Prof. Villani: “Quale il destino dell’Archivio Storico Comunale di Senigallia?”
"Non rinnovato l'incarico dell'archivista: documenti inaccessibili, con buona pace degli studiosi, che non possono più consultarli"

Un Archivio Storico Comunale è il principale depositario delle memorie e dell’identità di una comunità e quindi va conservato e valorizzato con la massima cura e soprattutto messo nelle condizioni di poter essere consultato senza difficoltà dagli studiosi.
I comuni maggiori dispongono in genere di un archivista incaricato di far fronte a tutte queste incombenze. Nei comuni di piccole e medie dimensioni invece l’Archivio è annesso alla Biblioteca, il cui personale si occupa della sua gestione e della consultazione durante gli orari di apertura della stessa. Così è a Jesi, Fabriano, Pesaro ecc.
Senigallia fino ai primi anni ’70 disponeva di un archivista nella persona di Edoardo Fazi, persona encomiabile per la sua professionalità e diligenza. Allora l’Archivio era ospitato nel Palazzetto Baviera e la sua consultazione non presentava problemi grazie proprio alla presenza di un archivista.
Nel 1981 subentrava Eros Gregorini, che aveva anche altre mansioni e che perciò dedicava all’Archivio alcuni giorni della settimana, nei quali comunque era possibile consultare senza difficoltà la documentazione. Nel 2000 l’Archivio Storico veniva trasferito nella nuova sede della Biblioteca Comunale ospitata nei locali del Foro Annonario, dove non mancavano gli spazi e soprattutto dove era possibile consultarlo con comodità durante gli orari di apertura della Biblioteca. E così è stato per molti anni con massima soddisfazione di tutti.
Nel frattempo venivano avviati i lavori di restauro del Palazzetto Baviera e qualche amministratore (o chi per lui) aveva la brillante idea di ricollocarvi anche l’Archivio Storico, allestendo dei locali a piano terra, senza rendersi conto che un provvedimento del genere avrebbe reso necessaria la disponibilità di un addetto per la gestione e la consultazione. Il paventato trasferimento ebbe luogo nel 2021 senza che venisse nominato l’addetto e da quel momento sono cominciati i problemi. Si adottò allora provvisoriamente una soluzione di ripiego, chiedendo la disponibilità dell’archivista Tatiana Papi, assunta a tempo per progetti di inventariazione di alcuni fondi archivistici. Per i periodi in cu fu in servizio l’archivista si prestò con molta buona volontà a prelevare i faldoni dal Palazzetto Baviera su richiesta degli studiosi, accordandosi di volta in volta con il custode del Palazzetto, e a portarli in biblioteca servendosi – udite, udite! – di un mezzo di alta tecnologia, quale il carrello della spesa.
Ma quando l’incarico dell’archivista è scaduto e non è stato rinnovato, anche questo stratagemma è venuto meno con la conseguenza l’Archivio resta chiuso e inaccessibile, destinato a ricoprirsi di polvere e di muffa con buona pace degli studiosi, che non possono più consultarlo. Ma del resto nemmeno i depositi della Biblioteca godono di miglior sorte; dove libri anche di pregio giacciono in modo disordinato e inappropriato negli scaffali. Che dire? Forse concludere sconsolatamente con una punta di malignità che non resta che rassegnarsi, dal momento che certe istituzioni culturali non fanno cartellone estivo.
Ma in fin dei conti il colpo d’occhio sulla sala studio è di un certo effetto, specie quando è affollata di studenti, e questo evidentemente basta a rassicurare gli amministratori.
Prof. Virginio Villani
Italia Nostra Senigallia


























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