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Prosciolto l’ex sindaco di Monterado Andrea Rodano per il castello Cinciari

Soddisfatto il Vicesindaco Mazzoni: "Mai avuto dubbi sul suo operato, il caso strumentalizzato politicamente"

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Andrea Rodano

E’ con grande soddisfazione che apprendo che la Corte di Appello di Ancona ha prosciolto Andrea Rodano, già Sindaco di Monterado, dall’addebito di falso ideologico in atto pubblico perché ‘il fatto non sussiste‘. E’ stata sconfessata l’ipotesi che un’opera di restauro importante, come quella che ha riguardato Palazzo Cinciari, possa essere stata perpetrata in violazione della legge, addirittura nel periodo in cui Andrea Rodano era Sindaco di Monterado“.

Con queste parole Cristian Mazzoni, Vicesindaco di Monterado, commenta la notizia del proscioglimento dell’ex primo cittadino Andrea Rodano dall’accusa di falso ideologico per la vicenda del recupero del castello Cinciari di cui era proprietario assieme alla moglie Luana Angeloni, ex sindaco di Senigallia, e per cui venne condannato dal Tribunale di Senigallia, sezione penale.

Una condanna che gettò ombre sull’operato di Rodano in quanto all’epoca dei fatti, il 2003, era sindaco del paese e titolare dell’azienda che controllava quella che effettuò i lavori contestati: si è sostenuto infatti in più sedi che non erano legittimi né conformi agli strumenti urbanistici. Tra l’altro, l’accusa sosteneva anche che i lavori non fossero terminati come sostenuto dal sindaco Rodano entro marzo 2003 (per poter presentare domanda per un condono edilizio) e che non fossero stati versati gli oneri di urbanizzazione al Comune stesso.

Conosco Andrea Rodano da tanti anni, ho avuto il privilegio di far parte della sua seconda Giunta – continua Mazzoni – e personalmente non ho mai avuto dubbi della correttezza del suo operato, e ho sempre considerato come un’abnormità le accuse mosse alla sua persona, convinto che il doveroso rispetto del lavoro della Magistratura potesse alla fine rendere giustizia e far piena luce sul restauro che ha riguardato una delle dimore storiche più importanti delle Marche, capace di attrarre turisti da tutto il mondo“.

Lo stesso Andrea Rodano esprime apprezzamento per la pronuncia che ha visto l’integrale accoglimento delle tesi sostenute dall’appellante. Al termine dei due gradi di giudizio, al contrario, risulta sconfitta la tesi che voleva presentare l’intera iniziativa di valorizzazione dell’immobile storico come una spregiudicata operazione di speculazione edilizia condotta nel disprezzo della legge. Dopo la pronuncia della Corte d’Appello e l’accertamento dell’insussistenza dell’addebito di falso, tutti gli interventi edilizi effettuati sul “Castello” risultano oggi debitamente assistiti da validi titoli amministrativi che ne legittimano la compiuta realizzazione. Cade, pertanto, completamente l’accusa di aver realizzato opere senza titoli abilitativi per mutare la destinazione dell’immobile. Tutti i titoli abilitativi nel tempo conseguiti risultano oggi legittimi e legittime risultano dunque tutte le opere, nessuna esclusa, sin qui effettuate e l’uso delle medesime avviene in piena conformità alla Legge Regionale per le dimore storiche“.

Andrea Rodano esprime apprezzamento per la pronuncia “che, da un lato, riconduce a diritto una vicenda processuale conclusasi ingiustamente in primo grado e, dall’altro, restituisce intatta tutta la meritevolezza di un grande sforzo personale e familiare per rendere il “Castello di Monterado” un modello ed esempio di recupero delle dimore storiche nel nostro territorio“.

Resta l’amarezza – conclude il vicesindaco di Monterado Mazzoni – per la strumentalizzazione politica fatta negli anni da taluni partiti, e da qualche Consigliere Comunale e non solo.
La sentenza rende giustizia al tentativo di screditare il lavoro dell’ex Sindaco Andrea Rodano, a tutt’oggi ricordato come uno straordinario amministratore, protagonista di una stagione di crescita della Comunità di Monterado a tutt’oggi ineguagliata.
Ma son convinto che chi ha strumentalizzato politicamente questa vicenda non avrà la decenza di chiedere scusa ad Andrea Rodano ed alla sua famiglia; speriamo almeno che abbiano il pudore del silenzio“.

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