Il libro sulla pasticceria Roccati di Senigallia
L'11 agosto la prima presentazione

Passato un festival, arriva un significativo momento con la vicenda storica senigalliese.
Questa sera, lunedì 11 agosto, alle ore 21.15, presso il Palazzetto Baviera, l’Associazione di Storia Contemporanea organizza la presentazione del libro del professor Marco Severini (Università di Macerata), “Roccati 150 anni di dolcezze” (1797 edizioni, 2025): seguirà degustazione delle praline di cioccolato prodotte dalla Ditta che attualmente ha sede a Bologna e altro negozio a Madonna di Campiglio. Presenta la prof.ssa Lidia Pupilli, direttrice scientifica dell’Associazione, sarà presente l’autore, interverrà Irene Roccati, direttrice della Pasticceria. Sono attesi numerosi senigalliesi ma anche gente da fuori provincia e regione. Addirittura, gli ex dipendenti della Ditta hanno organizzato una chat e si ritroveranno poco prima dell’evento. Insomma, un appuntamento con la storia – una storia lunga, articolata, originale –, e con lo stile Roccati che combina professionalità, accoglienza, dolcezza, lungimiranza e ricerca. Il cioccolato, ha detto di recente Mario Roccati, va trattato “con i guanti bianchi” e sua moglie Ilde ha rimarcato come l’arte dolciaria sia una complessa ricerca, a partire dalle materie prime, “cacao, burro di cacao e nocciole, senza alcun grasso aggiunto”; Irene, direttrice dell’azienda, sottolinea come la stessa presentazione del prodotto richieda “una cura maniacale”. Intanto, continuano ad affollarsi i ricordi dei senigalliesi: il professor Ubaldo Landi, docente dell’Istituto Alberghiero “Panzini”, lavorava da ragazzo in un altro luogo della memoria cittadina, il ristorante Pic-nic, dove vedeva arrivare i sopraffini dolci della Pasticceria di origine sabauda: “le torte che il ristorante usava prendere da Roccati in occasione di pranzi o cene prenotate per matrimoni, cresime o che sia erano di tre tipi, la torta con crema chantilly e panna, la torta millefoglie fatta con due strati di pasta sfoglia croccante con in mezzo la farcitura di crema, e poi la torta Saint Honoré fatta a più piani circondata da bignè croccanti perché bagnati di caramello. Queste ora non si vedono quasi più e nemmeno un’altra tipica di quegli anni, cioè la “californiana” ricoperta di gelatina, torta coloratissima con vari tipi di frutta, tra cui il kiwi che allora era una assoluta novità esotica”. I Roccati hanno viaggiato lungo tre secoli e quattro regioni, confrontandosi con frangenti normali e critici, con la dimensione routinaria e i momenti di rischio o di sfida, ma sempre con stile. “La moda passa, lo stile resta”, recita un noto aforisma che riassume al meglio la vicenda storica di Roccati.


























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