Sguardi diversi su chi abita la strada
Il regista Gregorio Sassoli a Senigallia col suo film 'San Damiano', in una serata che ha dato voce a chi si occupa di senza dimora

Giorgia ci avvisa: “San Damiano non è in film da vedere a cuor leggero, non è facile da digerire ed è a tratti destabilizzante, ma credo sia fondamentale da vedere almeno una volta proprio per queste sue caratteristiche. È un racconto che non cerca di commuovere, bensì di scuotere tramite le sue storie di emarginazione e disagi sociali e in questo riesce perfettamente”.
L’estate del cinema ‘Gabbiano’ di Senigallia si è arricchita della proiezione di ‘San Damiano’, un’opera, come dice Arianna “che racconta l’incontro tra persone senzatetto segnate dalla violenza e dalla solitudine”, quelle di chi vive ai margini, in questo caso, i senza dimora stanziati attorno alla Stazione Termini di Roma. Erano presenti per l’occasione, Gregorio Sassoli, uno dei due registi, Alessandro Carta, presidente della Fiopsd – Federazione italiana degli organismi per le persone senza dimora e Chiara Mondaini, responsabile dell’area inclusione e pari opportunità della cooperativa sociale Polo9. L’evento è nato con la collaborazione della stessa cooperativa, la Caritas di Senigallia, Free Woman, On the road, La Tenda di Abramo, Cnca e RiBò, sigle che a diverso titolo nel nostro territorio sono impegnate in questo ambito.
“Prima della visione, durante l’intervista con Sassoli – ci dice Arianna – il regista ha detto che “San Damiano” è nato casualmente, dall’incontro con il senzatetto Damiano mentre registravano un altro film. Volevamo una storia immersiva, non un’opera giornalistica o di classico stile documentario ed in effetti la chiave di tutto è l’emotività, che attraversa ogni scena, rendendo l’esperienza profonda e coinvolgente. Il significato della pellicola si concentra proprio su questo: raccontare quanto sia difficile sopravvivere alle proprie ferite, ma anche come, attraverso l’arte e i legami umani, si possa lentamente tornare a respirare”.
Giorgia sottolinea ulteriormente la peculiarità del film: “È un’opera molto cruda, il che è necessario per poter mostrare la violenza e la brutalità che pullulano nella quotidianità di queste persone. Molto spesso ci si limita ad additarli come matti o falliti quasi arrivando a de – umanizzarli e giudicarli solo nella loro etichetta, senza comprendere la complessità, la profondità celata dietro ad una maschera che può essere anche fastidiosa. Per quanto riguarda la regia, è molto asciutta, a tratti sembra di guardare un documentario, ma ciò contribuisce a sottolineare che tutto ciò che viene mostrato è effettivamente vero; quelle sono le vite di molte persone, sono scenari reali che fanno parte anche della nostra società e che spesso ignoriamo. Questo messaggio viene trasmesso perfettamente anche dalla colonna sonora che in certi punti è composta dalle canzoni di Damiano. Aveva un sogno, diventare un cantante”.
“San Damiano” si è portato a casa, come voto del pubblico presente in sala, un 4.23 di media sul film, un 4.24 per la sceneggiatura e un 4.03 per la categoria ‘simpatia’, ovvero la capacità dell’autore di sintonizzarsi con il pubblico e restituire con efficacia tutta la poliedricità del suo lavoro.
Ma attenzione, a questo voto andrà sommato quello della “giuria Giovani” dell’Arena Gabbiano che potrà confermare o modificare questa media e che avrà un peso specifico differente rispetto al pubblico. A fine estate verrà decretato il film che avrà avuto il maggior gradimento come media spettatori/giuria.
Prossimo appuntamento con i giovani giurati, voto del pubblico e gustoso apericinema, mercoledì 6 agosto 2025. Sarà presente in arena l’attrice del film “Coppia aperta, quasi spalancata”, Chiara Francini.


























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