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Il Musinf di Senigallia ospita Giorgio Bonomi

Si tratta di uno dei più importanti critici e saggisti della fotografia

Giorgio Bonomi

Mentre continua la mostra dedicata a Leo Matiz alla Rocca Roveresca, una mostra che Alejandra Matiz  ha pubblicizzato di persona anche a Parisphoto, il progetto culturale Senigallia città della fotografia è sempre in movimento e calamita autorevoli presenza di settore.

Venerdì prossimo 21 novembre Giorgio Bonomi, uno dei più noti  studiosi italiani d’arte contemporanea, torna per la prima volta a Senigallia dopo il formidabile itinerario nazionale di successi del suo libro intitolato Il corpo solitario, un testo che è divenuto una sorta di consultatissima enciclopedia dell’autoscatto nella fotografia contemporanea. Giorgio Bonomi aveva voluto presentare  questo suo libro in anteprima nazionale proprio a Senigallia. L’incontro di venerdì prossimo è di grande interesse e molto atteso,  perché prelude a nuove iniziative di collaborazione tra Bonomi ed il Musinf di Senigallia. Tra l’altro Bonomi sta seguendo con interesse l’evoluzione della ricerca sull’autoritratto di alcuni fotografi senigalliesi come Marco Mandolini, Alfonso Napolitano, Patrizia Lo Conte, Alberto Polonara. Si ricorderà poi che la presentazione del libro di Bonomi era stata premessa per un evento espositivo di grande richiamo anche nazionale. Infatti Bonomi aveva allestito con il Musinf una frequentatissima mostra tematica a Palazzo del Duca.

Il Corpo solitario è un ponderoso volume, di oltre 700 autori documentati, di cui ora Bonomi sta preparando una seconda edizione ancora ampliata, che comprende il panorama degli artisti del nostro tempo, i quali attraverso  la fotografia hanno messo in pratica le modalità dell’autorappresentazione, spesso evidenziando una poetica di “solitudine”. La mostra al Palazzo del Duca di Senigallia era partita dal corpo come elemento primario e dalla ricerca di una rappresentazione che può essere “reale” o “possibile”, tragicamente data o felicemente ipotizzata. Tra gli espositori a Palazzo del Duca c’erano stati Emanuela Barbi – Stefania Beretta – Isabella Bona – Maria Bruni – Marina Buratti – Maurizio Cesarini – Marco Circhirillo – Antonio D’Agostino – Giorgio De Pinto – Moria De Zen – Francesca Della Toffola – Luigi Di Sarro – Isabella Faldo – Rosalia Filippetti – Giovanna Gaggia – Lucia Gangheri – Debora Garritani – Werther Germondari – Milena Giacomazzi – Tea Giobbio – Libera Mazzoleni – Maria Mulas – Sabrina Muzi – Simona Palmieri – Monica Palumbo – Virginia Panichi – Elisa Pavan – Sara Pellegrini – Stella Pellegrini – Andreina Polo – Edoardo Romagnoli – Lavinia Stefanini – Alessandra Tescione – Mona Lisa Tina – Marilena Vita – Rita Vitali Rosati – Emiliano Zucchini.

Per “autoscatto” Giorgio Bonomi intende tutte le forme possibili con cui questo può realizzarsi: dall’autoscatto vero e proprio (con il temporizzatore, con la macchina fotografica in mano, con il flessibile, con il telecomando) alla fotografia realizzata da un assistente il cui compito è meramente esecutivo. Così si possono usare molte definizioni, per le realizzazioni ottenute con questa tecnica che è anche una poetica, come “autoritratto”, “percezione di sé”, “identità”, “allo specchio”, e molte altre, per quel concetto di “autorappresentazione” che l’artista, da sempre, ha tentato. La pratica dell’autoscatto si è enormemente diffusa in tutto il mondo, soprattutto negli ultimi anni. Nella sua mostra a Senigallia Bonomi aveva presentato un ristretto, ma significativo gruppo di artisti, in prevalenza di genere femminile. L’attualità della ricerca di Bonomi sull’autoscatto è evidente nell’odierna società, sempre più spersonalizzata e basata sull’immateriale. Si tratta di una società in cui i percorsi  di riappropriazione individuale non possono che partire da se stessi e dal proprio corpo. Ciò in quanto l’autorappresentazione permette di evitare mediazioni, funzionando come “specchio”. Perché scegliere la metodologia dell’autorappresentazione? Giorgio Bonomi ha spiegato che l’autoscatto permette all’artista di unificare soggetto ed oggetto senza mediazioni e di usufruire di una completa “solitudine” nell’atto creativo. A livello concettuale e metodologico infatti con l’autoscatto viene eliminata ogni interferenza esterna, positiva o negativa. Con il risultato che l’autore si trova “solitario”, ma carico di responsabilità, etiche ed estetiche.

Giorgio Bonomi è nato a Roma nel 1946, vive a Perugia. Dopo un periodo di studi e scritti di filosofia politica, tra cui il libro Partito e rivoluzione in Gramsci, ed. Feltrinelli 1973,  ha collaborato  a “il Manifesto”. Quindi  si è dedicato all’arte contemporanea come critico, curatore di mostre, saggista. Ha  fondato e diretto la rivista “Titolo”. Ha diretto il Centro Espositivo della Rocca Paolina di Perugia dal 1994 al 1999. È stato il direttore della Fondazione Zappettini (Chiavari e Milano) che si occupa della pittura analitica. Ha diretto la Biennale di Scultura di Gubbio. Tra le circa duecento mostre, che ha  curato in Italia e all’estero, ricordiamo: Plessi; Beuys. Difesa della Natura; le Biennali di Scultura di Gubbio del 1992, 1994, 2006, 2008; 3 X Monochrom: Fontana, Manzoni, Pinelli; Pittura 70; Pittura pittura e astrazione analitica. Va infine ricordato che dirige la Collana Arte Contemporanea di Rubbettino Editore, presso cui ha pubblicato gli ultimi suoi  libri, La disseminazione. Esplosione, frammentazione e dislocazione nell’arte contemporanea; Il corpo solitario, L’autoscatto nella fotografia contemporanea.

MUSINF
Pubblicato Giovedì 20 novembre, 2014 
alle ore 17:28
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