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Marche, 25 aprile: il direttore dell’ufficio scolastico Filisetti nell’occhio del ciclone

Docenti, genitori, cittadini e cittadine delle Marche e di altre regioni hanno scritto una lettera congiunta di protesta a Mattarella, Bianchi e Segre

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Scuola, aula scolastica

E’ finito ancora una volta nell’occhio del ciclone il il direttore dell’Ufficio scolastico regionale Marco Ugo Filisetti che, in occasione del 25 aprile ha inviato una lettera all’universo scolastico delle Marche che ha fatto storcere il naso ai più a causa di idee definite come nostalgiche e revisioniste.

Non si tratta della prima epistola destinata agli studenti e di docenti a causare un certo fermento: anche in altre occasione, negli ultimi mesi, Filisetti non avrebbe perso l’occasione di illustrare le sue visioni personali. Tra i primi a prendere posizione contraria l’attuale consigliere regionale ed ex sindaco di Senigallia Mangialardi: “Filisetti capisca bene che per quante lettere potrà scrivere, per quante mistificazioni potrà apportare alla storia del nostro Paese“.

Al riguardo sono state parecchi i docenti che non hanno apprezzato le parole del Direttore dell’Ufficio Scolastico tanto da scrivere una lettera sottoscritta da 2116 persone (per la maggior parte personale scolastico, ma anche professori universitari, genitori) indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Ministro all’Istruzione, Prof. Patrizio Bianchi ed alla Senatrice Liliana Segre.

 

“Gentile Senatrice,
Gentile Ministro,
Gentile Presidente,
siamo, con queste righe, a chiedere la Vostra sollecita attenzione al messaggio inviato dal Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale delle Marche, dott. Marco Ugo Filisetti, alle Studentesse e agli Studenti della Regione in occasione della festa del 25 aprile.

Entrare nel merito delle affermazioni del dott. Filisetti è superfluo con Voi, a cui non dobbiamo certo insegnare il significato del 25 aprile: ci basta dire che ci dissociamo, contrapponendo le parole di Piero Calamandrei, pronunciate il 26 gennaio 1955, che tutti conosciamo bene.

Siamo però molto preoccupati per ciò che le esternazioni del Dirigente Filisetti possono causare sotto un profilo culturale e pedagogico, anche in considerazione del fatto che la lettera di cui dobbiamo purtroppo occuparci è la terza redatta dal dott. Filisetti ai limiti dell’alveo costituzionale in questo anno scolastico in cui, ora possiamo dirlo, è stato fatto da lui un uso sistematicamente distorto delle occasioni del calendario civile.

Ricordiamo bene, andando a ritroso, le parole in occasione del 27 gennaio e quelle spese in occasione del 4 novembre u.s., quando lo stesso Dirigente rivolse ai giovani un testo la cui retorica militarista era ben evidente e preoccupava, tanto più in un’ Italia in cui crescono fenomeni sociali di marca neofascista e neonazista.

Evidentemente le reazioni di allora di tanti docenti, degli storici e delle storiche delle Marche e del Ministro Azzolina non sono stati sufficienti a rendere consapevole il dott. Filisetti delle responsabilità connesse al ruolo educativo che Egli ricopre.

Questo ruolo vale per tutte le frasi che si pronunciano: non è possibile, infatti, ad una persona di cultura che voglia essere maestra dei giovani tentare comunicazioni ambigue o subdole. Scrivere, come in questo caso, concetti condivisibili per rendere digeribili concetti e posizioni anticostituzionali non si addice ad un educatore né ad una persona di cultura.

Noi chiediamo, pertanto, un Vostro intervento forte e tempestivo presso il Direttore Marco Ugo Filisetti a tutela dell’educazione dei giovani e del nostro lavoro. Nell’anno in cui ci viene chiesto di insegnare Educazione Civica (senza ore aggiuntive, senza soldi aggiuntivi, senza figure ad hoc, e forse senza riconoscere che lo abbiamo fatto sempre attraverso le nostre discipline), abbiamo il diritto di avere dirigenti che credono nella Costituzione fin dal suo Principio I e che almeno conoscano il significato del termine <<amicizia> come lo pensano Cicerone e Dante, distinguendolo bene da
<<complicità>>: al di sotto di un certo livello di ignoranza e di pressappochismo, il ruolo dirigenziale nella scuola preoccupa.

Nella scuola italiana lavorano quanti – orientati a leggere la realtà da destra, da centro, o da sinistra – sono consapevoli che l’opzione antifascista li accomuna e li affratella, come affratellano le regole del gioco. L’ipotesi di modifica parlamentare della Costituzione in senso filofascista, del resto, non è neanche contemplata dalla legge: ogni pensiero che riveli una nostalgia di questo tipo ha un retrogusto di eversione cattiva, molto sgradevole sempre, pericoloso in sede educativa.

Docenti, genitori, cittadini e cittadine delle Marche e di altre regioni”.

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