I pubblici ministeri di Genova hanno chiesto la condanna a 18 anni e 6 mesi di carcere per Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia e originario di Senigallia, nell’ambito del processo per il crollo del Ponte Morandi del 14 agosto 2018, in cui persero la vita 43 persone.

Si tratta della pena massima prevista per i reati contestati. Secondo i pm, Castellucci avrebbe continuato a trascurare la sicurezza della rete autostradale anche dopo altri gravi incidenti, come quello di Avellino del 2013. L’accusa lo descrive come un dirigente più attento al profitto e al prestigio personale che alla tutela della vita umana.

Il processo coinvolge 57 imputati tra ex dirigenti di Autostrade, tecnici di Spea e funzionari del Ministero delle Infrastrutture. Intanto le società Autostrade per l’Italia e Spea sono uscite dal procedimento dopo aver versato 29 milioni di euro di risarcimenti alle famiglie delle vittime attraverso accordi extragiudiziali.

La portavoce del Comitato Vittime ha espresso soddisfazione per la richiesta di condanna, definendola “un segnale di giustizia atteso da anni”. Il verdetto è atteso per l’estate 2026, al termine di un processo che resta tra i più gravi e simbolici della storia delle infrastrutture italiane.