Abolire la guerra dalla storia
Flash mob in piazza Saffi a Senigallia

Definisci femminicidio? Anche no, assessora alle Pari Opportunità del Comune di Senigallia.
Ci sono studi universitari, convenzioni internazionali, ci sono analisi di dati e statistiche, ci sono i corpi che rimangono e quelli da ricordare, ci sono lettere di genitori affranti convinti che la società debba cambiare, ci sono le manifestazioni arrabbiate, le piazze piene con i nomi scritti a terra, le pubblicazioni di testi che da decenni raccontano la natura sistemica, culturale, della violenza di genere, c’è la letteratura, censurata del secondo dopoguerra, di tante donne che mettono in luce il fenomeno, ci sono film di registe, ci sono lǝ medichǝ e lǝ ginecologhǝ che toccano con mano quella violenza, ci sono lǝ operatrici dei centri antiviolenza che ascoltano senza giudizio, pronte ad aiutare, c’è, ancora, la disoccupazione femminile in aumento, ci sono le buste paga che narrano la disparità salariale, ci sono i mesi, gli anni vissuti con la paura addosso, ci sono siti aperti per spiare le donne, che violano la loro dignità, ci sono sentenze moralizzatrici che faticano ad accettare che no è no, ci sono le testimonianze delle attrici del cinema, ci sono gli stupri di gruppo filmati e condivisi, ci sono le molestie, ci sono uomini che uccidono quelle che pensano siano le “loro” donne sul terrazino di casa, poi c’è anche il linguaggio, che ci ricorda che la violenza di genere è sistemica, che i femminicidi non sono omicidi, che dietro quella violenza c’è una cultura ben precisa, quella patriarcale, che danneggia anche gli uomini, molti dei quali sono attivi per avviare un cambiamento!
Quindi avremmo fatto a meno del teatrino organizzato a Senigallia, per lo più proprio in questo mese dedicato alla sensibilizzazione rispetto al tema della violenza di genere, in un momento storico così complesso, doloroso, delicato, in cui i diritti vengono negati e attaccati.
Novembre è il mese dedicato a ricordare che c’è una violenza maschile sulle donne frutto della cultura patriarcale, che è una piaga sociale, culturale, sanitaria e politica. Violenza che rischia di dilagare a causa dei tagli apportati alle politiche sanitarie e sociali preventive. Non solo questa violenza continuerà a rimanere sistemica viste le assurde e anacronistiche imposizioni volute da questo Governo e sostenute dai suoi partititi di maggioranza, gli stessi che amministrano questo Comune e questa Regione, che limitano fino a vitare qualsiasi progetto di educazione e prevenzione sessuale ed affettiva nelle scuole anche se svolta da personale esperto e qualificato.
Si rimarca ancora una volta la centralità della famiglia come unico fulcro educativo omettendo di dire, colpevolmente, che i reati di femminicidio e di violenza di genere per più dei due terzi si svolgono all’interno delle mura domestiche e nella cerchia delle relazioni familiari. Sono questi gli adulti che dovrebbero educare i propri figli e figlie alle relazioni d’amore sane e alla parità di genere?
E poi, come se non bastasse c’è la guerra, c’è il genocidio, c’è una politica machista, autoritaria, che pensa al potere come conquista, supremazia, dominio, possesso, perché guerra e violenza di genere è un binomio inscindibile all’interno di questo paradigma. La folle corsa al riarmo, che coinvolge il nostro governo con il piano ReArm Europe da 800 miliardi, non porterà a scenari di pace, e noi non vogliamo pagare il prezzo di queste scelte.
Proprio per questo scenderemo in Piazza Saffi, SABATO 22 NOVEMBRE, con il flash mob “ABOLIRE LA GUERRA DALLA STORIA”, perché, accettando la complessità in cui abitiamo, riconosciamo che l’unica prevenzione agli orrori di questa guerra globale è la difesa dei diritti di tutte, tuttu e tutti.
L’economia di guerra è la cornice e la tenaglia all’interno della quale si inserisce la Legge di Stabilità 2026: una crescita vertiginosa delle spese per armamenti, pari a 27 miliardi di euro nel triennio 2025-2028 (3,5 miliardi di spesa aggiuntiva nel 2026, 7 miliardi nel 2027 e oltre 12 miliardi nel 2028), accompagnata da una riduzione della spesa sociale di ben 10 miliardi.
L’economia di guerra è una voragine che inghiotte risorse immense, risorse che dovrebbero essere destinate alla scuola, alla sanità pubblica, ai consultori, a un reddito di base che garantisca autonomia, a salari adeguati, a politiche abitative che assicurino una casa per tuttə, e a interventi strutturali per la messa in sicurezza dei territori.
Dobbiamo prendere atto che la probabilità di una guerra globale ormai permea ogni ambito della società e delle nostre vite. Produce individualismo, disuguaglianza, violenza, tagli ai sistemi pubblici di welfare, precarizzazione del lavoro e della vita.
Noi non ci arrendiamo. Rivendichiamo una società in cui tuttə abbiano diritto a cure, prevenzione e sostegno, una società del dissenso, capace di allontanare la guerra dalla storia.
Scendiamo in piazza ancora una volta per rivendicare:
– Investimenti nella sanità e nella scuola pubblica.
– Politiche di qualità che tutelino i diritti di tuttu garantiti in questi ambiti.
– Rilancio e pieno funzionamento dei consultori pubblici.
– Contraccezione gratuita per tuttə ed educazione sessuo-affettiva per prevenire violenze e malattie sessualmente trasmissibili.
– Aborto farmacologico nei consultori e somministrazione della pillola RU486 fino a 9 settimane di gestazione.
Occupiamo gli spazi pubblici per dire NO alla guerra, a ogni forma di oppressione, e al genocidio che continua, per dire NO a una legge di bilancio fondata sulla guerra, il militarismo e lo sfruttamento. VOGLIAMO UN FUTURO DI PACE!
In caso di maltempo il flash mob sarà rimandato a sabato 29, stessoo luogo, stesso orario!
Rete femminista Marche Molto + di 194
Collettivo Transfemminista Ortica
Libera
Factory Zero Zero
ANPI
Spazio Autogestito Arvultura


























1. Se stiamo parlando di donne, unicamente di donne, perché scrivete lǝ medichǝ e lǝ ginecologhǝ, lǝ operatrici, ecc., operando oltretutto un osceno stupro con scasso della lingua italiana?
2. Il calendario di novembre prevede la giornata mondiale contro la polmonite il 12, la giornata mondiale della gentilezza il 13, la giornata mondiale del diabete il 14, la giornata internazionale dell’uomo il 19, la giornata internazionale dell’infanzia il 20, la giornata mondiale contro la violenza sulle donne il 25: chi diavolo credete di essere per accampare il diritto di impossessarvi di tutto il mese?
3. Vedo che volete una “prevenzione sessuale e AFFETTIVA”: cioè volete prevenire, ossia impedire, la sessualità e addirittura l’affettività?
4. Chi sarebbe il personale esperto e qualificato per insegnare l’affettività a scuola?
5. Le attrici del cinema che l’hanno sempre gioiosamente data in cambio di fama soldi e carriera e poi vent’anni dopo (magari dopo averne passati cinque ad attraversare periodicamente l’oceano per raggiungere l’orco stupratore), vecchie prostitute ormai in disarmo (con tutto il rispetto per le prostitute oneste, che battono onestamente un onesto marciapiede per guadagnarsi da vivere), per recuperare un po’ di fama e rifarsi una verginità denunciano – ma sempre e solo alle telecamere, mai alla polizia – l’orco di turno, io sinceramente eviterei di chiamarle in causa.
6. Perché invece di dedicarvi a battaglie simboliche, utopiche e prive di qualsiasi contenuto come il grottesco e surreale “abolire la guerra dalla storia” – che poi sarebbe casomai abolirla dal futuro, perché nella storia, nel caso non ve ne foste accorte, la guerra c’è. O vorreste forse fare finta che decine di migliaia di anni di storia non siano mai esistiti? – non vi dedicate ogni tanto anche a qualche attività concreta e utile?
7. Visto che siete così sensibili agli stupri di gruppo, come mai non vi occupate mai di quelli, sistematici, degli islamici? Perché non vi occupate mai del fatto che gli stupri commessi da questo gruppo hanno percentuali enormemente superiori a quella della loro presenza nella società? Perché non vi occupate mai di tutte quelle donne – che vivono qui, nelle nostre città – che non hanno neppure il diritto di uscire di casa, di andare a scuola, di parlare, di esistere?
8. Voi, se non sbaglio, fate parte di quelle che hanno regolarmente negato gli stupri di gruppo e di massa delle donne israeliane il 7 ottobre e poi ancora su quelle rapite, sia da parte di hamas che da parte dei “civili innocenti” che le tenevano prigioniere nelle proprie case. Donne seviziate e mutilate durante gli stupri, donne incinte sventrate e i feti fatti a pezzi, e tutto questo filmato e mandato in giro dagli stessi carnefici per mostrare al mondo come trattano le donne ebree: tutto questo lo avete sempre negato, avete sempre cacciato dai vostri cortei, dai vostri sit-in, dalle vostre manifestazioni le donne che volevano ricordare anche le violenze subite dalle donne israeliane. E dunque mi chiedo e vi chiedo: a che titolo pretendete di parlare a nome delle donne? A che titolo vi impancate a portavoce delle donne? Come vi permettete di ergervi a difensore delle donne?
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Senigallia Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password
Effettua l'accesso ... oppure Registrati!