola di Pace Buccelletti
Pubblicato Martedì 14 ottobre, 2025 
alle ore 9:32
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Commenti
Ci sono 3 commenti
barbara51 2025-10-14 17:20:40
Ma adesso finalmente Israele si è ritirato e il popolo palestinese è libero: libero di essere se stesso, libero di esprimersi e di manifestarsi per ciò che è veramente:
https://www.facebook.com/reel/804346738979121
s.nigajes
s.nigajes 2025-10-14 17:35:41
se ce lo fa vedere Lia Lia col suo video messo su facebook senza alcun riferimento, verifica e contesto, non possiamo che fidarci che sia così
stanley 2025-10-15 15:57:39
La solita lettura col paraocchi della Scuola di Pace di Senigallia
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