“Bella esperienza il Consiglio Grande, peccato avessero già deciso tutto…”
"Grande partecipazione di Senigallia"

Il Consiglio Grande che si è tenuto qualche giorno fa in Comune perché ognuno potesse esprimersi a proposito del nuovo Ponte Garibaldi è stato davvero una bella esperienza.
Tanta partecipazione di cittadini, tecnici e associazioni presenti in aula, sintomo che la questione interessa e sta a cuore a molti. Peccato soltanto che le decisioni (se farlo, come farlo, dove farlo) fossero state già prese. Sono questi i “piccoli aspetti” che fanno la differenza tra democrazia e demagogia. Un altro aspetto è che il flusso della politica e quello del fiume scorrono in modo differente: a partire dal primo passo, quando si ebbero tentativi di interventi del Consorzio di Bonifica alla foce, per poi risalire alla demolizione del ponte in fondo al Corso, e infine, ancora a risalire, la demolizione del Ponte Garibaldi.
Siamo ormai al terzo anno di interventi di somma urgenza (non coordinati con l’insieme delle opere complessive). Ne abbiamo ottenuto un’asta fluviale scavata e spoglia che pare un’autostrada, capace di contenere più acqua e di velocizzarla. Non si è però tenuto conto che una maggiore e più veloce portata del fiume (l’acqua che prima si rovesciava nei campi) rischia ora di riversarsi nella città con una forza difficile da contenere. Il compito prioritario di trattenere l’acqua è condizionato da una storia faticosa e dalla lentezza degli espropri per le due vasche d’espansione del Pianello e di Ponte Lucerta, verso le quali – qui sì – la somma urgenza sarebbe davvero appropriata.
Con tutti i debiti scongiuri, se dovesse verificarsi un altro evento alluvionale, in mancanza delle vasche di laminazione, la portata d’acqua raggiungerebbe gli argini e, il nuovo ponte cosi come è stato progettato, sarebbe sì l’unica via al di sopra dell’acqua tuttavia non sarebbe percorribile nemmeno dai mezzi di soccorso e soprattutto non sarebbe utile per la messa in sicurezza della città.
In questo contesto va da sé che la struttura del ponte è da considerarsi una questione da subordinare al necessario controllo vallivo delle portate. Privo di queste garanzie, il Consiglio Grande ha vissuto anche momenti imbarazzanti di un Sindaco che sembra non riuscire a sganciarsi dalla catena politico-elettorale: un Sindaco che non ha ascoltato il pensiero dei suoi cittadini e si è attaccato a un cavillo giuridico per escludere dall’orizzonte del discorso ogni altra possibile soluzione che non sia quella che ci viene imposta.
Stefania Pagani – Vola Senigallia
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