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Ultimo incontro sulle donne protagoniste a Senigallia

L'Associazione di Storia Contemporanea parla di Bianca Ceva

Si conclude, giovedì 28 marzo alle ore 18.00, nella Sala Conferenze della Biblioteca Antonelliana la Rassegna “Contemporanee. Pagine di protagonismo femminile”, organizzata dalla Biblioteca stessa (referente la dr.ssa Stefania Scalembra) insieme all’Associazione di Storia Contemporanea. L’ospite di quest’ultimo pomeriggio è la dr.ssa Fiorella Imprenti (Università di Chieti-Pescara) che parlerà di “Bianca Ceva. Docente, intellettuale, partigiana”.

Nata a Pavia nel 1897 in una famiglia di profonda fede democratica e repubblicana, Bianca si laureò in Lettere all’Università di Pavia, prendendo poi una seconda laurea in Filosofia; giovanissima conobbe e frequentò intellettuali del calibro di Benedetto Croce, Tommaso Gallarati Scotti, Francesco Flora, Umberto Zanotti Bianco e Ferruccio Parri. Nel 1930, mentre lei insegnava, una retata antifascista carcerò una serie di esponenti di “Giustizia e libertà” tra cui Ernesto Rossi, Parri e il fratello di Bianca, Umberto, che si tolse la vita in carcere; Bianca andò pertanto a lavorare alla Pinacoteca di Brera e continuò ad opporsi al regime fascista iscrivendosi al Partito d’Azione; caduto il regime mussoliniano, ritrovò la cattedra, nel ’43, al Liceo Beccaria di Milano, presto però lasciata per andare a combattere nella Resistenza: arrestata alla fine di quell’anno, Bianca fu sottoposta a giudizio e condannata presso il Tribunale militare di Milano che la rinviò per una nuova condanna al Tribunale Speciale; nell’ottobre del ’44 Bianca riuscì a evadere dal carcere in cui si trovava in attesa di giudizio e raggiunse i partigiani dell’Oltrepò Pavese. Dopo la Liberazione divenne preside del Liceo Beccaria e segretaria generale dal 1955 al 1971 dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione in Italia, distinguendosi per brillanti traduzioni: in particolare di Tito Livio e di Tacito, lavorando con rigore al racconto liviano della seconda guerra punica, la cui traduzione, ultimata nel 1979, venne pubblicata postuma nel 1986, e soprattutto a tre opere tacitiane, gli “Annali”, “l’Agricola” e la “Germania”. Aveva già tradotto dall’inglese, negli anni Venti, le opere di Bertrand Russell e John Stuart Mill. Pubblicò libri come “Cinque anni di storia italiana” (1964), una preziosissima antologia dei diari e delle lettere dei caduti della seconda guerra mondiale, e “Tempi dei vivi. 1943-1945” (1954), oltre al suo testo-chiave, quel “1930. Retroscena di un dramma”, incentrato sulla figura del fratello Umberto “caduto per la Libertà nella notte di Natale del 1930”, pubblicato nel 1955. Maestra di civiltà, educatrice, partigiana e latinista, Bianca ha lasciato un segno profondo nella cultura italiana; è morta a Milano nel 1982. La relatrice sarà presentata dalla prof.ssa Lidia Pupilli, direttrice scientifica dell’Associazione di Storia Contemporanea.

Quest’ultima donerà a tutti i presenti una pubblicazione sull’educazione alla cittadinanza.

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