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“Fondazione Città di Senigallia: qualche dubbio rimane”

Campanile interviene dopo nomina di Canafoglia a Commissario straordinario: "Situazione non sanabile con risparmi di gestione"

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Gennaro Campanile

E’ fresca la notizia che l’Avv. Canafoglia è stato nominato dalla Regione Commissario Straordinario della Fondazione Città di Senigallia per la durata di un anno con il compito “adottare tutti gli atti necessari – di ordinaria e straordinaria amministrazione – necessari a ristabilire la condizione di fisiologica operatività della Fondazione, compromessa attualmente da diverse criticità di ordine patrimoniale nonché di riequilibrio finanziario”.

Il professionista è stimato ed i dipendenti hanno espresso un gradimento anticipato della sua persona. Tuttavia i 12 mesi che Canafoglia è stato al vertice della Fondazione come Presidente di un nuovo Consiglio di Amministrazione (poi dimissionario) sono stati caratterizzati anche da alcune decisioni fortemente criticabili.

Una breve sintesi può far capire meglio. Giusto un anno, la nuova Amministrazione di destra, nomina un nuovo CdA (con Canafoglia Presidente) che, dopo tre mesi, redige una relazione allarmata sulla situazione economica e finanziaria della Fondazione, con un attacco molto forte alla precedente gestione. Passano circa tre mesi ed arrivano le dimissioni dell’intero Consiglio con un comunicato di pochissime e generiche parole. Passa qualche giorno e segue una lettera più dettagliata che termina con queste parole: “dimissioni che intendono segnare una netta demarcazione tra il nostro operato e le precedenti gestioni anche ai fini di eventuali responsabilità di varia natura che potrebbero emergere…”. Insomma, Canafoglia & colleghi gettano la spugna.

Il CdA, sembra di capire, ha temuto l’esistenza di responsabilità pregresse ricadenti sui nuovi Amministratori. Tuttavia, il CdA ha continuato ad operare in gestione ordinaria per altri sette mesi. Come è stato possibile? Che fine hanno fatto i timori per quelle “eventuali responsabilità”? Le responsabilità temute sono cessate con l’atto delle dimissioni nonostante si sia continuato a gestire l’Ente a tutti gli effetti oppure sono arrivate come paventato? Sono state preoccupazioni esagerate? O nascondevano l’incapacità a risolvere una situazione sicuramente intricata? Non si sa.

La situazione economica emersa dalle relazioni di Canafoglia non è sanabile solo con i risparmi di gestione a meno di non intaccare la forza lavoro in maniera sensibile. L’aumento dei ricavi (vero obiettivo) non è possibile senza il riconoscimento della Regione di una differente tipologia di assistenza erogabile dalla Fondazione. Il risanamento finanziario è più facile da risolvere e risulta perseguibile se il tribunale ribalta il verdetto di 2° grado sull’indennizzo Autostrade oppure alienando la sede del Museo della Fotografia e la quota degli Orti del Vescovo più altre proprietà di minore interesse.

Le due relazioni presentate dal CA dimissionario hanno messo in croce la precedente gestione trascurando completamente il contesto in cui sono state prese certe decisioni (per non parlare poi del censurabile comportamento del Presidente Bello che ha permesso l’audizione di Canafoglia in Consiglio e in Conferenza Capigruppo senza dare la stessa possibilità all’inquisito – è proprio in caso di definirlo così – Presidente precedente) ma non hanno speso una parola sui possibili interventi risanatori risolutivi (a parte qualche risparmio gestionale) o indicato un piano strategico per uscire dal presunto marasma. Speriamo che avvenga ora e che se ne parli in Commissione o in Consiglio in tempi strettissimi. Ora, più di prima, questo dipende da Bello che ha dato esempi anche di convocazioni notturne.

Amo Senigallia rimane sulla posizione espressa mesi fa: il CdA avrebbe dovuto redigere una relazione sulle cose da fare e su questa ottenere il mandato pieno che, se negato, avrebbe comportato le dimissioni. Senza questo passo, forte ma chiaro, l’incarico della Regione ad un presidente dimissionario senza progetti e solo a 6 mesi dalla nomina, sembra più una scelta politica che una scelta tecnica (Canafoglia è stato candidato in regione per una lista in sostegno ad Acquaroli).

Se poi questo periodo storico della Fondazione richiede uno spirito diverso da quello francescano da parte degli Amministratori, non ci sarebbe stato nulla di di male a parlare apertamente di adeguati compensi.

Da come sono andate le cose, i tanti mesi trascorsi ed i personaggi coinvolti, la nomina di Canafoglia è associata probabilmente a garanzie sul fronte dei ricavi, cioè sul riconoscimento, da parte della Regione, di soggiorni qualificati sotto il profilo socio-economico che comportano, a parità numerica, un consistente aumento di ricavi, quelli che sono mancati al Dott. Guzzonato. Se così fosse sarebbe una buona cosa ed il futuro della Fondazione sarebbe assicurato grazie alla lungimiranza proprio di Guzzonato. Speriamo che l’Avv. Canafoglia non vada incontro alle stesse delusioni. Lo diciamo anche per Canafoglia ma soprattutto per la Fondazione, gli assistiti ed i dipendenti.

da Amo Senigallia

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