Confidavo almeno nel silenzio di fronte alla decisione del giudice che ha evidenziato l’infondatezza della sua querela nei miei confronti (e voglio precisare: quando si dice – giustamente – che le sentenze si rispettano sempre occorre anche precisare che si fa riferimento a provvedimenti della magistratura giudicante che, in questo caso, ha ritenuto totalmente infondata la querela del vice-sindaco).

E invece no. Il vicesindaco si ostina ad arrampicarsi sugli specchi. Non solo non fa autocritica, ma addirittura insiste, precisando che non è mai stato indagato per il party organizzato durante il COVID interrotto dall’intervento delle forze dell’ordine.

Benissimo, prendiamo atto che non si è trattato di qualcosa di penalmente rilevante (certamente però parliamo di un comportamento vietato dalle norme allora in vigore), ma sicuramente pone un problema enorme in termini di opportunità politica: gli amministratori pubblici dovrebbero dare l’esempio e non dovrebbero permettersi di fare ciò che i comuni cittadini non possono fare.

Passa di qui tutta la differenza tra una concezione di politica come servizio e una concezione di politica come privilegio.

La modalità adottata da questa mediocre politica locale è sotto gli occhi di tutti: sono stato oggetto di numerosi esposti da parte di persone che si sono poi candidate a livello cittadino e regionale, ma travestiti da semplici cittadini non di parte, che hanno prodotto processi come quello sulle piscine dove non solo io, ma tutta la mia Giunta è stata assolta con formula piena.

E’ ancora in corso il processo sull’alluvione 2014, che nasce in modo simile.

Queste vicende non mi hanno mai minimamente distratto dalla mia attività istituzionale. Apprendo che nemmeno il vicesindaco è stato mai distratto dai tribunali. Mi chiedo, vista la mediocre, anzi nulla o meglio dannosa azione amministrativa portata avanti in questi anni e che gli ha guadagnato critiche e richieste di dimissioni anche da partiti della maggioranza di centrodestra che governa Senigallia, che cosa sarebbe accaduto se Pizzi fosse stato anche distratto. O forse quella concentrazione mai venuta meno è servita proprio a creare i tanti disastri combinati, per esempio, nello sport cittadino che mai nella storia aveva vissuto una tale carenza di strutture, un atteggiamento penalizzante e ostativo contro le società sportive (a cui sono stati quadruplicate le tariffe) e una tale disorganizzazione nella gestione.

Maurizio Mangialardi