Senigallia: “la ‘narrazione’ costruttiva di un palazzo: dalla carta alla realtà…”
"No, non ce lo immaginavamo cosi..."

” Ma non ce lo immaginavamo cosi”, questa la frase che ci e’ venuta spontanea nel guardare la nuova costruzione che sta sorgendo nel nostro quartiere, all’ incrocio di via Po con via Camposanto Vecchio:
l’ immagine sul cartello promozionale, affisso nei pressi del cantiere, sembrava prefigurare un palazzo snello e arioso, circondato dal verde…e, invece, pian piano e’ andato trasformandosi nell’ ennesimo ” mostro ” di cemento ingombrante e incombente su strade e case vicine, che togliera’ visibilita’ e vivibilita’ al tessuto sociale e urbano circostante ( basta confrontare la distanza delle nuove facciate con i muri della villetta confinante!).
Non vogliamo e non possiamo addentrarci nelle questioni tecniche e normative inerenti incrementi di cubature e volumetrie, non potendoci avvalere di documentazioni e di cogenti supporti politici per far luce sulle pratiche edilizie sottese, ma possiamo non a caso notare un comune denominatore con altri interventi immobiliari nella nostra citta’, come il recente caso del ” palazzone ” multipiano del quartiere Vivere Verde, esempio eclatante di lottizzazioni e tipologie costruttive che, sorte al posto di giardini e villette antiche , prendono il sopravvento sul contesto, impertinenti e incuranti dell’equilibrio urbano, dell’ armonia e coordinazione con le abitazioni esistenti, a volte dequalificandole…
Un altro ” scatolone” venuto su a colate di cemento, venduto come un sogno sulla carta, che portera’ altri carichi urbanistici e andra’ a saturare un’ area rilevante e sensibile (data la presenza dell’ ospedale e di alcune scuole), con una mobilita’ centrata sull’automobile e con il risultato di congestionare ulteriormente il traffico della zona e peggiorare la qualita’ dell’ aria .
Non dimentichiamoci che tale lottizzazione ha comportato l’ eliminazione di un parco privato fatto di tanti alberi e arbusti , che fungeva da polmone verde per noi residenti.
A noi, “semplici cittadini, cani sciolti “, senza appoggi politici e partitici, non rimane che la liberta’ di osservare criticamente questi processi, derivanti, a nostro parere, da miopi scelte di pianificazione urbanistica.
Scelte che lasceranno, al futuro della nostra citta’, una quantita’ di costruito incongruente, pacchiano, superfluo: una sorta di “monumenti ” irreversibili da gestire per le nuove generazioni ( a proposito, i giovani senigalliesi, che sui social reclamano liberi spazi cittadini, dove sono?).
Senigallia era e continua ad essere una bella citta’…ma per quanto ancora , se si continuano a concedere permessi costruttivi ( anzi , distruttivi) che consentono alle societa’ immobiliari e ai privati di deciderne l’ immagine, la morfologia urbanistica, lo skyline?
Se , come dicono, il paesaggio e’ lo specchio dell’ anima di un popolo e di una citta’, possiamo ben dire che quest’ anima l’ abbiamo venduta ormai al diavolo.
Anna Manoni
Francesca Fabri
Miriana Di Pietro e un gruppo di cittadini residenti in Via Po e via Camposanto vecchio.


























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