Milioni nelle piazze, “gli italiani vogliono la pace e il disarmo”
"Ci piace pensare che la strada tracciata da Don Vittorio Mencucci, a partire dal suo lavoro di insegnante di filosofia, sia la stessa che oggi tanti giovani hanno percorso, invocando Pace, giustizia e libertà"

Due milioni di persone hanno scioperato e riempito cortei e piazze in tante città italiane il 3 ottobre: Roma, Milano, Bologna, Firenze, Ancona e molte altre, compresa la nostra Senigallia. Un altro milione ha partecipato alla manifestazione nazionale del 4 ottobre, a Roma.
Mai si era vista in Italia una mobilitazione così ampia, così consapevole, così determinata: persone che scendono in strada, prendono posizione, gridano giustizia e liberazione per il popolo di Gaza, oppresso da quasi due anni di assedio. Un assedio durante il quale hanno perso la vita più di 65.000 persone e quasi due milioni sono state ridotte alla fame e alla mancanza di cure mediche.
L’azione dell’esercito israeliano, agli ordini del governo Netanyahu, non può essere considerata una giusta risposta all’orribile massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023. Il genocidio di un popolo, di uomini, donne e bambini del tutto estranei agli atti terroristici di Hamas, non può essere legittimato come atto di difesa.
Una moltitudine di italiane e italiani è scesa per strada per dire no alla guerra, no al riarmo, no al massacro di innocenti. No anche alla politica estera del governo italiano, che non è ancora riuscito a esprimere una parola netta e inequivocabile contro la politica genocidaria del governo israeliano; che non ha votato in Europa le sanzioni economiche contro Israele; che non ha mai convocato l’ambasciatore israeliano, né bloccato la vendita di sistemi d’arma a Israele.
Ma questa è solo una parte della vicenda. Il motivo che ha acceso questa immensa e, nella sua essenza, pacifica mobilitazione è stato il sostegno alla Global Sumud Flotilla, una flotta di oltre quaranta piccole imbarcazioni che aveva come scopo la rottura dell’assedio di Gaza. Vi partecipavano più di quattrocento attivisti provenienti da oltre quaranta Paesi: disarmati, determinati a sbarcare a Gaza. Sono stati arrestati in acque internazionali dalla marina israeliana, che ha chiaramente violato il diritto internazionale.
Hanno disobbedito a quanti li invitavano a fermarsi o a tornare indietro, non per spirito di sfida, ma per obbedire alla loro coscienza di uomini e donne che non possono tacere di fronte all’ingiustizia, che non vogliono chiudere gli occhi di fronte al grido di un popolo che soffre. Sono stati descritti come le solite “anime belle”, incapaci di fare i conti con la storia, la geopolitica e la diplomazia. Ma hanno dimostrato il contrario: la loro è stata l’unica azione concreta di contrasto al governo israeliano. E tanti italiani e italiane lo hanno compreso.
Portando il proprio corpo nelle strade e nelle piazze, si sono uniti agli attivisti e alle attiviste della Global Sumud Flotilla, ne hanno prolungato l’azione, mostrando che nel nostro Paese esiste un’adesione di massa, popolare, alle azioni nonviolente. Un’adesione così visibile contro la guerra e a favore della lotta nonviolenta contro le ingiustizie non si era mai vista in Italia. Mai come in questi giorni si è avverato l’articolo 11 della nostra Costituzione: il ripudio della guerra ha preso forma, corpo e voce di giovani, adulti e famiglie.
Chi da anni promuove la nonviolenza e il disarmo come uniche vie per la Pace, spesso in solitudine, tra incomprensioni o derisioni, ha trovato una connessione con il Paese reale.
In questi stessi giorni, Senigallia ha salutato Vittorio Mencucci, uomo di cultura, testimone del pensiero critico, voce ferma contro le ingiustizie, promotore della Pace e del disarmo. Un prete libero, capace di parlare alla coscienza dei giovani, e uno dei presidenti della Scuola di Pace, fino all’ultimo vicino a quanti ne hanno raccolto il testimone. Ci piace pensare che la strada da lui tracciata, a partire dal suo lavoro di insegnante di filosofia, sia la stessa che oggi tanti giovani hanno percorso, invocando Pace, giustizia e libertà.


























https://www.facebook.com/photo/?fbid=10240098061811919&set=a.1118931336091
2. "L’azione dell’esercito israeliano, agli ordini del governo Netanyahu, non può essere considerata una giusta risposta all’orribile massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023". Parole sante: fra il massacro - genocidio sarebbe in realtà il termine corretto, in base alla definizione universalmente accettata di genocidio - e la risposta israeliana non c'è assolutamente proporzione. Il principio di proporzionalità è di 1200 massacrati in 6 ore, ossia 200 massacrati all'ora. Considerando che sono passati due anni:
365 x 2 = 730 giorni
730 x 24 = 17.520 ore
17.520 x 200 = 3.504.000
Ecco, la risposta di Israele sarebbe stata proporzionata se in 2 anni avesse ucciso 3 milioni e 504 mila palestinesi: come tutti possiamo vedere, ne siamo lontanissimi.
3. "uomini, donne e bambini del tutto estranei agli atti terroristici di Hamas": che cosa mi dite delle migliaia, uomini donne e bambini, che hanno gioiosamente partecipato alle stragi, che hanno razziato devastato incendiato torturato stuprato mutilato ucciso, rapito civili da portare come prigionieri a Gaza e tuttora prigionieri nei tunnel o in casa di altri "civili innocenti", che si sono ripresi col cellulare mentre mutilavano stupravano uccidevano per poi inviare ad amici e parenti la prova delle proprie gesta eroiche? Che cosa mi dite dell'accoglienza di questi civili innocenti che inondano le strade di Gaza il 7 ottobre al rientro dei pickup con a bordo il bottino di caccia, in particolare quello con la ragazza stuprata a morte (spero, almeno, che in quel momento fosse già morta), con le gambe disarticolate per farle entrare nel cassone e ritrovata poi mesi dopo in due rate, una la testa e l'altra il corpo?
https://www.facebook.com/reel/765012709703825
1. Il blocco è assolutamente legittimo e legale, e legittimo è l'alt dato a 200 miglia dalla costa: tentare di sfondarlo è a tutti gli effetti un atto di guerra. Se per caso qua in giro c'è qualcuno che abbia voglia di avere qualche informazione seria sul diritto internazionale invece di riempirsi la bocca solo di slogan da ripetere a pappagallo, vada a leggere questo:
https://www.facebook.com/photo/?fbid=10240098061811919&set=a.1118931336091
2. "L’azione dell’esercito israeliano, agli ordini del governo Netanyahu, non può essere considerata una giusta risposta all’orribile massacro compiuto da Hamas il 7 ottobre 2023". Parole sante: fra il massacro - genocidio sarebbe in realtà il termine corretto, in base alla definizione universalmente accettata di genocidio - e la risposta israeliana non c'è assolutamente proporzione. Il principio di proporzionalità è di 1200 massacrati in 6 ore, ossia 200 massacrati all'ora. Considerando che sono passati due anni:
365 x 2 = 730 giorni
730 x 24 = 17.520 ore
17.520 x 200 = 3.504.000
Ecco, la risposta di Israele sarebbe stata proporzionata se in 2 anni avesse ucciso 3 milioni e 504 mila palestinesi: come tutti possiamo vedere, ne siamo lontanissimi.
3. "uomini, donne e bambini del tutto estranei agli atti terroristici di Hamas": che cosa mi dite delle migliaia, uomini donne e bambini, che hanno gioiosamente partecipato alle stragi, che hanno razziato devastato incendiato torturato stuprato mutilato ucciso, rapito civili da portare come prigionieri a Gaza e tuttora prigionieri nei tunnel o in casa di altri "civili innocenti", che si sono ripresi col cellulare mentre mutilavano stupravano uccidevano per poi inviare ad amici e parenti la prova delle proprie gesta eroiche? Che cosa mi dite dell'accoglienza di questi civili innocenti che inondano le strade di Gaza il 7 ottobre al rientro dei pickup con a bordo il bottino di caccia, in particolare quello con la ragazza stuprata a morte (spero, almeno, che in quel momento fosse già morta), con le gambe disarticolate per farle entrare nel cassone e ritrovata poi mesi dopo in due rate, una la testa e l'altra il corpo?
https://www.facebook.com/reel/765012709703825
Poi volendo ci sarebbe anche questa quisquilia qui
https://64.media.tumblr.com/186f7ccbc0119c7021bc0719b04ee877/9818e02d63332d12-5e/s500x750/8fae6c6a872b2910f270b0a24860ebbe3267d0a4.jpg
Costassero anche solo 100 dollari l’uno (in realtà alcuni sono artigianali ma altri possono arrivare anche a centinaia di migliaia di dollari) sarebbero quasi 5 milioni: quanto cibo si compra con quei soldi?
ADESSO NON SO
Questa sera è iniziato Pesach, la Pasqua ebraica, e avevo in mente di fare un post di auguri, come al solito, però adesso non so. C’è quel ragazzino, Daniel Wiplich, quello che tornava da scuola su quell’autobus centrato da un missile palestinese. Un missile teleguidato, arrivato sull’autobus che fino alla fermata prima era stato pieno di ragazzini perché programmato per centrare l’autobus pieno di ragazzini. Un missile da 280.000 dollari arrivato da quella che chiamano prigione a cielo aperto, quella da cui ci arrivano quotidiani frignamenti, quella che ci raccontano essere costantemente sull’orlo della catastrofe umanitaria, morte per fame, mancanza di tutto e chi più ne ha più ne metta. Daniel aveva 16 anni. È rimasto in coma una settimana, poi il suo cuore si è fermato. I giornali non ne parlano, perché hanno troppo da fare ad esaltare le gesta dell’eroe, del martire, di quello che, esattamente come i nazisti, invitava quanti avessero in casa dei cani a ''sguinzagliare le bestie eroiche contro i coloni'' [Vittorio Arrigoni]. I giornali non hanno tempo di occuparsi degli ebrei assassinati oggi: è molto più redditizio piangere, se proprio tocca, su quelli di ieri. E rimettere, oggi, sugli altari quelli che provvedono a toglierli dai piedi.
Questa sera è iniziato Pesach, la Pasqua ebraica, e avevo in mente di fare un post di auguri, come al solito. Poi alla fine ho deciso di no. C’è da parlare di quel ragazzino, Daniel, che aveva 16 anni e che stava tornando da scuola e che aveva la vita davanti e qualcuno ha deciso di chiuderla, quella vita, con cinquanta, sessanta, settanta anni di anticipo perché Daniel era ebreo e i seguaci della religione di pace e i pacifisti di professione non possono aspettare tutti quegli anni che uno sporco ebreo crepi di morte naturale. E allora si comprano missili da 280.000 dollari. O si sguinzagliano cani, come i nazisti. C’è da parlare di quel ragazzino perché i giornali non lo fanno e la televisione non lo fa e la radio non lo fa, e qualcuno bisognerà pure che lo faccia. E dunque al diavolo gli auguri. Riposa in pace, piccolo Daniel, e possa non riposare mai chi ha voluto la tua morte e chi l’ha esaltata.
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