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Spiaggia invasa dai detriti a Senigallia, “occorre inversione di tendenza dalla Giunta”

I consiglieri del M5S Martinangeli e Palma: "cosa stiamo pagando con l'aumento della Tari? E soprattutto, perché?"

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I detriti e rifiuti depositati sulla spiaggia di Senigallia

Le località di mare e fluviali possono trovarsi ad affrontare, periodicamente, il problema del legname e di altri rifiuti organici portati dalla corrente, soprattutto dopo le piene causate dalle precipitazioni atmosferiche.


Ne sanno qualcosa i cittadini di Senigallia, già colpiti dall’iniquo aumento della TARI recentemente deliberato in sede di approvazione del Bilancio di previsione 2017/2019, che in questi giorni stanno osservando, ancora una volta, la spiaggia imbrattata dal legname e dai detriti portati  in mare dal fiume (//www.senigallianotizie.it/1327424496/rifiuti-spiaggiati-a-senigallia-una-nuova-storia-infinita).

Aumento iniquo, perchè provocato dalla mancata rimozione e smaltimento del legname tagliato a seguito dei lavori di pulizia e riprofilatura dall’alveo del fiume Misa,  appaltati dalla Provincia di Ancona a seguito dell’alluvione del 3 maggio 2014. Infatti, come si legge nella Delibera N° S-LP/2016/1594, approvata dal Consiglio comunale di Senigallia il 27 luglio 2016 ed  avente ad oggetto il riconoscimento di debito fuori bilancio per interventi post mareggiata del 23/03/2016, “ad oggi dopo ogni piena si verifica uno spiaggiamento straordinario di materiale organico putrescibile”.

In conseguenza dei danni, che potrebbero definirsi di immagine, ambientali e  patrimoniali, che ad oggi la città di Senigallia si trova ancora a subire a seguito di tali inadempienze, ci chiediamo se la Regione Marche ed il Comune di Senigallia abbiano vigilato affinché l’Ente appaltante e gli esecutori dei lavori portassero via i resti del legname tagliato dal letto del Misa, come prevede il Codice dell’ambiente.

Perché il Sindaco non ha disposto un’ordinanza nei confronti di Provincia e Regione, con termine a provvedere e con avviso che, in difetto, si sarebbe proceduto al recupero coattivo delle somme anticipate, anziché approvare il riconoscimento del debito fuori bilancio a carico dei cittadini?

In discarica, oltre alla legna, sembrerebbero inoltre finite tonnellate di sabbia, la nostra sabbia bellissima e particolarmente fine che ha permesso a Senigallia di fregiarsi dell’appellativo di “spiaggia di velluto”, come risulta dai dati dell’Azienda Servizi Ambientali che gestisce l’impianto di Corinaldo.

Ma, mentre a Senigallia sono sempre i cittadini a pagare, cosa fanno le altre amministrazioni, forse un po’ più lungimiranti della nostra?

Basta guardarsi un po’ in giro per vedere che, in realtà simili alla nostra, i sindaci hanno già provveduto ad emanare ordinanze per permettere ai cittadini di raccogliere il legname spiaggiato per portarlo a casa e raggiungere così un doppio risultato, soddisfacente per tutti: per l’ente ripulire, in parte, il litorale (praticamente a costo zero) e per il cittadino avere legname da ardere (anch’esso praticamente a costo zero). Parliamo di Enti come la regione Liguria, il Parco Fluviale del Po e il Parco Fluviale del Ticino.

La delibera di giunta n. 17 del 2014 della regione Liguria, presentata dall’assessore Renata Briano, autorizzava addirittura i comuni liguri, attraverso un’ordinanza, a concedere ai singoli cittadini e ai privati la facoltà di raccogliere il legname riversato sui litorali nel corso delle mareggiate di Natale. Per questo motivo, in accordo con il Ministro dell’Ambiente Orlando, si è stabilito, come primo passaggio, di non catalogare la legna come rifiuto (come avviene invece a Senigallia), consentendo così a singoli e ditte di raccoglierla. Quindi si è avviata una procedura a costo zero per i Comuni.

Ci sono anche Comuni che permettono già di raccogliere il legname spiaggiato sui litorali, ne sono un esempio le ordinanze emesse dai Comuni di Carrara  e Giulianova.

In entrambe le ordinanze si richiamano la nota 9/1/2014 dell’Istituto Statale per la Protezione e la Ricerca Ambientale – ISPRA e il Codice dell’Ambiente D. Lgs. 152/2006 art. 183 lettera n) e si autorizza la cittadinanza ad accedere liberamente all’arenile per raccogliere il legname spiaggiato, identificando tempi e modalità, per poterlo utilizzare sotto forma di tronchetti o di cippato di legna a scopi domestici per gli impianti di riscaldamento.

L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale dell’Emilia Romagna (ARPAE) afferma in un suo studio che le stufe a cippato di legna sono molto efficienti e hanno emissioni di PM10 molto più basse rispetto ad altri impianti di riscaldamento.

A Senigallia, invece, il regolamento per l’applicazione dell’IUC, approvato con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 45 del 30/07/2014, al TITOLO III – DISCIPLINA DELLA TASSA SUI RIFIUTI (TARI) , Art. 8. Gestione e classificazione dei rifiuti, comma 4 lettera d) inserisce tra i rifiuti urbani ai sensi dell’art. 184, comma 2, del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 “i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti sulle strade ed aree pubbliche o sulle strade ed aree private comunque soggette ad uso pubblico o sulle spiagge marittime e lacuali e sulle rive dei corsi d’acqua”.

Detto regolamento non recepisce però le disposizioni di cui agli artt. 182 comma 2 e 184 lett. n) del medesimo Codice dell’Ambiente (D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.), che prevedono che “I rifiuti da avviare allo smaltimento finale devono essere il più possibile ridotti sia in massa che in volume, potenziando la prevenzione e le attività di riutilizzo, di riciclaggio e di recupero e prevedendo, ove possibile, la priorità per quei rifiuti non recuperabili generati nell’ambito di attività di riciclaggio o di recupero”, nonché “Non costituiscono attività di gestione dei rifiuti le operazioni di prelievo, raggruppamento, cernita e deposito preliminari alla raccolta di materiali o sostanze naturali derivanti da eventi atmosferici o meteorici, ivi incluse mareggiate e piene, anche ove frammisti ad altri materiali di origine antropica effettuate, nel tempo tecnico strettamente necessario, presso il medesimo sito nel quale detti eventi li hanno depositati”.

Ciò significa che non è applicabile la normativa attinente all’attività di gestione dei rifiuti ai materiali o sostanze naturali derivanti da eventi atmosferici o meteorici e che il legname spiaggiato è da considerarsi una risorsa per i cittadini e non un rifiuto. Di cosa stiamo quindi parlando? Che cosa stiamo pagando? E perché?

La pulizia dei fiumi, come era ben noto ai nostri nonni, consisteva, un tempo, nella rimozione della legna abbandonata, che se lasciata in loco, avrebbe potuto costituire un impedimento al libero deflusso delle piene.

Il nostro ordinamento non vieta quindi di raccogliere la legna abbandonata sulle sponde dei fiumi e sulla spiaggia, in quanto anche l’art. 923 del codice civile stabilisce che: “…le cose mobili che non sono di proprietà di alcuno si acquisiscono con l’occupazione”. Per queste ragioni l’asportazione del legname abbandonato nell’alveo o accatastato contro i ponti o spiaggiato, cui tale disposizione si adatta perfettamente, è consentita e non va contro alcuna disposizione di legge.

Occorrerebbe solo applicare le normali attenzioni per l’accesso all’alveo o all’arenile, evitando di arrecare danneggiamenti ingiustificati.

Attendiamo urgentemente una netta inversione di rotta da parte dell’amministrazione.

Stefania Martinangeli ed Elisabetta Palma – Consiglieri M5S Senigallia

Commenti
Ci sono 6 commenti
fra77 2017-03-22 10:22:15
Il problema è a monte in tutti i sensi.
Di legname in spiaggia non è che c'è ne sia tanto. Ci sono invece tonnellate di segatura mista a terra,che è il vero problema.
Chi ha pulito il fiume non ha lasciato legna accatastata ma di sicuro l'ha trinciata lasciando così la segatura nel letto del fiume.
Penso che sia ovvio quello che è successo.
Ora affinché non capiti più tutto ciò,bisognerebbe visionare il fiume e verificare se ancora ci sono materiali che potrebbero fare danni alla spiaggia,sperando che la prossima volta gli addetti alle pulizie del fiume smaltiscano correttamente il tutto.
Al momento secondo me sarà pressoché impossibile setacciare e dividere la sabbia dalla segatura e dalla terra,quindi è logico che in discarica finiscano tonnellate di sabbia.
Il danno ormai è fatto,sperando che non recapiti più.
Farrokh Bulsara 2017-03-22 13:00:45
Ecco sono arrivate le prime della classe! ma che legname dobbiamo raccogliere che è tutta roba trinciata? Lo collegate il cervello prima di dire certe sciocchezze? Ve manca de fa i video come Sartini e siamo a posto. E' evidente che nemmeno ci siete andate a vedere cosa c'è sulla spiaggia. Altra occasione persa per stare zitte ed evitare di mostrare la vostra inadeguatezza. Ha ragione Fra77, il problema è a monte ed il danno è talmente grave che ormai si può solo sperare di limitarlo.
bonzino 2017-03-22 13:21:28
Scusate, ma perché dobbiamo accollarci il costo dello smaltimento se nel capitolato speciale dell’appalto è riportato un comma concernente il periodo che va dal 1 ottobre al 31 marzo che recita : Durante questo periodo si dovranno effettuare due interventi di pulizia approfondita , con raccolta e trasporto a discarica dei rifiuti, su tuta la lunghezza della costa, nonché gli altri interventi di manutenzione ordinaria e quelli necessari a seguito di mareggiate o eventi atmosferici eccezionali.
Inoltre tra i servizi di base l’appaltatore dovrà eseguire la raccolta dei rifiuti, il loro trasporto e smaltimento definitivo in discarica, incluso il pagamento della relativa tariffa, nonché la manutenzione ordinaria e straordinaria dell’arenile e un’altra serie di compiti che non sto a elencare.
Se esistono queste clausole perché non farle rispettare senza andare alla ricerca di eventuali colpe, oppure sbaglio? Qualcuno è in grado di darmi delle risposte certe in merito ? Grazie
pablo 2017-03-22 13:22:13
Fra77 ma il danno fatto non lo dovrebbe pagare chi lo ha provocato? Oppure dobbiamo pagare noi ancora una volta ? Di questo passo non sarà nemmeno l'ultima.
fra77 2017-03-22 15:52:14
@pablo. Normalmente chi fa un danno dovrebbe ripagarlo ma purtroppo esiste uno sport molto praticato ( nei comuni di tutta Italia ) che è lo scarica barile, ed esiste proprio quando ci sono rimpalli di competenze.
Anche a me non fa piacere pagare e pagare,pero,il problema,deve essere affrontato a monte in tutti i sensi,prima che si faccia danno.
fra77 2017-03-22 15:57:37
Con comuni intendo i territori dove ci sono competenze tra regione,provincia,comune,ed il rimpallo sta proprio in questa filiera.
In questo caso non penso sia responsabile la nostra amministrazione,xche il problema è vasto,molto vasto.
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