SenigalliaNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

“Potenziare i consultori familiari”

Pergolesi: "negli ultimi anni preoccupante calo nelle Marche"

A.S.D. Senigallia Tennis Club - Scuola tennis e mini tennis, corsi dal 1 settembre 2025
Consultorio
L’attività dei Consultori storicamente si rivolge alle donne, alle persone giovani e alle famiglie, per queste ragioni Enrico Pergolesi come candidato regionale, ritiene imprescindibile che l’Ente regionale si assuma la responsabilità politica di un deciso potenziamento dei Consultori familiari, affinché questi tornino a essere veri e propri presìdi territoriali di prossimità, in grado di garantire diritti, supporto e prevenzione alle cittadine e ai cittadini.
 

I Consultori Familiari istituiti nel 1975 nascono ancor prima del Sistema Sanitario Nazionale che risale al 1978. L’attività dei Consultori storicamente si rivolge alle donne, alle persone giovani e alle famiglie. E’ immediato pensare che siano frutto di un momento storico di grandi cambiamenti sociali e culturali legati anche alle lotte femministe. 
L’Istituto Superiore di Sanita scrive: “L’originalità dei servizi consultoriali (multidisciplinarietà, non direttività, visione di genere) è sempre stata vista come patrimonio unico da non disperdere, nonostante tutti gli elementi critici. Infatti, a partire dalla fine degli anni Ottanta, commissioni nazionali promosse dai Ministri della sanità hanno prodotto linee di indirizzo per la riqualificazione e potenziamento dei consultori familiari, fino ad arrivare al Progetto obiettivo materno infantile (Pomi) del 2000 quale espressione operativa della rilevanza strategica assegnata alla tutela della salute della donna e del bambino.”
I Consultori sarebbero potenzialmente i luoghi dove sviluppare un nuovo modello di cura e di ascolto, basati sulla presenza di équipe multidisciplinari  che attuano modalità comunicative orizzontali, sull’offerta attiva e su un modello che incentivi l’empowerment delle donne e di tutte le altre soggettività.
Purtroppo la realtà delle cose è piuttosto diversa. I Consultori non sono mai arrivati ad esprimere appieno le loro potenzialità e anzi, negli anni, sono stati progressivamente depauperati a causa di scelte politiche miopi, tagli alle risorse e mancanza di visione.
Negli ultimi anni, nella Regione Marche, abbiamo assistito a una costante e preoccupante riduzione delle sedi dei Consultori Familiari e del personale dedicato, quando non a veri e propri attacchi politici e culturali contro le attività che da sempre caratterizzano questi presìdi territoriali.
Basti pensare per esempio ai progetti di educazione sessuale e affettiva nelle scuole che sia a livello locale che ministeriale non vengono promossi in modo adeguato e vengono rimessi alla libera scelta delle singole famiglie, privando cosi intere generazioni di strumenti fondamentali per vivere consapevolmente le relazioni e la sessualità. Oppure al percorso di presa in carico dell’interruzione volontaria di gravidanza dove le donne sono costrette a districarsi tra continui ostacoli per vedere garantito un diritto che hanno per legge. 
Nella Regione Marche non sono state recepite le linee di indirizzo ministeriali del 2020 sull’interruzione farmacologica di gravidanza che prevedono l’utilizzo di metodiche meno pericolose per la salute della donna e con un minore coinvolgimento dell’ambiente ospedaliero. Al contrario è stata formalmente aperta la possibilità ad associazioni private, con comprovata esperienza in ambito di maternità, di avere spazi e risorse all’interno dei Consultori, già radicalmente in difficoltà in termini di spazi. Questo comporta l’ovvio rischio di aprire le porte ad associazioni a stampo confessionale in forte contrasto con il mandato originario dei Consultori di essere luoghi accoglienti e non giudicanti per tutte le soggettività. Non ultimo è il problema dell’assenza di una programmazione delle assunzioni di personale non obiettore sia a livello territoriale che ospedaliero, come già avviene in altre regioni d’Italia.
D’altro canto rispetto ai programmi di educazione sessuale siamo rimasti fanalino di coda tra i pochissimi paesi europei a non avere progetti strutturati all’interno del programma scolastico. Si ricorda come i progetti di educazione sessuale non solo aiutano a ridurre le malattie a trasmissione sessuale e le gravidanze non desiderate ma possono avere un’azione preventiva della violenza di genere e possono aiutare a vivere delle relazioni più rispettose e consapevoli. Le giovani generazioni sono attualmente messe fortemente in crisi dall’utilizzo non mediato di internet e dei social media e dalla persistenza di stereotipi di genere dannosi per l’intera società. Il Consultorio sarebbe il luogo già preposto per legge ad eseguire attività di promozione della salute e non facilitare questi percorsi significa avere sulla coscienza il peggioramento della salute sessuale e riproduttiva di intere generazioni.
Infine non c’è alcuna presa in carico territoriale delle richieste di tutta la comunità LGTBQIA+, nemmeno in termini di formazione del personale dipendente.
Unica nota positiva è la presa in carico delle donne in gravidanza e della contraccezione a lungo termine, anche se in modo non uniforme all’interno dei servizi territoriali della regione.
Riteniamo imprescindibile che l’Ente regionale si assuma la responsabilità politica di un deciso potenziamento dei Consultori familiari, affinché questi tornino a essere veri e propri presìdi territoriali di prossimità, in grado di garantire diritti, supporto e prevenzione alle cittadine e ai cittadini.
Oggi più che mai, in un contesto di crescenti disuguaglianze sociali e sanitarie, è necessario un cambio di rotta: riteniamo urgente che vengano stanziate risorse economiche adeguate e che si investa nel rafforzamento del personale sanitario, psicologico e sociale attivo nei Consultori. 
Solo così sarà possibile restituire loro centralità, rafforzando la capacità di fare prevenzione e promozione della salute in una prospettiva di equità, con particolare attenzione ai soggetti più vulnerabili.
Rilanciare i Consultori significa riaffermare un modello di sanità pubblica e territoriale, attenta ai diritti, alla dignità e all’autodeterminazione delle persone. Non è più tempo di promesse: servono atti concreti e volontà politica.
Commenti
Ancora nessun commento. Diventa il primo!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!



Scarica l'app di Senigallia Notizie per AndroidScarica l'app di Senigallia Notizie per iOS

Partecipa a Una Foto al Giorno