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Per gli “Scavestri” al teatro Portone scrosciano risate ed applausi

Successo della commedia 'l nipot' d'l curat' dell'autrice fiorentina Antonella Zucchini

Applausi a fine spettacolo per la compagnia I Scavestri con 'n tern' al lott'

Fragorose risate e tanti applausi hanno accompagnato, sabato 23 e domenica 24 marzo, la rappresentazione della commedia “‘l nipot’ d’l curat’ ” interpretata dalla compagnia dialettale senigalliese “I Scavestri” presso il teatro Portone, nell’ambito della rassegna “La famiglia va a teatro“.

Siamo negli anni ’70, in un paese agricolo: presso la canonica del prete trova ospitalità il nipote Adone, sul quale il sacerdote ripone tutta la sua speranza di una brillante carriera ecclesiastica. Solo apparentemente dedito allo studio, in realtà il giovane corteggia la bella figlia del fattore del luogo, la cui moglie si atteggia a “gran dama” sfoggiando ricchi vestiti e gioielli e vantandosi di aver educato la ragazza alla grazia e alla virtù.

Accanto al curato spicca la figura della fedele perpetua, tanto devota quanto pettegola, e poi numerose altre persone: la giovane serva aiuto della perpetua ma spesso da questa utilizzata per raccogliere presso la gente le chiacchiere del paese; il sagrestano sempliciotto, il medico scroccone che ha trovato il modo di sbafare pranzi gratis presso la canonica, il contadino innamorato della giovane serva di cui cerca di attirare le attenzioni e l’amico di Adone che lo aveva ospitato ma che da questi era stato defraudato di preziosi.

Come in ogni commedia che si rispetti, il lieto fine è d’obbligo: Adone sposerà, avendola sedotta, la figlia del fattore, tra la gioia dei suoceri felici di diventare presto nonni, e risarcirà il suo amico, grazie all’intervento dello zio prete, con un lavoro indefesso fino alla estinzione del debito. La serva, che aveva posto le sue mire su Adone, si arrenderà alla sincerità dei sentimenti del compaesano e ne accetterà la corte. Infine il curato e l’inossidabile perpetua ritorneranno al loro tran tran quotidiano.

L’autrice Antonella Zucchini ha saputo tratteggiare con leggerezza e incisività caratteri e personaggi riuscendo a farne figure tipiche di un certo luogo e un certo tempo ma anche in qualche modo “eterno”, al di là cioè di quel luogo e di quel tempo.

La scrittrice fiorentina ha ricevuto numerosi premi tra cui il “fiorino d’oro”, e la fama della Zucchini ormai ha valicato i confini della sua regione tanto che le sue commedie, tradotte in dialetti locali e ambientati in vari paesi, sono rappresentate in tante altre città d’Italia come è avvenuto da noi qui a Senigallia.

Gli attori, nonostante qualche emotività o incertezza iniziale, hanno saputo rendere vivi e corposi i rispettivi personaggi in tutte le loro sfaccettature e sono riusciti anche a dimostrare la buona sintonia raggiunta, ciascuno esaltando il proprio ruolo senza sottrarre spazio agli altri, e suscitando, grazie alle battute e alla loro performance, l’ilarità di tutto il pubblico che li ha applauditi entusiasta e numeroso.

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