Torneranno di moda i bravi ragazzi.
Questo è l’augurio e insieme l’impegno che voglio assumere dopo i gravi fatti accaduti venerdì sera presso un locale della riviera senigalliese.

Un episodio che ha visto il lancio di tavoli contro il personale della sicurezza, colpevole soltanto di aver svolto il proprio dovere: impedire l’ingresso a chi si presentava in evidente stato alterato. Un gesto vile e pericoloso che non può e non deve trovare alcuna giustificazione.

Il mondo della notte, che conosco bene anche per esperienze personali di organizzazione, non è più quello di una volta. Un tempo c’era rigore, ordine e rispetto. Per entrare nei locali non bastava presentarsi: serviva decoro, educazione, rispetto delle regole. Oggi, invece, troppo spesso assistiamo a episodi di inciviltà e violenza che minano la sicurezza dei cittadini e il diritto di tutti a vivere momenti di svago in tranquillità.

Io credo fermamente nella libertà, ma senza regole e senza ordine la libertà diventa anarchia. È necessario ristabilire un principio di responsabilità: chi commette simili atti deve pagare, senza sconti. Non possiamo più tollerare che l’impegno degli operatori della sicurezza venga messo a rischio dell’impunità.

Il mio auspicio è che tornino davvero di moda i “bravi ragazzi”: quelli che non hanno bisogno della violenza per farsi notare, ma che sanno distinguersi per educazione, rispetto ed eleganza nei modi. Se recupereremo questi valori, quelli autentici, quelli che hanno fatto grande la nostra comunità, allora potremo restituire anche al mondo della notte dignità e sicurezza.

Un pensiero particolare va ai ragazzi della sicurezza, veri e propri eroi diligenti e silenziosi che ogni sera rischiano di subire aggressioni pur senza poter reagire liberamente. A loro va il nostro ringraziamento e il nostro sostegno: sono i custodi della legalità nei luoghi del divertimento, e meritano rispetto e protezione.

Fratelli d’Italia sarà sempre al fianco di chi difende la sicurezza, l’ordine e i valori che hanno reso grande la nostra terra.